"L'inflazione all'8,6% è troppo. Per questo la Federal Reserve ha deciso di aumentare i tassi d'interesse di 75 punti base per raggiungere l'obiettivo del 2%. Una decisione che non veniva presa da 28 anni."
Iniziamo con le parole citate da Alessandro Albano (Editor di Investing.com) per quanto riguarda le azioni della Fed, che ha accolto le aspettative del mercato e vede i Fed Funds in area 3-3.5% a fine anno. Darà alla banca centrale più "opzioni" davanti a se ma il "cambio in corsa" non era assolutamente previsto da Powell, questo "indebolisce" le previsioni della banca centrale agli occhi dell'investitore.
Dall'altra parte le ultime parole della Lagarde (molta vaga) per la progettazione di un nuovo strumento "anti-frammentazione" e l'applicazione di "maggior" flessibilità ai rimborsi in scadenza nel portafoglio PEPP senza nessuna indicazione sul "salva" spread.
Ciò sta mettendo a rischio la "credibilità" della BCE e sta portando il settore bancario in "pericolo", il FTSE MIB ne è una prova. Nello specifico il FTSE Italia Banks sta accusando il colpo dei mercati obbligazionari, con Btp vicino al 4% e lo spread a 220 punti base.
Va fatto un appunto, sia la Fed che la bce hanno "l'intenzione" attraverso la politica monetaria di mantenere la stabilità finanziaria e proteggere il settore bancario.
Infatti se i tassi d'interessi aumentano oltre alla valuta anche il settore finanziario ne beneficia. Al momento non è così.
Attualmente a far da "padrona" è la volatilità del mercato che va misurata attraverso il rapporto volatilità implicita e volatilità realizzata (IVOL/RVOL)
La volatilità realizzata misura il movimento del prezzo di un asset in un periodo "passato" mentre la volatilità implicita guarda "avanti" e deriva dai prezzi delle opzioni, cioè le scadenze nei 30 giorni successivi (cio che gli investitori "pensano" possa accadere). Graficamente possiamo notare come nei periodi come quello attuale l'alta volatilità sia sinonimo di storni e di come gli investitori si "coprono" con le put. Infatti ogni qualvolta i livelli del VIX sono "sopra" la soglia dei 25 punti la volatilità implicita sovraperforma quella realizzata.
Ecco perchè gli indici di volatilità sono spesso definiti "gli indici di paura". Vediamo come si stanno comportando alcuni settori con una volatilità "persisitente" e l'inflazione alta
Sappiamo che il settore energetico dipende fortemente dal prezzo del petrolio e del natural gas, quello finanziario ha subito un forte ribasso (meno di altri settori) come contraccolpo "iniziale" alle manovre monetarie e anche a quelle geopolitiche. Il realestate nonostante sia uno di quei settori che performano "bene" in periodi inflazionistici sta subendo dei cali maggiori (nell'ultimo mese) del settore tecnologico che sappiamo essere "legato" in maniera inversa all’inflazione in quanto "erode" i guadagni futuri.
Possiamo affermare che la volatilità è "nemica" del rialzo dei prezzi in ogni settore, soprattutto in questo periodo. Quindi con una volatilità alta e persistente, le probabilità che il prezzo scenda sono più alte rispetto ad un'inversione del trend.
Con questi "trend negativi" siamo in recessione?
Al momento questi due "asset" non si stanno comportando come dovrebbero (gli investitori non sono posizionati), e questo è uno dei segnali che ci dice che non siamo (ancora) in recessione.
Ecco una tabella a fare chiarezza. Gli asset class che performano meglio nei diversi cicli economici
Dalla parte opposta troviamo la Cina, ha registrato "forti" guadagni dovuti alla notizia di ulteriori allentamenti delle politiche restrittive per il Covid-19 e del settore tech, incluso un taglio dei tassi di interesse per sostenere la crescita.
Lo Shanghai Composite si trova all'interno di un "trend ribassista" formatosi nel 2007, ma da circa 3 anni (2019) sta percorrendo un trend interno "rialzista", potremmo assistere ad un recupero dei livelli di dicembre 2021 e successivamente valutare come target i 4000 CNY.
ci sarà realmente il "sostegno" del governo e la ripartenza anticipata per il mercato asiatico?
Una cosa è certa, in momenti come questo, le stratagie basate su "quality dividends" sono quelle che portano rendimenti migliori in fase di contrazione.
"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di asset, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico dell'investitore".