di Paolo Biondi
ROMA (Reuters) - A destra e a sinistra si assiste a un gran attivismo per montare e rismontare maggioranze e alleanze fra i partiti. E' un agitarsi determinato in gran parte dall'avvicinarsi della scadenza del deposito delle liste per le Regionali che dovrebbero tenersi il 10 maggio.
Soprattutto a destra il protagonismo e le fortune in crescita nei sondaggi di Matteo Salvini, capo della Lega Nord, terremotano maggioranze nella varie Regioni fino alle divisioni interne al Carroccio tra Luca Zaia e Flavio Tosi in Veneto. Tanto agitarsi fa dire senza mezze misure ad Alessandro Campi sul Messaggero che il centrodestra "come lo inventò [Silvio] Berlusconi è finito per sempre", un'alleanza che "non ha resistito al declino del suo inventore".
I movimenti nelle varie Regioni vedono protagonista l'Ncd di Angelino Alfano che cerca di strappare l'ex Cavaliere dall'abbraccio con la destra estrema che si coalizza attorno a Salvini. Movimentismo che ha riflessi pure sul governo, come si è visto con la diversificazione di ieri sulla corruzione alla Camera.
A sinistra è Beppe Grillo che cerca di prendere le distanze (sempre in chiave Regionali) dal populismo destrorso di Salvini e lo fa dando fiato ai 5 stelle che finora hanno spinto per posizioni più dialoganti in Parlamento. I primi riflessi si stanno vedendo sulla riforma Rai con il Pd di Matteo Renzi disposto a vedere se possono esserci punti di incontro.
Da tanto agitarsi pare al momento trarre profitto solo Renzi che si vede aprire porte girevoli su singoli temi e riforme in Parlamento. Una boccata d'ossigeno e possibili maggioranze multiple dopo lo scontro interno con la minoranza di Pier Luigi Bersani.
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