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Quattro banche americane fallite in quattro mesi: è finito il terremoto?

Pubblicato 02.05.2023, 12:46
Aggiornato 07.04.2022, 10:55

Con 229,1 miliardi di dollari di asset totali alla chiusura, la First Republic Bank (NYSE:FRC) è diventata il secondo maggiore fallimento bancario della storia americana.

Ieri la Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC) ha annunciato che i regolatori hanno preso il controllo della First Republic Bank e JPMorgan (NYSE:JPM) si prepara ad acquisirla. Lo sviluppo arriva in scia al collasso di altre tre grandi banche statunitensi negli ultimi mesi: Silvergate Bank, Signature Bank e Silicon Valley Bank.

First Republic rilevata dopo aver perso il 40% dei depositi nel Q1

In un comunicato di ieri, la FDIC ha annunciato di aver rilevato la First Republic Bank. L’agenzia federale ha aggiunto che JPMorgan ha deciso di acquisirne la maggior parte degli asset e dei depositi.

Con 229,1 miliardi di dollari di asset totali alla chiusura, la First Republic Bank è diventata il secondo maggiore fallimento bancario della storia americana. Ed è anche la quarta importante banca statunitense a fallire negli ultimi quattro mesi.

L’acquisizione arriva qualche giorno dopo la notizia di una perdita di circa il 40% dei depositi, pari a quasi 100 miliardi di dollari, nel primo trimestre. La portata della perdita di depositi della banca è stata un’eccezione rispetto ad altre banche regionali, che hanno visto un calo dei depositi di circa il 5% in media nel primo trimestre.

E nonostante un’iniezione da 30 miliardi da parte di varie importanti banche americane, First Republic non è riuscita a fermare l’emorragia. La situazione ha creato ansia nel settore e la banca la scorsa settimana ha reso noto che stava cercando aiuto per rimettere in forma il bilancio dopo la fuga di depositi.

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Ha cercato di vendere fino a 100 miliardi di dollari di prestiti e titoli per ristrutturare il suo bilancio. Ma aveva escluso la vendita ad un’altra banca.

Ora 84 filiali di First Republic in otto stati riaprono come filiali di JPMorgan Chase. La FDIC stima che il costo dell’amministrazione controllata della First Republic sarà di circa 13 miliardi, meno dei 20 miliardi preventivati per il costo del fallimento della Silicon Valley Bank.

La First Republic diventa la quarta banca USA ad essere fallita nel 2023

Il recente collasso della First Republic segue il fallimento di tre banche statunitensi nelle prime settimane di marzo. Dopo parecchi mesi difficili in scia al collasso di FTX, Silvergate Bank, una banca legata alle cripto, ha annunciato la liquidazione l’8 marzo.

Appena due giorni dopo, SVB Financial Group, uno dei creditori più popolari delle startup tech della Silicon Valley, ha visto una corsa agli sportelli. La FDIC ha preso il controllo della banca ed ha cominciato a valutarne la vendita degli asset.

E, il 12 marzo, i regolatori federali hanno chiuso la Signature Bank (OTC:SBNY) nei timori di un continuo contagio. Speravano che la chiusura della Signature Bank avrebbe contribuito a contenere il panico.

I regolatori statunitensi hanno annunciato delle misure di emergenza dopo i fallimenti di marzo per evitare una crisi bancaria e ripristinare la fiducia nel settore bancario. La Federal Reserve ha inoltre rivelato che sta pensando di introdurre requisiti di capitale e di liquidità più severi per le banche di media dimensione.

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I fallimenti bancari arrivano ad ondate

Dalla creazione della FDIC durante la Grande Depressione, gli Stati Uniti hanno vissuto due grandi crisi bancarie, che hanno entrambe visto il fallimento di centinaia di banche. Tuttavia, al di fuori di questi due periodi, i fallimenti bancari americani sono diventati poco comuni, secondo un report di Pew Research.

Tra il 1941 e il 1979, è fallita una media di 5,3 banche all’anno. C’è stata una media di 4,3 fallimenti all’anno tra il 1996 e il 2006 e di 3,6 tra il 2015 e il 2022. Prima dei recenti collassi di Silvergate Bank, Signature Bank e First Republic Bank, erano passati oltre due anni dall’ultimo fallimento.

Un secolo fa, la situazione era diversa. I dati della FDIC mostrano una media di 635 banche fallite ogni anno dal 1921 al 1929. Si trattava perlopiù di piccole banche rurali, che erano comuni perché molti stati limitavano le banche ad un singolo ufficio.

La Grande Depressione ha devastato il settore bancario della nazione. Tra il 1930 e il 1933, oltre 9.000 banche erano fallite in tutto il paese, ma stavolta erano grandi, urbane e apparentemente stabili.

La recente ondata di fallimenti bancari negli Stati Uniti ha spinto qualcuno a paragonare la situazione attuale alle crisi bancarie del passato. E questo ha scatenato i timori per l’eventualità che la nazione possa essere diretta verso un’altra diffusa crisi bancaria, soprattutto dato che i fallimenti bancari statunitensi solitamente avvengono ad ondate.

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Né l’autore, Ruholamin Haqshanas, né il sito web, The Tokenist, offrono consigli finanziari.

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Nota: Articolo originale pubblicato su The Tokenist. Consulta la newsletter gratuita di The Tokenist, Five Minute Finance, per un’analisi settimanale dei principali trend nel campo della finanza e della tecnologia.

Ultimi commenti

Troppi banchieri e pochi comtadini!
....ritornare alla tera
Il sistema bancario è sempre più un gigante con i piedi di argilla
siamo solo all'inizio..
Quello della First RBank non è un fallimento ma un esproprio.
Però poi, il problema sono le anche italiane.. e la cosa bella è che queste magnifiche banche Usa avevano rating eccellenti.. pazzesco.
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