di Paolo Biondi
ROMA (Reuters) - Non è un problema di rapporti difficili, è proprio che il rapporto non c'è.
Un parlamentare del Pd sintetizza così lo stato delle relazioni fra Matteo Renzi e Ignazio Visco. Da quando l'ex sindaco di Firenze è premier, il governatore della Banca d'Italia non è mai stato invitato a varcare il portone di palazzo Chigi.
Non ha stupito così che ieri sia stata Bankitalia, nelle audizioni in Parlamento, la più critica verso la Nota di aggiornamento del governo. Mentre Corte dei Conti e Ufficio parlamentare del bilancio hanno esplicitamente detto che lo slittamento del pareggio di bilancio è una corretta applicazione dell'output gap secondo i parametri Ue, Bankitalia ha invece notato che la sua ammissibilità "non è scontata", che le stime basate su una discesa dello spread nel 2016 a 100 non sono corrette visto che via Nazionale vede lo spread risalire a 170 e che le privatizzazioni vanno accelerate (mentre procedono con il freno a mano tirato). Non è un caso che a criticare la relazione del vicedirettore generale di via Nazionale Luigi Federico Signorini sia stato, nel dibattito che è seguito, il deputato del Pd, seppure di minoranza: Stefano Fassina.
Quelle di Bankitalia sono state "parole così caute da evocare un allarme larvato", scrive Massimo Franco sul Corriere della sera: "Quasi un altolà".
Ma Renzi non pare preoccuparsene più di tanto e "l'assenza di feeling" - come dice il parlamentare del Pd - non è in cima ai suoi pensieri.