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Fed Watch: Banca centrale meno cauta, ma ancora ferma

Pubblicato 21.06.2021, 14:18
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Mentre tutti si concentravano sugli acquisti di bond della Federal Reserve, i policymaker hanno colto tutti di sorpresa durante il vertice del Federal Open Market Committee, rivelando le loro proiezioni per un aumento dei tassi anticipato.

Dopo aver dichiarato per mesi che non ci sarebbero stati aumenti dei tassi fino al 2023, i membri del FOMC hanno cambiato improvvisamente idea, 13 membri su 18 per essere precisi, hanno previsto un aumento iniziale nel 2023 o anche prima, e sette prevedono che il primo aumento avrà luogo nel 2022, secondo le previsioni individuali del famoso grafico dot-plot.

FOMC Dot Plot, giugno 2021

Uno di questi dovrebbe essere il Presidente della Fed di St. Louis, James Bullard. Bullard ha dichiarato alla CNBC venerdì di prevedere un aumento dei tassi per fine 2022, visto che l’inflazione sta salendo più velocemente del previsto.

“Ci aspettavamo un anno positivo, una buona riapertura. Ma si tratta di un anno migliore di quanto avessimo previsto, con un inflazione superiore alle attese”, ha dichiarato Bullard. “Credo sia naturale che ci siamo mostrati meno cauti per contenere le pressioni inflazionarie”.

Infatti, le proiezioni medie della settimana scorsa mettono l’inflazione al 3,4%, in base all’indice PCE, contro le previsioni del 2,4% di marzo, in salita rispetto all’1,8% di dicembre. La crescita del PIL è prevista al 7,0%, su dal 6,5% di marzo e dal 4,2% di dicembre.

Vedete il trend?

Durante la conferenza stampa che ha fatto seguito al vertice FOMC, il presidente della Fed Jerome Powell ha riconosciuto che l’inflation è aumentata “notevolmente” negli ultimi mesi, e i colli di bottiglia delle forniture sono stati maggiori del previsto.

Ma i maghi della Fed la considerano una condizione transitoria, in quanto la proiezione d’inflazione per il 2022 è del 2,1% e per il 2023, del 2,2%. Bullard, da parte sua, vede l’inflazione al 2,5% per il prossimo anno.

Gli investitori hanno reagito alle notizie dal FOMC con il selloff di azioni e titoli del Tesoro, nonostante l’aumento dei rendimenti Treasury fosse di breve durata.

DJIA grafico 300 minuti

Tuttavia, gli analisti hanno invitato alla cautela in quanto ci sarà più volatilità nei mercati per via della maggiore sensibilità all’inflazione e ai report del PIL.

I membri della Fed hanno dichiarato che inizieranno e probabilmente termineranno gli acquisti di bond prima dell’aumento dei tassi, dunque, una data più vicina per l’aumento dei tassi vuol dire una data più vicina anche per la riduzione degli acquisti.

Non si parla più di parlare di riduzione degli acquisti

Fortunatamente, Powell ha indicato che è il momento di “mandare in pensione” la sua battuta su quando i policy maker inizieranno a discutere su quando parlare di una riduzione degli acquisti: ne stanno già parlando. Ma Powell ha confermato che la commissione deve vedere più dati prima di decidere quando rallentare gli acquisti da 120 miliardi di dollari al mese.

Gli analisti ora si aspettano di ricevere delle indicazioni sulla tempistica durante il simposio che si terrà ad agosto a Jackson Hole, nel Wyoming, o durante il vertice FOMC di settembre.

La Banca Centrale Europea sembra in sintonia con la Fed ed ha confermato questo mese che manterrà una politica monetaria allentata. Un governatore di una banca centrale fuori dal coro, Øystein Olsen, governatore della Banca Centrale della Norvegia, è stato abbastanza coraggioso da dire che è il momento di spingere il piede sul freno.

La commissione di politica della Banca Centrale della Norvegia ha mantenuto i tassi invariati a zero la scorsa settimana, ma Olsen ha dichiarato durante la conferenza stampa che gli aumenti arriveranno nel corso dell’anno”.

 “I tassi saranno alzati dello 0,25% in (ognuno) dei prossimi quattro trimestre”, ha dichiarato,  a partire da settembre.

La Norvegia ha una grande libertà non solo perché non è parte della zona euro e non è soggetta alla BCE, ma anche perché non è nemmeno parte dell’Unione Europea. Dunque, il paese ha la propria valuta, la propria banca centrale e la propria politica monetaria. (E grazie ai giacimenti di  petrolio nel Mare del Nord, il paese ha anche il maggiore fondo sovrano del mondo, con oltre 1000 miliardi di dollari.

Gli economisti hanno attribuito gli aumenti dei tassi della Norvegia a delle previsioni di crescita maggiori su inflazioni e prezzi immobiliari.

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