di Paolo Biondi
ROMA (Reuters) - Palazzo Chigi irritato per i titoli di (alcuni) giornali. I giornali irritati per quell'essere e apparire del presidente del Consiglio come uomo solo al comando.
Matteo Renzi continua con il suo stile. Ezio Mauro, direttore del quotidiano finora più renziano d'Italia (Repubblica, al netto del fondatore Eugenio Scalfari), ieri sera in tv - a Otto e mezzo su La7 - l'ha definito un "guru" e non aveva l'aria di essere un complimento. L'altro suo grande estimatore, Giuliano Ferrara direttore del Foglio, scrive oggi che a Renzi "dei giornali e della tv frega niente" ed è questo "quel che di lui non piace".
In realtà ai giornali ed agli editori piacerebbe sapere - e controllare - quel che il governo fa. Renzi invece va avanti con il suo stile, fatto di rilanci continui. Impossibile scattare di lui una istantanea o tanto meno farsi un selfie: vengono mossi, lui è già passato oltre.
Ed anche la strategica riforma del lavoro sulla quale oggi addirittura si vota la fiducia al governo è una scatola chiusa, cioè una legge delega che verrà declinata solo nei decreti attuativi. E questo lo si sapeva fin dal suo nascere. Il dibattito è stato tutto sulle interpretazioni e sulle battute, legato agli inevitabili tatticismi della politica. Il contenuto proiettato nel futuro.
Renzi resterà a suo modo un battitore libero nell'establishment.