Rigida disciplina finanziaria.
Giovedì 17 novembre Alibaba ha presentato a sorpresa un risultato in perdita per il suo secondo trimestre, chiuso a fine settembre, ma ha descritto un quadro in miglioramento dell’e-commerce in Cina e soprattutto ha rassicurato gli investitori dimostrando che sta seguendo una rigida disciplina finanziaria, che non ammette sprechi o spese non motivate.
La perdita di 2,9 miliardi di dollari (al posto di un utile previsto di oltre 2 miliardi) è frutto di una pulizia contabile che ha portato la società a svalutare alcuni investimenti, fra i quali la quota in Didi, la società cinese di ride-hailing (trasporto di passeggeri con autista), e la partecipazione nell’indonesiana GoTo.
Al netto delle voci straordinarie, il secondo trimestre di Alibaba si è chiuso con un utile per Adr (il certificato rappresentativo delle azioni quotato a New York) di 12,92 yuan (1,85 dollari). Il risultato è superiore alle stime di Reuters che si aspettava 11,62 yuan.
Buyback esteso al 2025. Titolo in rialzo
I risultati non sono affatto dispiaciuti al mercato finanziario, che ha particolarmente apprezzato l’annuncio di un potenziamento del piano di buy-back di Alibaba, con altri 15 miliardi di dollari che saranno investiti nell’acquisto di azioni proprie, in aggiunta ai 25 miliardi del programma già in corso che sarà esteso al 2025.
Giovedì sera a Wall Street Alibaba ha chiuso in rialzo del 7,8% a 84,26 dollari. Venerdì mattina a Hong Kong l’azione ha segnato un rialzo del 2,1%. La banca d’affari americana Jefferies segnala fra i dati più confortanti la crescita del 24% dell’Ebitda.
Il Ceo Zhang: benefici dall’allentamento della politica zero-Covid.
C’è poi un altro elemento, forse il più importante, che ha dato sollievo alle preoccupazioni degli investitori. Nella conference call con gli analisti il Ceo di Alibaba, Daniel Zhang, ha detto che è già in corso l’allentamento della rigida politica zero-Covid del governo cinese, con evidenti benefici per il settore del commercio. Zhang ha spiegato che i controlli sul Covid in Cina hanno disturbato la capacità di Alibaba di consegnare i pacchi, frenando le vendite del gruppo in un momento di forte crescita della concorrenza.
Si spiega anche così il dato non entusiasmante dei ricavi, che nel secondo trimestre sono saliti solo del 3% a 207,1 miliardi di yuan (29,1 miliardi di dollari), restando al di sotto dell’obiettivo previsto dal consensus degli analisti (208,5 miliardi di yuan).
“La ricomparsa del Covid ha colpito un'area dopo l'altra, causando anomalie o sospensioni del servizio logistico in diversi luoghi - ha dichiarato il manager – danneggiando l’attività dei commercianti e creando difficoltà per i consumatori”.
Le interruzioni hanno interessato quasi il 15% delle aree di consegna in Cina a partire da ottobre e per tutto il periodo della campagna promozionale del Single’s Day, che è durata dal 31 ottobre all’11 novembre.
Jefferies: Alibaba in posizione privilegiata.
“Ci aspettiamo un impatto positivo dalla recente introduzione delle nuove misure per la pandemia da parte delle autorità. Notiamo ancora alcuni disagi nella logistica in alcune regioni del Paese – ha detto Zhang -, ma nel complesso ci aspettiamo che le cose continuino a migliorare”.
Secondo gli analisti di Jefferies, Alibaba si trova in una posizione privilegiata per affrontare la riapertura, grazie alla sua enorme base di utenti, al perseguimento di strategie di segmentazione dei clienti e all'ampia selezione di prodotti.
Impressionante il consenso degli analisti.
Il consensus degli analisti prevede che Alibaba chiuderà a marzo l’intero esercizio 2022/2023 con ricavi in crescita del 4,6% a 125 miliardi di dollari e un utile di 8,7 miliardi di dollari (+1,1%). Il margine operativo è previsto in miglioramento al 10,9% dall’8,1% dell’esercizio precedente.
Nei primi 10 mesi dell’anno le quotazioni di Alibaba a Wall Street sono cadute del 47%, arrivando il 31 ottobre scorso a toccare un minimo di 63,58 dollari. Da allora il titolo ha recuperato il 32%. Al valore attuale, Alibaba capitalizza 223 miliardi di dollari, pari a 23 volte gli utili attesi per l’esercizio in corso e 14 volte quelli del prossimo esercizio.
Impressionante il consenso degli analisti, con 40 raccomandazioni di acquisto su 44 esperti che coprono il titolo. Il target price medio è 134 dollari (upside del 60%).