Non ci sono molte notizie sul petrolio dopo il vertice dell’OPEC+ della scorsa settimana, ma ci sono quattro aspetti da seguire questa settimana.
1. Domanda ancora conforme ai pattern stagionali
Nonostante i lockdown che si sono abbattuti sui mercati del petrolio, la domanda e l’offerta continuano a seguire i pattern stagionali che seguivano prima del coronavirus.
La domanda di petrolio ne è un buon esempio. Un modo per valutare la domanda del petrolio è quello di esaminare l’utilizzo delle raffinerie di greggio negli Stati Uniti. Gennaio solitamente è un periodo di domanda elevata e le raffinerie lavorano a ritmi serrati per produrre benzina e altri prodotti raffinati.
Finora, il 2021 sembra stia seguendo pattern già visti negli Stati Uniti.
2. Morsa del freddo in Europa e in Asia
Un’ondata di freddo eccezionale sta colpendo l’Europa e l’Asia e sta causando l’aumento dei prezzi del gas naturale, in particolare il prezzo del gas naturale liquefatto verso l’Asia. La difficoltà nel reperire gas naturale a sufficienza sta costringendo le centrali asiatiche ad optare per il carbone e il petrolio a basso tenore di zolfo.
Questo sta causando anche l’aumento dei prezzi del gas naturale negli USA. Inoltre, le previsioni meteorologiche indicano che il Midwest degli USA sarà presto colpito ad un vortice polare con temperature rigide che potrebbero interessare anche l’area atlantica.
I trader forse ricorderanno che nel gennaio 2018 il nordest degli USA è stato interessato da un vortice polare che ha causato un’impennata dei prezzi del gas naturale. Questo è avvenuto a causa degli ingorghi a collo di bottiglia causati dalla capacità insufficiente dei gasdotti del New England, una situazione che ha avuto un impatto anche sul Canada.
Le centrali elettriche sono state costrette bruciare carbone e petrolio per produrre energia elettrica e importare gas naturale dalla Russia. È poco probabile che la stessa situazione si verifichi nel Midwest, in quanto la regione non è a rischio ingorgo come il New England, ma sarebbe utile seguire l’andamento delle forniture di gas naturale verso il Midwest, soprattutto ora che molto gas naturale USA è liquefatto e mandato oltreoceano.
3. Le azioni petrolifere sono in calo oppure no?
I dati dell’EIA di questa settimana hanno mostrato che le scorte di greggio negli USA sono scese di 3,2 milioni di barili la scorsa settimana, il quinto calo consecutivo. Al contempo, le azioni di petrolio e raffinati sono in salita. Tutto normale per questo periodo dell’anno.
I prezzi inizialmente sono saliti dopo la notizia del calo delle scorte, ma poi hanno visto un rimbalzo. Forse il marcato ha reagito alla dichiarazione del Segretario Generale dell’ OPEC, Mohammad Barkindo, sullo stato delle scorte globali. Mercoledì ha dichiarato che i livelli delle scorte sono “attualmente molto elevati” sia nei paesi OCSE che non OCSE.
Le scorte nei paesi OCSE sono 160 milioni di barili al di sopra della media quinquennale. Dunque, mentre i mercati potrebbero essere temporaneamente esaltati dal calo delle scorte negli USA, 3 milioni di barili sono solo una goccia in mezzo al mare.
L’Arabia Saudita ha dichiarato che il suo taglio “a sorpresa” di 1 milione di barili al giorno della scorsa settimana è stato deciso per contribuire a far scendere i livelli delle scorte. I trader dovrebbero controllare se il taglio della produzione saudita avrà un impatto sulle scorte di greggio oppure se si è trattato solo una mossa di facciata.
4. Previsioni divise sul mercato del petrolio per il 2021
Organizzazioni, banche e altre aziende operanti nel mercato del petrolio si mostrano divise sulle previsioni per il 2021. Da una parte ci sono quelli che credono che la domanda del 2021 non raggiungerà i livelli pre pandemia. Dall’altra parte, quelli che credono che ci riuscirà.
Goldman Sachs ha previsto questa settimana che il Brent toccherà i 65 dollari al barile entro l’estate. Intanto, l’EIA ha rilasciato delle previsioni di 53 dollari al barile per il Brent nel 2021 e 2022.
Le previsioni dell’OPEC si basano sull’idea che la domanda di petrolio non tornerà ai livelli del 2019 nel 2021, ma il ministro del petrolio degli Emirati Atabi Uniti, Suhail Mazroui, è più ottimistia. Secondo lui la domanda tornerà ai livelli del 2019 per la fine del 2021 o per l’inizio del 2022.
L’azienda petrolifera Vitol crede che la debolezza del settore viaggi impedirà ai consumi di tornare ai livelli del 2019 quest’anno. Le previsioni di Vitol sono parecchio pessimiste e indicano una ripresa della domanda di jet fuel in Asia a partire dal terzo trimestre di quest’anno.
Tuttavia, è possibile che la debolezza della domanda del jet fuel non incida così tanto. Questo perché le raffinerie USA stanno producendo meno jet fuel per barile di greggio. Stanno addirittura trasformando il jet fuel in eccesso in petrolio a basso tenore di zolfo per le navi, un prodotto più richiesto. Dunque, sebbene in trasporto aereo sia ancora un indicatore importante della domanda di petrolio, potrebbe non essere più così importante come lo era prima.
Poche previsioni considerano la possibilità di grandi cambiamenti nel nuovo anno.
I trader dovranno ricordare che la maggior parte delle organizzazioni, delle persone e delle aziende che realizzano tali previsioni hanno degli interessi nell’andamento della domanda, verso l’una o l’altra direzione. Questo aspetto deve essere valutato sempre quando si esaminano le previsioni.