La clamorosa gaffe della presidente Lagarde di metà marzo in cui sosteneva che non è compito della Bce controllare gli spread tra vari paesi, ha letteralmente mandato in orbita il differenziale tra quello italiano e tedesco spintosi fino a 300 punti per poi rientrare in occasione di una correzione delle dichiarazioni.
La situazione di restringimento è però terminata da un pezzo come dimostra la tenuta di quota 130, dove la presenza di un doppio minimo ha fermato la contrazione dello spread, in particolare dalla scorsa primavera quando avevamo assistito ad un crollo delle quotazioni dai 285 a 130 punti dovuta sia al cambio di governo sia per le nuove manovre monetarie espansive di Mario Draghi.
I prezzi adesso non riescono a scendere sotto i 170 punti, precedente resistenza ora supporto e sembrano indirizzati per un nuovo ritorno a 230 punti. Eventuali violenti accelerazioni sopra 230 potrebbero portare i corsi verso 270/280 punti dove transita la trendline ribassista di lungo periodo e livello da approfittare per eventuali acquisti di Btp.
Solamente con la violazione di 300 punti e della suddetta trendline si avrà un cambio di scenario in presenza di una acclamata e grave crisi finanziaria che potrebbe portare il differenziale oltre i 400 punti come nell’agosto del 2008.