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3 titoli energetici che andranno bene nella nuova dinamica del mercato del greggio

Pubblicato 15.05.2018, 13:11
Aggiornato 02.09.2020, 08:05

I titoli del settore energetico sono andati alle stelle di recente e l’ultima spinta è arrivata dall’impennata del prezzo del greggio, aumentato quando il Presidente Donald Trump ha fatto ritirare gli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare iraniano all’inizio del mese.

Il prezzo del greggio è al momento scambiato vicino ai massimi di quasi tre anni e mezzo, con i future del greggio Brent, il riferimento globale, non lontani dal livello di 80 dollari.

Brent Crude Weekly

Ma anche prima della notizia su USA e Iran, il sentimento generale sul mercato del greggio era positivo da un po’ di tempo, con i prezzi rimbalzati di quasi il 60% rispetto all’estate scorsa tra le aspettative che i tagli alla produzione, organizzati dall’OPEC, possano ridurre le scorte in esubero sul mercato.

L’Arabia Saudita e la Russia sono in prima linea negli sforzi per ridurre la produzione petrolifera di circa 1,8 milioni di barili al giorno dall’inizio dello scorso anno, per riportare le scorte globali alla media quinquennale.

La recente impennata del prezzo del greggio ha alimentato le speculazioni che il Brent possa raggiungere di nuovo i 100 dollari al barile (un livello che non si vede da prima del crollo del prezzo della fine del 2014). Bank of America Merrill Lynch la scorsa settimana ha previsto un prezzo obiettivo del Brent di 90 dollari al barile entro il secondo semestre del 2019, mettendo in evidenza un “rischio di 100 dollari al barile” per il greggio il prossimo anno. “Anche se temiamo che queste dinamiche di mercato possano realizzarsi in un lasso di tempo più breve”, scrivono in una nota gli analisti.

Il noto investitore Marc Chaikin, fondatore ed Amministratore Delegato di Chaikin Analytics, di recente ha affermato che “l’energetico guiderà il mercato”, aggiungendo: “Non penso che l’attuale prezzo del greggio stia prendendo in considerazione pienamente le conseguenze dell’accordo con l’Iran”.

In effetti, il settore energetico dell’indice S&P 500 sta al momento registrando un’impennata da cinque settimane, la più lunga da settembre, con un rimbalzo di circa il 13%.

SPX Daily

Oltre a raccogliere i benefici dei prezzi del greggio più alti, le compagnie energetiche hanno anche registrato utili straordinari, che hanno contribuito ad alimentare l’ottimismo e le posizioni rialziste sul settore.

Secondo i dati di Thomson Reuters, le compagnie del settore hanno riportato una crescita degli utili pari a ben l’86,5% nel primo trimestre.

L’aumento del prezzo del greggio potrebbe rappresentare la ragione principale per l’impennata delle compagnie energetiche USA.

Tuttavia, considerando quali operatori del mercato petrolifero siano ora i principali beneficiari dell’attuale andamento del prezzo, si alimentano le prospettive più a lungo termine soprattutto per i produttori di greggio USA.

La scorsa settimana, nell’articolo Nuova dinamica del greggio: i sauditi conducono le danze ma a vincere non è l’OPEC, abbiamo concluso che i principali vincitori del nuovo paradigma attualmente in atto sul mercato del greggio, sembrano essere i produttori di petrolio da scisto USA.

E questo viene spiegato chiaramente di seguito.

Abbiamo guardato più da vicino tre titoli che riteniamo siano destinati ad un’ottima performance nei prossimi mesi, insieme ad un gruppo di secondi classificati che sembrano promettenti.

Il nostro elenco comprende famosi colossi petroliferi così come diamanti grezzi da capitalizzazione media.

Per filtrare le migliaia di nomi legati al settore energetico presenti sul mercato, abbiamo considerato solo le compagnie del settore con sede negli Stati Uniti, che abbiano una capitalizzazione di mercato pari o superiore ai 2 miliardi di dollari.

1. La compagnia di trivellazione più allettante

Whiting Petroleum: +80% sull’anno in corso

Finora, il 2018 è stato un anno fantastico per la Whiting Petroleum (NYSE:WLL), leader nella produzione petrolifera del giacimento di scisto di Bakken, in North Dakota.

La compagnia di estrazione di greggio e gas registra un’impennata di circa l’80% finora quest’anno.

WLL Daily

Non è difficile capire il forte rimbalzo di Whiting di quest’anno se si considerano le conclusioni del nostro articolo della scorsa settimana (link sopra):

“È ironico forse il fatto che il principale vincitore di questo nuovo andamento sia il settore dello scisto USA, che sta raccogliendo i frutti dell’aumento del prezzo del greggio”.

In effetti, Whiting ha tratto vantaggio dalla ripresa del prezzo del greggio spingendo la produzione a 11,43 milioni di barili al giorno nel primo trimestre del 2018, secondo i dati dell’ultimo report sugli utili pubblicato il 30 aprile.

Il prezzo del greggio ha registrato una media di 62,92 dollari al barile nel primo trimestre.

Whiting Production

Per l’intero anno fiscale, la previsione di produzione di Whiting è circa il 9% più alta rispetto a quella del 2017, con una stima di produzione annua in un range compreso tra 46,5 e 47,2 milioni di barili al giorno.

Anche i fondamentali della compagnia sono migliorati significativamente.

Ha registrato profitti netti di 15 milioni di dollari, o 16 centesimi ad azione, nel trimestre terminato il 31 marzo, rispetto alla perdita di 87 milioni, o di 96 centesimi ad azione, dell’anno prima.

