Secondo la nota testata i risultati del terzo trimestre (30 ottobre) potranno dare una spinta alle quotazioni, dopo una performance piatta dall’inizio dell’anno. La società nel mirino delle proteste da Budapest a Madrid. La replica del Ceo Chesky: svilupperemo il business degli affitti di lunga durata
Gli analisti prevedono una crescita dell’utile del 17% per cinque anni
Si difende bene il titolo Airbnb nonostante i crescenti venti contrari in Europa, dove fra gli abitanti delle grandi città turistiche monta l’avversione verso il business degli affitti brevi, accusati di essere una delle cause della carenza di alloggi per i residenti.
Nell’ultimo mese le quotazioni di Airbnb sono salite del 13%. L’attuale prezzo dell’azione (133,27) dollari supera la media dei target price degli analisti, indicata da Market Screener a 128 dollari.
Secondo Barron’s, Airbnb è uno dei titoli tech che vale la pena comprare in vista dei prossimi risultati trimestrali che potrebbero riservare sorprese positive. Oggi l’azione Airbnb viene scambiata a 29 volte l'utile per azione previsto per il 2025, pari a 4,60 dollari. Si tratta di un valore interessante, pari a meno di due volte la crescita annua degli utili prevista dagli analisti per i prossimi cinque anni, pari a +17%. Per l’S&P 500 lo stesso multiplo è il doppio del tasso di crescita previsto degli utili.
Attesi nel terzo trimestre ricavi a 3,71 miliardi di dollari
Barron’s sostiene che se gli utili del terzo trimestre di Airbnb, attesi per il 30 ottobre, mostreranno una crescita così rapida, il titolo potrà rimbalzare. Gli analisti prevedono che il fatturato aumenterà di poco più del 9%, raggiungendo i 3,71 miliardi di dollari, perché la crescita delle prenotazioni lorde, ovvero l'importo totale speso dai consumatori per l'alloggio, sta rallentando rispetto all'impennata post-pandemica.
Mark Mahaney, analista di Evercore ISI, afferma che un fatturato di 3,71 miliardi di dollari sarebbe “ragionevole”, perché sarebbe in linea con la media storica del calo trimestrale del terzo trimestre. Una simile crescita dei ricavi, dice l’analista, sarebbe sufficiente a risollevare il titolo che dall’inizio dell’anno è in sostanziale parità.
Budapest: governo in campo per frenare gli affitti brevi
Intanto il governo ungherese sta valutando un piano per imporre una moratoria sulle nuove licenze Airbnb a Budapest e per aumentare le tasse sugli affitti di appartamenti a breve termine nella capitale. Lo ha annunciato lunedì 14 ottobre il ministro dell'Economia, Marton Nagy, dopo che i residenti del sesto distretto di Budapest hanno votato per vietare gli affitti a breve termine a partire dal 2026. Sarebbe il primo divieto di questo tipo in una delle destinazioni turistiche più popolari d'Europa. Alcuni residenti di località turistiche europee accusano gli affitti a breve termine di far lievitare i prezzi delle case.
Domenica scorsa migliaia di persone hanno manifestato a Madrid per chiedere alloggi più accessibili, in un clima di crescente rabbia da parte degli spagnoli che ritengono di essere esclusi dal mercato. Sotto lo slogan “La casa è un diritto, non un business”, i residenti hanno sfilato nella capitale spagnola per chiedere prezzi di affitto più bassi e migliori condizioni di vita.
A luglio, il governo spagnolo ha annunciato un giro di vite sugli affitti a breve termine e stagionali per le vacanze. La Spagna sta cercando di trovare un equilibrio tra la promozione del turismo, uno dei motori principali della sua economia, e la risposta alle preoccupazioni dei cittadini per gli affitti troppo alti a causa della gentrificazione e del passaggio dei proprietari agli affitti turistici più redditizi.
La replica del Ceo Brian Chesky
La risposta di Airbnb a queste contestazioni è un piano per fare crescere il business di affitti a lungo termine, che si riferisce a soggiorni di 28 giorni o più. Lo ha detto recentemente il Ceo Brian Chesky. “Soggiorni da 30 a 90 giorni, soggiorni mensili, soggiorni stagionali, credo siano un'enorme opportunità di crescita”, ha detto Chesky. Le prenotazioni di affitti a lungo termine sono cresciute negli ultimi anni, ha aggiunto, e ora raggiungono il 17-18% dell'attività dell'azienda, rispetto al 13-14% di prima della pandemia.
