MILANO (Reuters) - Il pg Piero De Petris, nel processo di appello cosiddetto Ruby bis su un presunto giro di prostituzione nelle residenze dell'ex-premier Silvio Berlusconi, ha chiesto oggi la conferma delle condanne di primo grado per Emilio Fede e Nicole Minetti e una riduzione di pena per l'ex-agente dei vip Lele Mora, che nel frattempo ha rinunciato ai motivi di appello chiedendo una riduzione degli anni da scontare.
In primo grado, Mora e Fede sono stati condannati a sette anni, Minetti a cinque.
Per gli ultimi due il pg ha chiesto la conferma delle pene, mentre per Mora - la cui rinuncia ai motivi d'appello ha definito una "scelta processuale apprezzabile" - ha chiesto sette anni e tre mesi in continuazione con la pena a quattro anni e tre mesi già patteggiata in un altro processo per bancarotta.
Di fatto, con la continuazione tra i reati dei due processi, se riconosciuta dai giudici, Mora otterrebbe uno sconto totale di quattro anni di reclusione: dagli attuali 11 anni e 3 mesi a 7 anni e 3 mesi.
Il pg ha chiesto anche l'estensione delle attenuanti generiche già concesse in primo grado.
Nel presentare la richiesta di appello lo scorso gennaio, la difesa di Mora aveva sostenuto che il presunto giro di prostituzione nelle ville di Berlusconi sarebbe esistito già prima del suo arrivo.
Nel luglio scorso Berlusconi è stato invece assolto in appello nel filone principale dell'inchiesta Ruby dall'accusa di concussione perché il fatto non sussiste e da quella di prostituzione minorile perché il fatto non costituisce reato.
In primo grado, nel giugno 2013, Berlusconi era stato condannato a sette anni di carcere e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici con l'accusa di aver fatto pressioni sulla Questura di Milano la notte del 27 maggio 2010, quando era premier, nel tentativo di far rilasciare Karima el Mahroug, detta Ruby, e di occultare la sua presunta relazione con la ragazza, all'epoca minorenne.
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