Per quanto riguarda il futuro, il prezzo ad azione di Whiting dipende dai fondamentali del mercato petrolifero.

Fino a quando l’OPEC continuerà a tagliare i livelli di produzione, Whiting Petroleum li aumenterà al fine di massimizzare i profitti.

Tecnicamente, la mossa sembra costruttiva fin quando il prezzo resterà al di sopra delle medie mobili a 100 e a 200 giorni, che mostrano un totale dominio dei tori. I livelli di supporto sono 40 e 35 dollari.

Menzioni speciali: RSP Permian (NYSE:RSPP), con un’impennata del 18% sull’anno in corso, e Diamond Offshore Drilling (NYSE:DO), che schizza del 3% sull’anno in corso.

2. La migliore compagnia di servizi petroliferi

Baker Hughes: +13% sull’anno in corso

Il titolo di Baker Hughes (NYSE:BHGE), di proprietà di General Electric, è sulla cresta dell’onda di recente, con il miglioramento del prezzo del greggio che ha spinto le compagnie ad aumentare la produzione di greggio e gas. La compagnia di servizi, tra le più colpite dal crollo del prezzo iniziato a metà 2014, segna ora un rimbalzo del 13% sull’anno in corso.

BHGE Daily

La compagnia ha registrato profitti trimestrali che hanno superato le stime di Wall Street il 20 aprile. Gli utili per azione sono saliti di 9 centesimi, più dei 3 centesimi attesi dagli analisti, mentre i profitti sono saliti a 5,40 miliardi di dollari dai 5,32 miliardi dell’anno scorso.

Segnale promettente per i prossimi trimestri, i proventi dai servizi petroliferi, che rappresentano metà delle vendite totali della compagnia, sono schizzati del 10,1% a 2,64 miliardi di dollari nel trimestre considerato.

BHGE Operating Income by Business Segment

“I fondamentali del mercato restano incoraggianti, con i prezzi del greggio che rimangono relativamente all’interno di un range, garantendo stabilità ai clienti che valutano i progetti”, si legge in una dichiarazione dell’Amministratore Delegato di Baker Hughes Lorenzo Simonelli rilasciata insieme al report sugli utili.

Guardando al futuro, la compagnia ha di recente annunciato di aver ottenuto un contratto di cinque anni da Kinder Morgan (NYSE:KMI) per la fornitura di servizi di sollevamento artificiale nel Bacino Permiano, nonché un contratto di attrezzature sottomarine per la Fase 2 del progetto Chevron (NYSE:CVX) in Australia. Meno di un anno fa, il conglomerato General Electric (NYSE:GE) ha unito due attività petrolifere con Baker Hughes, creando la seconda principale compagnia di servizi petroliferi per quantità di utili.

La compagnia combinata ha raggiunto i 144 milioni di dollari di sinergie nel primo trimestre del 2018, avviandosi a segnare una stima di 700 milioni di dollari entro fine anno, dal momento che la compagnia sta compiendo progressi nell’integrazione di due attività e sta trovando dei modi per ridurre i costi.

Menzioni speciali: Cactus (NYSE:WHD), rimbalzata del 62% sull’anno in corso, Halliburton (NYSE:HAL)) schizzata dell’8% sull’anno in corso, e Schlumberger (NYSE:SLB), con un’impennata del 6% sull’anno in corso.

3. La compagnia di raffinazione con la migliore performance

HollyFrontier: +35% sull’anno in corso

Il titolo di HollyFrontier (NYSE:HFC) prosegue la salita cominciata nel quarto trimestre del 2017, quando è schizzata di ben il 64%, registrando un’altra ottima performance finora nei primi cinque mesi del 2018. Il titolo di HFC segna infatti un’impennata del 35% finora quest’anno.

HFC Daily

La raffineria di Dallas ha registrato un rimbalzo del 70% dei margini di raffinazione del primo trimestre secondo quanto emerge dai risultati pubblicati il 2 maggio, grazie alla riduzione dei costi del greggio del bacino Permiano texano e del Canada. I margini lordi di raffinazione sono saliti a 12,83 dollari al barile nel primo trimestre, rispetto ai 5,29 dollari dello stesso periodo dello scorso anno, superando i margini dei principali rivali come Valero Energy (NYSE:VLO) e Marathon Petroleum (NYSE:MPC).

“Il tasso del 74% di HFC nel trimestre rappresenta la media trimestrale più alta dal terzo trimestre del 2015”, scrivono gli analisti di Jefferies in una nota post-utili dal titolo “Il posto giusto al momento giusto”. HollyFrontier ha inoltre fornito delle solide previsioni, affermando di aspettarsi che i differenziali più alti del greggio permiano e canadese supportino ancora di più i margini nel secondo trimestre. La compagnia ha inoltre intenzione di far funzionare le sue sei raffinerie fino al 92% della loro capacità combinata di raffinazione, pari a 489.630 barili al giorno.

La compagnia è sulla buona strada per registrare ulteriori rialzi grazie alla sua importanza in quanto una delle principali raffinerie degli Stati Uniti.

Un bilancio forte, l’impegno nel pagare dividendi allettanti, l’investimento su opportunità di crescita strategiche nonché il programma di riacquisto di azioni contribuiscono a rendere HollyFrontier un buon investimento in futuro.

Menzioni speciali: Valero Energy, con un’impennata del 26% sull’anno in corso, e Phillips 66 (NYSE:PSX), con un balzo del 17% sull’anno in corso.

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