Gli analisti prevedono una crescita dell’utile del 17% per cinque anni
Si difende bene il titolo Airbnb nonostante i crescenti venti contrari in Europa, dove fra gli abitanti delle grandi città turistiche monta l’avversione verso il business degli affitti brevi, accusati di essere una delle cause della carenza di alloggi per i residenti.
Nell’ultimo mese le quotazioni di Airbnb sono salite del 13%. L’attuale prezzo dell’azione (133,27) dollari supera la media dei target price degli analisti, indicata da Market Screener a 128 dollari.
Secondo Barron’s, Airbnb è uno dei titoli tech che vale la pena comprare in vista dei prossimi risultati trimestrali che potrebbero riservare sorprese positive. Oggi l’azione Airbnb viene scambiata a 29 volte l'utile per azione previsto per il 2025, pari a 4,60 dollari. Si tratta di un valore interessante, pari a meno di due volte la crescita annua degli utili prevista dagli analisti per i prossimi cinque anni, pari a +17%. Per l’S&P 500 lo stesso multiplo è il doppio del tasso di crescita previsto degli utili.
Attesi nel terzo trimestre ricavi a 3,71 miliardi di dollari
Barron’s sostiene che se gli utili del terzo trimestre di Airbnb, attesi per il 30 ottobre, mostreranno una crescita così rapida, il titolo potrà rimbalzare. Gli analisti prevedono che il fatturato aumenterà di poco più del 9%, raggiungendo i 3,71 miliardi di dollari, perché la crescita delle prenotazioni lorde, ovvero l'importo totale speso dai consumatori per l'alloggio, sta rallentando rispetto all'impennata post-pandemica.
Mark Mahaney, analista di Evercore ISI, afferma che un fatturato di 3,71 miliardi di dollari sarebbe “ragionevole”, perché sarebbe in linea con la media storica del calo trimestrale del terzo trimestre. Una simile crescita dei ricavi, dice l’analista, sarebbe sufficiente a risollevare il titolo che dall’inizio dell’anno è in sostanziale parità.
Budapest: governo in campo per frenare gli affitti brevi
Intanto il governo ungherese sta valutando un piano per imporre una moratoria sulle nuove licenze Airbnb a Budapest e per aumentare le tasse sugli affitti di appartamenti a breve termine nella capitale. Lo ha annunciato lunedì 14 ottobre il ministro dell'Economia, Marton Nagy, dopo che i residenti del sesto distretto di Budapest hanno votato per vietare gli affitti a breve termine a partire dal 2026. Sarebbe il primo divieto di questo tipo in una delle destinazioni turistiche più popolari d'Europa. Alcuni residenti di località turistiche europee accusano gli affitti a breve termine di far lievitare i prezzi delle case.
Domenica scorsa migliaia di persone hanno manifestato a Madrid per chiedere alloggi più accessibili, in un clima di crescente rabbia da parte degli spagnoli che ritengono di essere esclusi dal mercato. Sotto lo slogan “La casa è un diritto, non un business”, i residenti hanno sfilato nella capitale spagnola per chiedere prezzi di affitto più bassi e migliori condizioni di vita.
A luglio, il governo spagnolo ha annunciato un giro di vite sugli affitti a breve termine e stagionali per le vacanze. La Spagna sta cercando di trovare un equilibrio tra la promozione del turismo, uno dei motori principali della sua economia, e la risposta alle preoccupazioni dei cittadini per gli affitti troppo alti a causa della gentrificazione e del passaggio dei proprietari agli affitti turistici più redditizi.
La replica del Ceo Brian Chesky
La risposta di Airbnb a queste contestazioni è un piano per fare crescere il business di affitti a lungo termine, che si riferisce a soggiorni di 28 giorni o più. Lo ha detto recentemente il Ceo Brian Chesky. “Soggiorni da 30 a 90 giorni, soggiorni mensili, soggiorni stagionali, credo siano un'enorme opportunità di crescita”, ha detto Chesky. Le prenotazioni di affitti a lungo termine sono cresciute negli ultimi anni, ha aggiunto, e ora raggiungono il 17-18% dell'attività dell'azienda, rispetto al 13-14% di prima della pandemia.