Washington si prepara a dare il benvenuto al nuovo governo domani: il Presidente eletto Joseph Biden si insedierà infatti ufficialmente il 20 gennaio. Dal momento che i Democratici presto avranno il controllo di entrambi i rami del Congresso, nonché della Casa Bianca, per Biden sarà più facile del previsto attuare la sua agenda pre-elettorale.
Probabilmente in cima alla lista ci saranno le iniziative a favore dell’ambiente. Ad esempio, gli Stati Uniti dovrebbero di nuovo rientrare nell’accordo di Parigi sul clima già questa settimana. Possiamo aspettarci che i criteri noti come ESG (ambientali, sociali e di governance) nonché l’energia alternativa ed i veicoli elettrici ricevano sempre più attenzione nei prossimi mesi.
Anche le spese per le infrastrutture diventeranno una priorità e potrebbero trovare un supporto bipartisan. La costruzione di superstrade, strade, tunnel e ponti nuovi e moderni, nonché altri progetti di infrastrutture, probabilmente daranno una spinta alle società del settore.
Da novembre, gli investitori stanno destinando il loro denaro a settori e società che credono trarranno vantaggio dall’“onda blu”. Abbiamo già parlato di numerosi ETF che potrebbero essere adatti con il nuovo governo. Oggi ne presenteremo altri due.
1. VanEck Vectors Low Carbon Energy ETF
Prezzo attuale: 180,13 dollari
Range su 52 settimane: 49,81 - 193,04 dollari
Rendimento dividendo: 0,05%
Percentuale di spesa: 0,62%
Il VanEck Vectors Low Carbon Energy ETF (NYSE:SMOG) offre accesso a società globali che operano nel mondo dell’energia pulita. Queste aziende si focalizzano sulla produzione o sull’uso di energia alternativa, come quella derivata principalmente dai biocombustibili (l’etanolo ad esempio) e fonti di energia solare, eolica, idrica e geotermica. Il fondo ha cominciato gli scambi nel maggio 2007 ed ha asset netti di oltre 320 milioni di dollari.
SMOG, che replica l’indice Ardour Global Extra Liquid Index, ha 30 possedimenti. Le società USA sono in cima alla lista con oltre il 54%, seguite da Cina (18,24%), Danimarca (14,65%), Corea del Sud (4,04%) e Canada (3,23%).
Grafico settimanale SMOG.
In termini di allocazione settoriale, il peso maggiore è rappresentato da industria (32,2%), IT (32,1%), beni di consumo voluttuari (22,8%) e servizi pubblici (9,4%).
I 10 maggiori possedimenti rappresentano quasi il 66% del fondo. Tra i primi nomi troviamo la danese Vestas Wind Systems (OTC:VWDRY); i giganti dei veicoli elettrici Tesla (NASDAQ:TSLA) (NASDAQ:TSLA) e Nio (NYSE:NIO), che sta aumentando sempre più la partecipazione di mercato nel suo paese natale, la Cina; il gruppo globale di gestione di energia Eaton (NYSE:ETN) e Microchip Technology (NASDAQ:MCHP).
Nello scorso anno, l’ETF ha visto ritorni di ben il 129%. Con la nuova stagione degli utili che entra nel vivo, sono probabili delle prese di profitto a breve termine.
Un potenziale calo verso i 170 dollari o meno migliorerebbe il margine di sicurezza. Ciononostante, in questo nuovo decennio, probabilmente assisteremo alla crescita del settore sia negli USA che a livello globale.
2. Invesco DB U.S. Dollar Index Bearish Fund
Prezzo attuale: 21,56 dollari
Range su 52 settimane: 18,96 - 21,91 dollari
Percentuale di spesa: 0,77% all’anno
Biden ha di recente proposto un piano di aiuti da 1,9 mila miliardi di dollari. Sebbene la cifra possa cambiare e anche diminuire, i mercati si aspettano un’iniezione di stimolo. Un altro pacchetto fiscale sarebbe accolto a braccia aperte sia dai singoli che dalle aziende. Ma continuerebbe anche a pesare sul biglietto verde. Sebbene l’USD sia considerato la valuta predominante mondiale, ha avuto un andamento volatile negli ultimi mesi.
In effetti, nello scorso anno, l’indice del dollaro USA, che replica il valore della valuta rispetto ad un paniere di sei monete di alcuni dei più importanti partner commerciali degli Stati Uniti, è costantemente sceso. Al momento oscilla tra 90 e 91. Di conseguenza, il nostro secondo fondo potrebbe, in parte, essere considerato una scommessa su un dollaro USA più debole. L’Invesco DB U.S. Dollar Index Bearish Fund (NYSE:UDN), un ETF monetario, sale quando il valore dell’indice del dollaro scende.
Grafico settimanale UND.
UDN replica un indice che va short sui contratti dei future dell’indice del dollaro USA scambiati sull’Intercontinental Exchange.
Ci sono numerosi modi in cui UDN potrebbe trovare posto in un portafoglio. Ad esempio, i trader ribassisti sul dollaro contro l’euro potrebbero andare long su UDN. Un dollaro debole solitamente favorisce gli asset dei mercati emergenti.
Altri partecipanti dei mercati potrebbero considerare UDN una cartina di tornasole degli indici USA. In parole povere, un dollaro debole solitamente implica prezzi più alti per i mercati USA.
Quindi, chi è rialzista sui titoli azionari statunitensi potrebbe aspettarsi che il biglietto verde si deprezzi e perda valore. E andare long su UDN.
Per gli investitori che vogliono una posizione sui movimenti dei tassi di interesse, UDN potrebbe essere un’opzione. A parità di condizioni, quando i tassi di interesse in un paese scendono, scende anche il valore della valuta. Perciò UDN potrebbe essere combinato con altri ETF adatti ad un ambiente di tassi di interesse bassi.
Anche gli investitori che vogliono proteggere i propri possedimenti di materie prime potrebbero utilizzare UDN, sulla base dell’idea che il biglietto verde e la maggior parte delle materie prime hanno un rapporto inverso.
La nostra opinione è che, sul lungo termine, l’indice del dollaro potrebbe scendere ancora di più. Tuttavia, nelle prossime settimane il biglietto verde potrebbe recuperare il terreno perso, dando ai tori di UDN sul lungo termine un miglior punto di entrata su questo fondo.
Nota dell’editore: Non tutti gli asset descritti sono necessariamente disponibili su tutti i mercati regionali. Consultate un broker accreditato o un consulente finanziario per trovare strumenti simili che possano essere adeguati alle vostre esigenze. Questo articolo è a solo scopo informativo. È opportuno condurre una due diligence prima di prendere qualsiasi decisione di investimento.