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Anteprima CPI: l'inflazione stagnante potrebbe indurre la Fed a ripensare ai tagli dei tassi?

Pubblicato 13.11.2024, 12:56
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  • Oggi esce l'atteso rapporto sull'IPC di ottobre negli Stati Uniti.
  • L'inflazione annua complessiva dovrebbe aumentare del 2,6%, mentre l'IPC core è previsto in crescita del 3,3%.
  • Gli investitori dovrebbero prepararsi a possibili oscillazioni del mercato dopo la pubblicazione dell'IPC, in quanto i mercati finanziari adeguano le loro aspettative sulla prossima mossa della Fed in materia di tassi.
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Il rapporto Indice dei prezzi al consumo (CPI) di ottobre, che sarà pubblicato mercoledì alle 8:30 AM EST, sarà seguito con attenzione in quanto i segnali di inflazione persistente potrebbero costringere la Fed a riconsiderare i suoi potenziali tagli ai tassi.

US CPI Data

Fonte: Investing.com

Si prevede che l'IPC principale acceleri al 2,6% su base annua, rispetto al 2,4% di settembre. Nel frattempo, il CPI core, che esclude i prezzi dei generi alimentari e dell'energia, dovrebbe aumentare dello 0,3% mese su mese, con un guadagno annuale del 3,3%.

Questo segnerebbe il terzo mese consecutivo di lettura core al 3,3%, segnalando le continue sfide per la Fed, che è concentrata sull'"ultimo miglio" del suo percorso per riportare l'inflazione al 2%.

US Core CPI

Fonte: Investing.com

Il cosiddetto "ultimo miglio" della riduzione dell'inflazione è spesso il più difficile da raggiungere.

Se i dati dovessero mostrare una crescita dei prezzi più forte del previsto, potrebbe essere necessario rivalutare la traiettoria dei tassi di interesse della Fed, compreso un potenziale taglio dei tassi a dicembre. Il sentimento del mercato è diviso su un possibile taglio dei tassi il mese prossimo, con i futures che attualmente mostrano probabilità vicine al 50/50, secondo Investing.com Strumento per i tassi della Fed.

Il rapporto CPI arriverà sulla scia della recente vittoria elettorale di Donald Trump, che ha introdotto nuove dinamiche fiscali che potrebbero complicare ulteriormente le prospettive di inflazione della Fed.

L'agenda politica di Trump a favore della crescita, caratterizzata da possibili dazi e da un'immigrazione più rigida, probabilmente stimolerà la domanda, limitando al contempo l'offerta di lavoro, con un conseguente potenziale aumento dei prezzi. Secondo alcuni analisti, se le politiche di Trump avranno effetto, le prospettive di inflazione a lungo termine potrebbero diventare ancora più complesse, spingendo la Fed ad adottare un approccio più cauto all'allentamento monetario.

Con gli operatori obbligazionari che prevedono un aumento dei rendimenti a causa delle preoccupazioni sull'inflazione, un'onda rossa repubblicana in campo fiscale potrebbe modificare ulteriormente le previsioni della Fed sull'inflazione.

In effetti, una stampa dell'IPC più calda del previsto potrebbe far salire ulteriormente i rendimenti, causando turbolenze nei mercati azionari e creando un effetto a catena in tutti i settori sensibili ai tassi di interesse.

Cosa fare ora

Con il perdurare dell'inflazione, gli investitori dovrebbero privilegiare le società dei settori noti per le loro performance in periodi di pressioni sostenute sui prezzi e di incertezza sui tassi di interesse.

L'utilizzo di strumenti come InvestingPro Stock Screener può aiutare a identificare le società di alta qualità che meritano di essere prese in considerazione nel contesto attuale.

Tra i nomi di spicco che hanno fatto la loro comparsa figurano Nvidia (NASDAQ:NVDA), Booking Holdings (NASDAQ:BKNG), AppLovin (NASDAQ:APP), Cheniere Energy (NYSE:LNG), Deckers Outdoor (NYSE:DECK), Cincinnati Financial (NASDAQ:CINF), Interactive Brokers (NASDAQ:IBKR), United Therapeutics (NASDAQ:UTHR) e Hims & Hers Health.

Stocks to Consider

Fonte: InvestingPro

In questo contesto, un portafoglio diversificato tra diversi settori - tra cui tecnologia, energia, sanità e finanza - può fornire un cuscinetto contro la volatilità dell'inflazione, posizionandosi al contempo per potenziali pause o aggiustamenti dei tassi.

Conclusione

Per ora, le prossime mosse della Fed dipendono in larga misura dal fatto che il rapporto CPI di ottobre segnali un percorso di raffreddamento dei prezzi o rafforzi i timori di un'inflazione radicata.

Se i dati rivelano che l'inflazione rimane stabile o aumenta, la Fed potrebbe rallentare la sua traiettoria di riduzione dei tassi, con una potenziale pausa fino all'inizio del 2025.

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Divulgazione: Al momento della stesura del presente documento, sono lungo sull'S&P 500 e su Nasdaq 100 tramite lo SPDR® S&P 500 ETF e l'Invesco QQQ Trust ETF. Sono anche lungo sul Technology Select Sector SPDR ETF (NYSE:XLK).

Ribilancio regolarmente il mio portafoglio di singoli titoli ed ETF sulla base di una costante valutazione del rischio sia del contesto macroeconomico che dei risultati finanziari delle società.

Le opinioni espresse in questo articolo sono esclusivamente quelle dell'autore e non devono essere considerate come consigli di investimento.

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