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AUD in rally dopo i dati sul lavoro, EUR in calo

Pubblicato 15.01.2015, 10:01
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Market Brief

I dati sull’occupazione australiana hanno fatto lievitare il complesso AUD a Sydney. A dicembre il tasso di disoccupazione è sceso dal 6,3% al 6,1%, l’economia ha creato 41,6K nuovi posti di lavoro a tempo pieno rispetto al calo pari a 4.100 unità nelle occupazioni a tempo parziale. Il tasso di partecipazione è migliorato lievemente. L’AUD/USD ha trovato buoni ordini d’acquisto sopra la media mobile a 21 giorni (0,8138). Gli indicatori di trend e momentum lasciano presagire un’ulteriore correzione al rialzo perché diminuiscono le probabilità di un taglio della RBA a febbraio. La resistenza chiave staziona a 0,8343/61 (media mobile a 50 giorni / massimo del trend ribassista da ottobre 2014 a gennaio 2015). La coppia AUD/NZD ha raggiunto il massimo mensile (1,0641), il rafforzamento del momentum può spingere il rialzo su livelli intorno a 1,08.

In Giappone, i cross con lo JPY hanno ottenuto ordini d’acquisto migliori dopo che i prezzi alla produzione sono scesi dello 0,4% su base mensile a dicembre, facendo scendere l’IPP annuo all’1,9% dal 2,7% (rispetto al 2,1% previsto). Il governatore della BoJ Kuroda ha detto che la politica espansiva durerà finché sarà necessario, mentre si dice che la BoJ starebbe pensando a estendere il programma di prestiti (che scadrebbe a marzo) per sostenere l’inflazione. Già lo scorso febbraio i due programmi di prestito erano stati prorogati per stimolare gli investimenti in capitale fisso (CAPEX) e incoraggiare le banche a concedere crediti a completamento del massiccio programma di allentamento quantitativo e qualitativo (QQE) della BoJ. Ieri l’USD/JPY è rimbalzato da 116,07, formando un martello: il mercato sta cercando di fissare un minimo. Poiché gli indicatori di trend e momentum sono inclinati negativamente, continuiamo a vedere una resistenza in corrispondenza del massimo della nuvola giornaliera di Ichimoku (118,75). Gli ordini d’acquisto per le opzioni si susseguono sopra 117,50/118,00, le offerte in scadenza oggi si susseguono sotto 116,75. Il supporto chiave rimane a 115,50/57 (61,8% di Fibonacci sul rally da ottobre a dicembre / minimo di dicembre). L’EUR/JPY si è indebolito ulteriormente, scendendo a 137,01 in sica alle vendite di EUR di ieri. Permane una solida resistenza a 140,26/30 (area che include la media mobile a 200 giorni e il 38,2% di Fibonacci).

Come emerso dal dato diffuso ieri a New York, a dicembre le vendite al dettaglio USA sono scese dello 0,9% su base mensile (rispetto al -0,1% previsto e al +0,7% precedente), le vendite al dettaglio al netto delle automobili sono calate dell’1,0% m/m. La debolezza dei dati ha innescato vendite passeggere di USD. L’EUR/USD è salito a 1,1846, prima che discrete offerte macro facessero scendere la coppia di nuovo sotto 1,18. L’EUR/USD è stato scambiato nella stretta fascia 1,1760/93 in Asia. Il sentiment rimane nettamente negativo perché dominano le speculazioni su un QE in piena regola. Ieri il consulente della Corte di Giustizia europea ha chiarito i dubbi, affermando che il precedente programma OMT è “in principio” in linea con i trattati dell’UE. Le sue parole sono state interpretate come un via libera al QE. Gli operatori continuano a vendere sui rally.

L’USD/CAD testa le offerte a 1,20, in calo rispetto all’1,2017 di ieri. Ci sono discreti ordini d’acquisto per le opzioni che conferirebbero supporto a 1,20+, mentre continua la flessione del greggio WTI (già a -1,77% nella seduta odierna). L’USD/NOK continua a trovare buoni ordini d’acquisto prima dei dati commerciali, previsti in peggioramento a dicembre soprattutto per effetto della debolezza dei prezzi del petrolio, sicuramente in gran parte già scontato. I livelli tecnici lasciano presagire una correzione di breve termine, salvo che i dati commerciali non riservino una delusione cocente. Il MACD è in territorio negativo, i pattern a candela mostrano la formazione di una evening star (convinzione 5/9).

A seguire il calendario economico di oggi: IPC (definitivo) m/m e a/a di dicembre in Spagna; prezzi medi delle abitazioni di dicembre in Svezia; PIL non destagionalizzato e budget Maastricht in percentuale rispetto al PIL del 2014 in Germania; bilancia commerciale di dicembre in Norvegia; bilancia commerciale di novembre in Spagna e nell’Eurozona; indice Empire sul manifatturiero di gennaio, IPP m/m e a/a di dicembre, richieste iniziali e continue di sussidi di disoccupazione, aggiornate rispettivamente al 10 e al 3 gennaio, negli Stati Uniti; vendite di case esistenti m/m di dicembre in Canada e prospettive delle aziende della Fed di Philadelphia di gennaio negli Stati Uniti.

Ipek Ozkardeskaya, Market Analyst,
Swissquote Europe Ltd

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