MILANO (Reuters) - L'ex-agente dei vip Lele Mora ha rinunciato ai motivi di appello nel procedimento cosiddetto Ruby-bis su un presunto giro di prostituzione nelle residenze dell'ex-premier Silvio Berlusconi, chiedendo però ai giudici una pena più bassa.
La difesa di Mora - condannato in primo grado a sette anni di reclusione per induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile - ha presentato la richiesta nei giorni scorsi ed ha già ottenuto il parere favorevole del pg Piero De Petris, il quale dovrà quantificare la pena che poi sarà ratificata dalla Corte.
In primo grado, con Mora, è stato condannato a sette anni anche Emilio Fede, mentre l'ex-consigliera regionale Nicole Minetti è stata condannata a cinque anni per l'accusa di favoreggiamento della prostituzione.
Nel presentare la richiesta di appello lo scorso gennaio, la difesa di Mora aveva sostenuto che il presunto giro di prostituzione nelle ville di Berlusconi sarebbe esistito già prima del suo arrivo
In primo grado, nel giugno 2013, Berlusconi era stato condannato a sette anni di carcere e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici con l'accusa di aver fatto pressioni sulla Questura di Milano la notte del 27 maggio 2010, quando era premier, nel tentativo di far rilasciare Karima el Mahroug, detta Ruby, e di occultare la sua presunta relazione con la ragazza, all'epoca minorenne.
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