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Alluminio al picco di 4 mesi, paura per la Russia; per i grafici il rally continua

Pubblicato 08.02.2022, 13:06
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Il conflitto Russia-Ucraina non ha fatto schizzare solo i prezzi di petrolio e gas. Anche i prezzi dei metalli si trovano in questa ondata, considerata la posizione della Russia di importante produttore di materie prime.

Una settimana fa abbiamo parlato del rally del palladio sulle speculazioni di una carenza di scorte nelle miniere russe nonostante la produzione stia proseguendo come se fosse normale. Ora, abbiamo l’alluminio ai massimi di quattro mesi.

La paura che il gasdotto Nord Stream 2 venga chiuso se la Russia invaderà l’Ucraina ha spinto l’alluminio ai picchi di ottobre in apertura degli scambi sul London Metal Exchange questo martedì. L’alluminio è un metallo che richiede molta energia per la sua produzione e il gas ne è la fonte principale.

La Russia è anche un importante produttore di alluminio e la minaccia di sanzioni degli USA o dell’Occidente contro Mosca nel caso di un attacco all’Ucraina ha alimentato i timori per le scorte della materia prima.

Aluminum Monthly

Grafici gentilmente forniti da skcharting.com

Nel 2018, le sanzioni contro la Russia ed il suo colosso dell’alluminio United Co. RUSAL (MCX:RUAL) avevano comportato un’impennata dei prezzi globali dell’alluminio.

I prezzi stanno schizzando senza sosta dalla fine di novembre, con +7% a dicembre e quasi +11% dall’inizio del 2022.

Supportano questo rally anche la diminuzione delle scorte LME del metallo e le limitazioni per il coronavirus nella città cinese di Baise, che hanno colpito i trasporti dell’allumina, secondo quanto riporta Reuters.

Questo martedì, il contratto a tre mesi dell’alluminio sul London Metal Exchange rimbalza del 2,6% a 3.170 dollari la tonnellata, dopo aver precedentemente toccato il picco dal 19 ottobre di 3.172 dollari.

Le scorte di alluminio nei magazzini approvati dal LME sono scese a 768.250 tonnellate, il minimo dal febbraio 2007.

La differenza tra l’alluminio LME ed il contratto a tre mesi è salita a 40 dollari la tonnellata, il massimo dal luglio 2018, indicando una riduzione delle scorte immediate.

In Asia, il contratto di marzo dell’alluminio sullo Shanghai Futures Exchange è salito dell’1,4% a 22.465 yuan (3.533,90 dollari) la tonnellata. All’inizio della seduta aveva toccato i 22.625 yuan, picco dal 22 ottobre dello scorso anno.

Antaike, un’agenzia di consulenza sostenuta dal governo cinese, in una dichiarazione di ieri ha reso noto che parte della produzione locale di allumina è stata colpita dalle restrizioni per il COVID-19 a Baise, nella regione di Guangxi, e che più produttori hanno subìto problemi nei trasporti.

Supplychaindrive.com riportava nelle sue prospettive 2022 che l’alluminio era uno dei cinque prodotti che avrebbe visto scorte limitate quest’anno, in parte per il rally del prezzo del gas.

L’impennata dei prezzi del gas naturale in Europa ha anche spinto alcuni produttori a ridurre la produzione, esacerbando la situazione delle scorte globali. L’Europa ha perso più di 650.000 tonnellate di capacità di produzione annuale da quando è iniziato l’aumento dei prezzi degli energetici ad ottobre, secondo quanto scritto da European Aluminium in una lettera all’UE il 14 gennaio.

La Cina ha tagliato la produzione di alluminio e di altri metalli a consumo intensivo di energia l’anno scorso, nell’ambito del suo piano per la riduzione delle emissioni di carbonio, e un report di ING Group indica che la produzione primaria nel paese è 1,2 milioni di tonnellate in meno rispetto alle stime della banca.

Tuttavia, i produttori di lattine in alluminio hanno investito su nuovi progetti per aumentare la capacità negli USA: a settembre, Ball Corporation (NYSE:BLL) ha annunciato che costruirà un impianto di confezionamento da 290 milioni di dollari in Nevada. Ma dal momento che l’impianto non sarà attivo prima della fine del 2022, la società prevede che la domanda continuerà a superare le scorte sul breve periodo.

Ma cosa dicono i grafici dell’alluminio? Questo rally continuerà?

Aluminum Weekly

Sunil Kumar Dixit, a capo delle strategie tecniche di skcharting.com, nota che l’alluminio è appena sotto il picco di ottobre di 3.198 dollari e potrebbe raggiungere un nuovo picco di ben 3.458 dollari.

Il metallo al momento sta testando il tetto di un’oscillazione di 676 dollari dal massimo di ottobre di 3.198 dollari al minimo di novembre di 2.522 dollari, spiega.

Un consolidamento del prezzo a breve termine potrebbe innescare un’azione laterale con lievi correzioni per colmare il gap rimasto tra 3.063 e 3.110 dollari, aggiunge Dixit.

Un’infrazione sotto la media esponenziale su 5 settimane di 3.049 e 3.008 dollari sarà il primo segno di stanchezza, con potenziali correzioni a testare i livelli di 2.850 e 2.600 dollari, importanti zone di supporto, afferma.

“Dei breakout sopra 3.198 dollari possono estendere il rally a testare 3.358 e 3.458 dollari come iniziali rialzi”.

Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.

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