“Non puoi attraversare il mare semplicemente stando fermo e fissando l’acqua.” (Rabindranath Tagore)
I mercati azionari europei hanno chiuso prevalentemente in rialzo giovedì, con l’FTSE come eccezione negativa. Tra i settori migliori si sono distinti minerari, auto e tecnologia, mentre telecomunicazioni, sanità, media e utilities hanno registrato le peggiori performance. Questi movimenti seguono una chiusura negativa di mercoledì, quando i mercati europei hanno reagito alle implicazioni di una presidenza Trump, caratterizzata da un rally negli Stati Uniti ma da preoccupazioni in Europa per le potenziali ripercussioni sulle politiche commerciali e sulla crescita economica. Negli Stati Uniti, i mercati hanno visto un rally significativo mercoledì, con l’S&P 500 che ha registrato il miglior risultato post-elettorale della sua storia, salendo di oltre il 2,5% e segnando il 48° massimo storico del 2024. La vittoria di Trump e la probabile conquista repubblicana di Camera e Senato hanno scatenato un movimento di risk-on, con l’attenuazione delle incertezze elettorali che ha favorito un rinnovato ottimismo. Tuttavia, gli investitori europei temono che le politiche commerciali di Trump possano minare la crescita e complicare il processo di disinflazione, influenzando le politiche delle banche centrali. La forte vendita di titoli obbligazionari e il rally del dollaro USA hanno attirato l’attenzione sui potenziali impatti delle politiche fiscali e commerciali sulla crescita del deficit e sull’inflazione.
Trump trade again
Le politiche promosse da Trump, come le riduzioni fiscali e la deregolamentazione, sono state accolte positivamente dal mercato per il loro potenziale di stimolo alla crescita economica e al commercio interno. Tuttavia, la prospettiva di un incremento delle tariffe, fino al 60% sui beni provenienti dalla Cina, ha sollevato preoccupazioni per le aziende con forte dipendenza dalla catena di fornitura cinese. I settori maggiormente sotto pressione sono stati quelli del retail, con aziende come Five Below, Best Buy, Wayfair, Dollar General, Dick’s Sporting Goods, Ralph Lauren, Mattel e Hasbro nel mirino degli investitori. Anche le imprese di macchinari come Caterpillar e Deere, nonché quelle produttrici di semiconduttori, hanno ricevuto attenzione. Le banche sono state identificate come uno dei settori più beneficiati dalla deregolamentazione e dall’aumento dell’attività di M&A, mentre il comparto dell’energia onshore e della produzione di acciaio ha visto un rinnovato interesse. Tuttavia, l’impennata dei rendimenti dei Treasury ha riflettuto le preoccupazioni per un deficit fiscale in crescita e per politiche migratorie più rigide, che potrebbero influenzare il costo del lavoro e aumentare la pressione sulla Fed per mantenere un ciclo di allentamento.
Germania sotto shock?
In Europa, l’attenzione si è focalizzata anche sulla politica interna tedesca, dove il governo del Cancelliere Olaf Scholz è crollato dopo che il partner di coalizione FDP ha rifiutato di sostenere un compromesso sulle politiche economiche. Scholz ha annunciato elezioni anticipate entro la fine di marzo, con i sondaggi che favoriscono fortemente la CDU/CSU al 34%, mentre il SPD di Scholz è attorno al 15% e l’AfD si attesta al 17%. Il crollo del governo tedesco ha aggiunto un ulteriore elemento di incertezza ai mercati europei. Le politiche monetarie sono state al centro dell’attenzione, con la Riksbank che ha tagliato i tassi di 50 punti base, segnalando ulteriori possibili riduzioni nel dicembre e nella prima metà del 2025. La Norges Bank ha mantenuto invariati i tassi ma ha confermato una riduzione graduale a partire dal primo trimestre del 2025. La BoE ha previsto un taglio di 25 punti base e un aggiornamento delle previsioni macroeconomiche, sottolineando l’importanza di bilanciare crescita e inflazione. Ricordiamo infine che il risultato delle elezioni USA ha causato un forte calo dell’euro rispetto al dollaro, registrando la peggiore performance giornaliera dal 2016 e scendendo vicino a $1,0700. Diversi analisti prevedono che la debolezza dell’euro possa continuare nei prossimi mesi, con la possibilità di raggiungere la parità se le politiche tariffarie di Trump saranno effettivamente implementate. I mercati hanno rapidamente incorporato aspettative di ulteriori tagli dei tassi da parte della BCE, con un tasso di deposito previsto al 2% entro novembre 2025. Goldman Sachs (NYSE:GS) ha rivisto le sue previsioni per il tasso terminale, ora al 1,75% entro luglio 2025, evidenziando il potenziale impatto negativo delle tariffe sulla crescita del PIL europeo, stimato in una riduzione dello 0,3% per il 2025.
