ROMA (Reuters) - Il decreto Dignità otterrà oggi il via libera della Camera senza scossoni né richiesta di voto di fiducia da parte del governo, nonostante le polemiche che hanno accompagnato il primo provvedimento economico dell'esecutivo giallo-verde, fortemente voluto da Luigi Di Maio.
Il testo passerà poi in Senato per la luce verde definitiva entro la prossima settimana, probabilmente il 7 agosto, comunque in tempo per la chiusura estiva del Parlamento.
Obiettivo del decreto, secondo il ministro del Lavoro a 5 Stelle, è dare una stretta ai contratti a termine per consentire, soprattutto ai giovani, di uscire dal precariato.
La durata massima di questi contratti è stata infatti ridotta a 24 mesi da 36 con penali per le aziende. Il contratto può essere prorogato liberamente nei primi dodici mesi e nei successivi 12 solo a fronte di esigenze temporanee e limitate. Il nuovo regime si applica ai contratti stipulati dopo il 14 luglio e ai rinnovi successivi al 31 ottobre 2018.
LE CRITICHE DELLE IMPRESE VENETE E IL RITORNO DEI VOUCHER
Non è certo che l'effetto sarà quello desiderato. Secondo la relazione tecnica allegata al decreto, 8.000 contratti a termine (non cumulati) verranno meno ogni anno per dieci anni. La stima è anche ottimistica, secondo una fonte sentita da Reuters.
Le imprese, soprattutto quelle del Veneto - bacino elettorale leghista - hanno fortemente criticato la misura e ieri Assindustria Venetocentro ha stimato nel 22% la percentuale dei contratti a termine che non saranno rinnovati.
La Lega, non entusiasta della parte del decreto dedicata al lavoro, tanto che il vicepremier Matteo Salvini non era nemmeno presente al Cdm che lo ha varato, ha chiesto e ottenuto - seppure in maniera soft - una reintroduzione dei voucher per imprese agricole e strutture ricettive con al massimo otto dipendenti.
Come gesto distensivo verso le imprese, la maggioranza ha esteso al biennio 2019-2020 la decontribuzione parziale per gli assunti a tempo indeterminato fino a 35 anni. Il beneficio è valido per 36 mesi nel limite di 3.000 euro su base annua.
Le imprese che trasferiscono l'attività all'estero, in Stati non appartenenti all'Unione europea, dovranno restituire i sussidi ricevuti "entro cinque anni dalla conclusione dell'iniziativa agevolata".
Sono previste anche sanzioni "da due a quattro volte l'importo dell'aiuto fruito".
LE ALTRE NORME: DALLE TASSE SUI GIOCHI AL FISCO
Il decreto vieta qualsiasi forma di pubblicità relativa a giochi o scommesse. I contratti in essere continueranno ad applicarsi fino a scadenza. Dal 2019 il divieto è esteso alle sponsorizzazioni.
Aumentano le tasse su slot e videolottery (vlt). Il Prelievo erariale unico (Preu) sale di 0,25 punti percentuali dal primo settembre 2018 al 19,25% sulla raccolta delle slot e al 6,25% sulle vlt. Le aliquote aumentano al 19,6% e al 6,65% da maggio 2019, al 19,68 e al 6,68% dal 2020.
Lo split payment, in base al quale sono le pubbliche amministrazioni a versare l'Iva all'Erario e non il fornitore, viene soppresso per i professionisti.
Cambiano le scadenze legate allo spesometro, la comunicazione al fisco dei dati sulle fatture emesse e ricevute.
Lo spesometro cesserà di essere in vigore dal 2019, quando entrerà a regime la fatturazione elettronica.
(Giuseppe Fonte, Francesca Piscioneri)