Il settore della distribuzione USA ha subìto una batosta nelle ultime settimane. In effetti, l’indice S&P Retail Select Industry Index si avvia a segnare il trimestre peggiore dalla crisi finanziaria del 2008. Il settore è crollato del 21,2% finora nel quarto trimestre, rispetto al tonfo del 12,2% dell’indice S&P 500 nello stesso periodo.
Il grafico dell’ETF SPDR S&P Retail (NYSE:XRT), che replica il settore della distribuzione, sembra altrettanto deprimente. Dopo aver segnato un nuovo massimo storico di 52,95 dollari ad agosto, l’ETF, e il relativo settore, è crollato del 22% finora, rientrando nella definizione tecnica di mercato ribassista.
Pochi titoli del settore sono stati risparmiati dal tonfo, con le grandi catene, i distributori nei centri commerciali e persino alcuni nomi dell’e-commerce che hanno subìto delle perdite di varia entità. Nonostante quello che si prevede essere un grande periodo di acquisti festivi, gli investitori non hanno perso tempo a punire le compagnie che sono inciampante in un ambiente altrimenti positivo per la distribuzione.
Alla fine, i piccoli distributori possono capitalizzare in questo contesto, spiega Oliver Chen, direttore di gestione e analista senior per le ricerche azionarie di Cowen & Co:
“Questo periodo presenta una maggiore prevedibilità in termini di comportamento negli acquisti. I distributori capiscono quanto i clienti siano sensibili ai prezzi e riescono [ad essere strategici] per quanto riguarda le promozioni, possono pianificare dei buoni affari”.
Di seguito riportiamo tre nomi del settore della distribuzione che potrebbero registrare un rimbalzo di Natale in questo periodo di festa.
1. Target
Il titolo di Target (NYSE:TGT) è sotto pressione da quando il distributore ha riportato risultati deludenti sul terzo trimestre il 20 novembre.
La compagnia di Minneapolis ha spaventato gli investitori quando ha registrato utili più debole del previsto, con gli investimenti nell’attività online, l’aumento dei compensi in un mercato del lavoro teso e i tagli ai prezzi che hanno pesato sui margini. Target ha inoltre reso noto che le vendite su base comparabile hanno deluso le aspettative.
Target prevede di registrare una forte performance nelle feste espandendo il dipartimento di giocattoli in oltre 500 punti vendita, offrendo la spedizione gratuita in due giorni senza acquisti minimi su migliaia di prodotti e accelerando il ritmo della ristrutturazione dei negozi. Altro segnale promettente per il futuro: le vendite online hanno visto un’impennata del 49% nel terzo trimestre, superando il 41% del secondo trimestre ed il 28% del primo.
Con il titolo vicino a livelli registrati l’ultima volta nel gennaio 2018, chiudendo a 64,32 dollari ieri, questo potrebbe essere il momento giusto per raccogliere azioni. Il titolo è crollato del 26,5% dall’inizio di settembre e segna quasi -1,5% sul 2018.
2. Macy’s
Malgrado abbia pubblicato utili positivi per il terzo trimestre del 2018 il 14 novembre, il titolo di Macy’s (NYSE:M) è crollato con il distributore che è rimasto impantanato nella recente ondata di trambusto sul mercato, con molta della debolezza legata ai timori per i dazi del governo Trump contro la Cina.
La principale catena di grandi magazzini USA, che ha chiuso più di 100 punti vendita e tagliato migliaia di posti di lavoro dal 2015, ha riportato profitti e vendite migliori del previsto per lo scorso trimestre, spinti da una crescita a doppia cifra del servizio di shopping online. Macy’s ha inoltre alzato le previsioni sugli utili annui, segnalando un forte periodo di acquisti festivi all’orizzonte.
Come molti altri nomi della distribuzione USA, Macy’s ha dovuto affrontare il crollo delle visite nei punti vendita e la preferenza dei consumatori per una nuova serie di negozi online e per la cosiddetta “moda veloce”. Per tutta risposta, la compagnia con 160 anni di storia ha investito pesantemente sui suoi negozi Backstage, sul programma fedeltà, sull’app per dispositivi mobili e il sito web, migliorando al contempo i negozi fisici attrezzandoli con servizi di pagamento mobile e nuovi arredamenti in stile boutique.
Scambiato al momento a 30,28 dollari, il titolo di Macy’s è crollato di circa il 17% dall’inizio del quarto trimestre. Tuttavia, segna un’impennata di quasi il 20% sull’anno in corso.
3. Abercrombie & Fitch
Il titolo di Abercrombie & Fitch (NYSE:ANF) è stato positivo ultimamente, con gli investitori che hanno premiato gli sforzi del distributore orientato ai giovani di rivoluzionare il suo marchio.
Abercrombie ha cambiato il suo omonimo marchio di moda negli ultimi anni, sbarazzandosi delle pubblicità audaci e degli indumenti decorati con il logo, andati fuori moda alla fine degli anni 2000. Ha preferito invece basarsi sul suo marchio Hollister per generare la maggior parte delle sue entrate, con le collezioni denim e Gilly Hicks che si sono dimostrate essere le preferite dai clienti più giovani.
Il distributore di New Albany, in Ohio, il mese scorso ha promosso il capo di Hollister, Kristin Scott, alla nuova posizione di presidente dei marchi globali. Stacia Andersen, presidente del marchio di Abercrombie & Fitch, lascerà la compagnia, ha annunciato.
Questi sforzi sembrano dare i propri frutti. Nel report sugli utili del terzo trimestre 2018 pubblicato il 29 novembre, la compagnia ha previsto vendite su base comparabile per il trimestre delle feste superiori alle stime degli analisti, trainate dalle forti vendite legate a Hollister e ai negozi di punta. Infine, ci sono buone probabilità che, ancora una volta, la compagnia veda delle lunghe file di clienti e dei negozi strapieni.
Il titolo di ANF, che ieri ha chiuso a 18,51 dollari, è crollato del 14,5% nel quarto trimestre. Ciononostante, segna un rimbalzo di oltre il 6% sul 2018.