I mercati azionari europei hanno chiuso prevalentemente in rialzo giovedì, con l’FTSE come eccezione negativa. Tra i settori migliori si sono distinti minerari, auto e tecnologia, mentre telecomunicazioni, sanità, media e utilities hanno registrato le peggiori performance. Questi movimenti seguono una chiusura negativa di mercoledì, quando i mercati europei hanno reagito alle implicazioni di una presidenza Trump, caratterizzata da un rally negli Stati Uniti ma da preoccupazioni in Europa per le potenziali ripercussioni sulle politiche commerciali e sulla crescita economica. Negli Stati Uniti, i mercati hanno visto un rally significativo mercoledì, con l’S&P 500 che ha registrato il miglior risultato post-elettorale della sua storia, salendo di oltre il 2,5% e segnando il 48° massimo storico del 2024. La vittoria di Trump e la probabile conquista repubblicana di Camera e Senato hanno scatenato un movimento di risk-on, con l’attenuazione delle incertezze elettorali che ha favorito un rinnovato ottimismo. Tuttavia, gli investitori europei temono che le politiche commerciali di Trump possano minare la crescita e complicare il processo di disinflazione, influenzando le politiche delle banche centrali. La forte vendita di titoli obbligazionari e il rally del dollaro USA hanno attirato l’attenzione sui potenziali impatti delle politiche fiscali e commerciali sulla crescita del deficit e sull’inflazione.
Trump trade again
Le politiche promosse da Trump, come le riduzioni fiscali e la deregolamentazione, sono state accolte positivamente dal mercato per il loro potenziale di stimolo alla crescita economica e al commercio interno. Tuttavia, la prospettiva di un incremento delle tariffe, fino al 60% sui beni provenienti dalla Cina, ha sollevato preoccupazioni per le aziende con forte dipendenza dalla catena di fornitura cinese. I settori maggiormente sotto pressione sono stati quelli del retail, con aziende come Five Below, Best Buy, Wayfair, Dollar General, Dick’s Sporting Goods, Ralph Lauren, Mattel e Hasbro nel mirino degli investitori. Anche le imprese di macchinari come Caterpillar e Deere, nonché quelle produttrici di semiconduttori, hanno ricevuto attenzione. Le banche sono state identificate come uno dei settori più beneficiati dalla deregolamentazione e dall’aumento dell’attività di M&A, mentre il comparto dell’energia onshore e della produzione di acciaio ha visto un rinnovato interesse. Tuttavia, l’impennata dei rendimenti dei Treasury ha riflettuto le preoccupazioni per un deficit fiscale in crescita e per politiche migratorie più rigide, che potrebbero influenzare il costo del lavoro e aumentare la pressione sulla Fed per mantenere un ciclo di allentamento.
Germania sotto shock?
In Europa, l’attenzione si è focalizzata anche sulla politica interna tedesca, dove il governo del Cancelliere Olaf Scholz è crollato dopo che il partner di coalizione FDP ha rifiutato di sostenere un compromesso sulle politiche economiche. Scholz ha annunciato elezioni anticipate entro la fine di marzo, con i sondaggi che favoriscono fortemente la CDU/CSU al 34%, mentre il SPD di Scholz è attorno al 15% e l’AfD si attesta al 17%. Il crollo del governo tedesco ha aggiunto un ulteriore elemento di incertezza ai mercati europei. Le politiche monetarie sono state al centro dell’attenzione, con la Riksbank che ha tagliato i tassi di 50 punti base, segnalando ulteriori possibili riduzioni nel dicembre e nella prima metà del 2025. La Norges Bank ha mantenuto invariati i tassi ma ha confermato una riduzione graduale a partire dal primo trimestre del 2025. La BoE ha previsto un taglio di 25 punti base e un aggiornamento delle previsioni macroeconomiche, sottolineando l’importanza di bilanciare crescita e inflazione. Ricordiamo infine che il risultato delle elezioni USA ha causato un forte calo dell’euro rispetto al dollaro, registrando la peggiore performance giornaliera dal 2016 e scendendo vicino a $1,0700. Diversi analisti prevedono che la debolezza dell’euro possa continuare nei prossimi mesi, con la possibilità di raggiungere la parità se le politiche tariffarie di Trump saranno effettivamente implementate. I mercati hanno rapidamente incorporato aspettative di ulteriori tagli dei tassi da parte della BCE, con un tasso di deposito previsto al 2% entro novembre 2025. Goldman Sachs (NYSE:GS) ha rivisto le sue previsioni per il tasso terminale, ora al 1,75% entro luglio 2025, evidenziando il potenziale impatto negativo delle tariffe sulla crescita del PIL europeo, stimato in una riduzione dello 0,3% per il 2025.