ROMA (Reuters) - Per tre volte nell'ultima settimana, Pier Carlo Padoan ha fatto riferimento alla fine del suo incarico di ministro dell'Economia.
Giovedì scorso, parlando agli industriali, il ministro aveva detto di non vedere l'ora di tornare a studiare i modelli economici.
Qualcuno vi aveva visto un preannuncio di disimpegno dal ruolo di governo ma, allora come oggi, persone vicine a Padoan si sono affrettate a minimizzare, ricordando che la prossima primavera si torna a votare.
Questa mattina, intervenendo ad un convegno organizzato dalla Cgil, Padoan ha bissato il riferimento mentre analizzava le tendenze più recenti osservabili nel mercato del lavoro.
"Non c'è la bacchetta magica, la ricetta, la pallottola d'argento. Rimango sempre più convinto, ne ero convinto quando ho iniziato a fare questo lavoro e ne esco, esco da questo mestiere, ancora più convinto: i risultati concreti richiedono una combinazione di più fattori", ha detto.
Nel pomeriggio, alla Camera per un seminario su Impresa 4.0, il ministro è tornato a sottolineare la sua origine accademica. Al collega dello Sviluppo, Carlo Calenda, che lo ha introdotto chiamandolo professore, Padoan ha così replicato: "È sempre interessante tornare al passato".
Padoan è diventato ministro nel 2014 con il governo di Matteo Renzi ed è stato confermato nel suo ruolo con l'attuale esecutivo di Paolo Gentiloni.
Prima di un impegno diretto in politica, Padoan, docente di Economia, è stato direttore esecutivo del Fondo monetario e vice segretario generale dell'Ocse.
Il suo nome è stato indicato, senza alcuna conferma, da alcuni giornali tra i possibili candidati esterni alla guida della Banca d'Italia in caso di una mancata riconferma dell'attuale Governatore Ignazio Visco, che con la fine di ottobre termina il suo primo mandato di sei anni.
(Giuseppe Fonte)