di Paolo Biondi
ROMA (Reuters) - La settimana degli esami per il governo di Matteo Renzi volge al termine. Manca ancora l'ultimo, impegnativo, ostacolo: questa sera è atteso che Moody's e Dbrs comunichino la loro valutazione sul debito sovrano dell'Italia. E la seconda valutazione (Dbrs) è delicata soprattutto per la presenza dei nostri titoli di Stato nei portafogli europei.
I primi esami sono stati superati. Quello del Jobs act in Senato bene, con coda di riconoscimenti internazionali, non ultimo quello di Mario Draghi ieri da Washington.
Il vertice Ue di Milano sul lavoro ha permesso di ricucire i lisi rapporti europei, seppure senza risultati, non previsti.
Christine Lagarde, presidente francese del Fondo monetario internazionale, ha spronato i Paesi dell'eurozona ad evitare la recessione con "le opportune politiche, sia nei Paesi in deficit sia in quelli in avanzo". Monito chiaro: non ci si salva da soli.
Ma languono iniziative comuni e coordinate, anche nell'affrontare giudizi singoli e particolari come quelli sul rating. Urge una nuova politica Ue; la presa di iniziativa delle sue istituzioni, Commissione compresa, andrebbe accelerata piuttosto che ritardata.