- L’S&P 500 registra il miglior inizio di Q4 della storia
- Tuttavia, le principali ragioni dietro al rally sembrano essere di breve durata
- Utili, tassi di interesse, rischi di recessione e crisi energetica europea sono ancora dei problemi
- Il dato di lunedì sull’attività industriale ed il report di martedì sull’occupazione negli Stati Uniti hanno dato agli investitori speranza che la Federal Reserve possa rallentare con gli aumenti dei tassi di interesse e smetterla con questo ritmo da 75 punti base per volta. Tuttavia, dobbiamo ricordare che avevamo visto un rally simile qualche mese fa, con i dati sull’inflazione migliori del previsto, e i mercati azionari erano schizzati. Però la Fed non aveva cambiato idea.
- Il risultato del primo turno delle elezioni in Brasile, uno dei principali esportatori di materie prime, ha portato ad un secondo turno molto teso. La corsa tra l’ex presidente Lula e il presidente Bolsonaro implica posizioni economiche più moderate da entrambe le parti, ma soprattutto per Lula, il candidato di sinistra che dovrebbe adottare una politica economica più socialista. Le società europee e nordamericane con una forte esposizione al Brasile stanno traendo vantaggio da questo trend.
- 1974: (-11,9%): +16,3%.
- 1986: (-8,5%): +5,5%.
- 2001: (-8,2%): +1,8%.
- 2002: (-11%): +8,6%.
- 2008: (-9,1%): -16,9%.
- 2011: (-7,2%): +10,8%.
- 2022: (-8%): ???
- Le banche centrali continueranno ad alzare i tassi di interesse. I dati difficilmente dissuaderanno la Fed da un altro considerevole aumento dei tassi a novembre. Persino ieri, la Presidente della Federal Reserve Bank di San Francisco Mary Daly ha affermato che vede difficile rallentare il ritmo degli aumenti da 75 punti base.
- Il mercato si aspetta un tasso di crescita degli utili S&P 500 nel terzo trimestre pari a “solo” il 3,2%. Se così dovesse essere, sarebbe il tasso di crescita più lento dal terzo trimestre del 2020.
- L’inverno è vicino e l’Europa non ha ancora capito come gestire il taglio delle forniture di gas russo, le restrizioni ed altri problemi.
- Inoltre, i macro-dati ieri in Europa non sono stati esattamente buoni:
- L’indice The PMI composito per la zona euro è risultato pari a 48,1, estendendo il rallentamento per il terzo mese di fila e indicando il calo della produzione più rapido dal gennaio 2021. La produzione sia nel settore manifatturiero che dei servizi è scesa.
- L’indice PMI sui servizi tedesco è sceso a 45, il terzo mese consecutivo di contrazione del settore ed il calo peggiore dal maggio 2020.
- L’indice PMI sui servizi in Spagna è sceso a 48,5 da 50,6 del mese prima. Questa lettura indica la prima contrazione nel settore dei servizi del paese da gennaio.
L’S&P 500 ha iniziato il mese con un rally straordinario, balzando del 5,7% tra lunedì e martedì, la sua performance migliore della storia per i primi due giorni di scambi di un Q4. Il record precedente era del 1990, quando l’indice era schizzato del 3,1% nei primi due giorni chiudendo il trimestre a +4,6%.
Tuttavia, non è insolito come sembra. Se si considerano i 100 rialzi giornalieri più significativi nell’S&P 500 dal 1928, si potrebbe pensare che la maggior parte di essi siano stati in un bull market, ma non è così. In effetti, oltre metà (58%) sono stati in bear market.
Possiamo individuare due principali ragioni a breve termine per il rimbalzo:
Inoltre, l’S&P 500 ha perso il 9,34% a settembre. A parte il 2008, in ogni altra occasione in cui l’indice aveva perso il 7% o più a settembre, i titoli azionari si sono poi ripresi ad ottobre:
L’attuale bear market è il più lungo dal 2007-2009. La durata media di un bear market negli ultimi 82 anni è 14 mesi, sebbene sia molto variabile. Ad esempio, il bear market del 2020 è durato solo un mese, mentre il bear market del 2000-2002 è durato 31 mesi.
Trovo difficile credere che i mercati abbiano terminato questo periodo bearish. Ed ho quattro motivi per pensarlo:
Per chiudere con una nota positiva, siamo ad ottobre, un mese solitamente il 36% più volatile della media degli altri 11 mesi dell’anno. Per il momento, l’indice VIX sulla volatilità tiene, e non è neanche lontanamente vicino ai precedenti picchi dell’anno.
Nota: L’autore non possiede nessuno degli asset menzionati nell’articolo.