Il COVID-19 ha comportato dei considerevoli cambiamenti del modo in cui vivono, lavorano e studiano le centinaia di milioni di cittadini globali. Un fenomeno che ha attirato molta attenzione è la “Great Resignation”, un termine utilizzato per riferirsi all’alto numero di persone, soprattutto negli Stati Uniti, che stanno decidendo di licenziarsi.
Secondo i recenti dati dello US Bureau of Labor Statistics, il 2,8% della forza lavoro negli Stati Uniti ha rassegnato le dimissioni ad ottobre. Allo stesso modo, i dati del Regno Unito suggeriscono che circa un quarto dei lavoratori sta pensando di cambiare lavoro nell’immediato futuro. Anche in Germania si registrano persone che fanno “il grande passo e lasciano il lavoro senza un piano B”.
Ovviamente, le persone lasciano il lavoro per motivi diversi. Tuttavia, nel 2021 si è registrato un trend secondo il quale un numero record di persone sta cambiando “lavoro ad un tasso accelerato, alla ricerca di un miglioramento in termini di compensi, benefit o equilibrio lavoro-vita privata”.
È difficile sapere se la Great Resignation proseguirà nel 2022. Se così dovesse essere, possiamo aspettarci che molti di coloro che lasciano il proprio lavoro cerchino altre carriere. Di conseguenza, oggi parleremo di due ETF che potrebbero trarre vantaggio da un aumento di questo trend nei prossimi mesi.
1. SoFi Gig Economy ETF
- Prezzo attuale: 28,56 dollari
- Range su 52 settimane: 28,37 - 48,58 dollari
- Rendimento dividendo: 0,42%
- Percentuale di spesa: 0,59% all’anno
Un’importante conseguenza della Great Resignation sarà probabilmente la crescita della cosiddetta gig economy, ossia “l’uso di collaboratori esterni, freelance, lavoratori a contratto ed altri lavoratori temporanei. Solitamente, questi lavoratori si connettono con i clienti tramite una piattaforma online”.
I dati suggeriscono che la gig economy globale al momento vale circa 350 miliardi di dollari. “Negli USA, il 44% dei lavoratori indipendenti considera il lavoro freelance la principale fonte di reddito, con il 60% dei lavoratori impegnati in attività freelance almeno settimanalmente”.
Il SoFi Gig Economy ETF (NASDAQ:GIGE) offre accesso ad aziende che si trovano al centro della gig economy. Ha cominciato gli scambi nel maggio 2019.
GIGE è un fondo gestito attivamente e possiede le azioni di 74 aziende. I principali dieci titoli del fondo rappresentano circa un terzo degli asset netti pari a 23,9 milioni di dollari. In altre parole, è un fondo piccolo.
Più di metà dei nomi appartiene ad aziende USA. Seguono Cina (17,0%), Israele (6,2%), Canada (6,1%) e Singapore (4,3%). In termini di settori, troviamo comunicazioni (55,9%), tech (24,5%), beni di consumo non ciclici (12,0%) e finanziari (3,4%).
In cima alla lista ci sono la piattaforma di videogiochi Roblox (NYSE:RBLX), al centro della scena nell’ambito del metaverso; il colosso dell’e-commerce Shopify (NYSE:SHOP); la piattaforma di gestione del lavoro Monday.com (NASDAQ:MNDY), la piattaforma per affitti a breve termine Airbnb (NASDAQ:ABNB) e la piattaforma per freelance Upwork (NASDAQ:UPWK).
Finora, quest’anno, GIGE è crollato del 19,8%. Dopo aver registrato un massimo storico a metà febbraio, l’ETF ha perso circa il 40% del suo valore. I lettori interessati potrebbero prendere in considerazione un investimento a questi livelli.
2. VanEck Semiconductor ETF
- Prezzo attuale: 296,68 dollari
- Range su 52 settimane: 210,41 - 318,82 dollari
- Rendimento dividendo: 0,49%
- Percentuale di spesa: 0,35% all’anno
Il COVID-19 ha aumentato il ritmo della digitalizzazione, un trend che probabilmente continuerà man mano che crescerà la gig economy. Di conseguenza, il settore dei semiconduttori potrebbe trarre vantaggio dalla Great Resignation.
L’anno scorso, l’industria globale dei semiconduttori valeva oltre 425 miliardi di dollari. Gli analisti si aspettano che raggiunga gli 800 miliardi nel 2028, con un CAGR di oltre l’8,5%.
Il VanEck Semiconductor ETF (NASDAQ:SMH) investe su società di chip. Il fondo è stato quotato per la prima volta nel dicembre 2011.
SMH, che possiede le azioni di 25 aziende, replica l’indice MVIS US Listed Semiconductor 25 Index. I primi dieci nomi rappresentano oltre due terzi degli asset netti di 7,6 miliardi di dollari ed il fondo dipende dunque molto da loro.
In cima alla lista si trovano NVIDIA (NASDAQ:NVDA), Taiwan Semiconductor Manufacturing (NYSE:TSM), ASML (NASDAQ:ASML), Advanced Micro Devices (NASDAQ:AMD), Qualcomm (NASDAQ:QCOM) e Micron Technology (NASDAQ:MU).
Il fondo ha visto ritorni del 39,9% nel 2021 ed ha segnato un massimo storico il 22 novembre. Da allora, l’ETF ha perso circa il 4,5%. Nonostante il recente rialzo del prezzo, siamo rialzisti sulle azioni dei chip e prenderemmo in considerazione un investimento su un ETF focalizzato sul settore.
Nota dell’editore: Non tutti gli asset descritti sono necessariamente disponibili su tutti i mercati regionali. Consultate un broker accreditato o un consulente finanziario per trovare strumenti simili che possano essere adeguati alle vostre esigenze. Questo articolo è a solo scopo informativo. È opportuno condurre una due diligence prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.