Ogni tanto nella frenesia e nell’isteria generale, occorre sempre tornare ai “fondamentali”. Due notizie della scorsa settimana infatti hanno scosso ulteriormente il morale degli investitori, da una parte Elon Musk che intende licenziare il 10% dipendenti a causa di una possibile recessione, dall’altra Jamie Dimon (Ceo di JPMorgan Chase & Co (NYSE:JPM)) che parla di periodi bui davanti.
Lasciatemi dire che basare le proprie scelte di investimento e la propria strategia su queste considerazioni è una stupidata colossale.
In primo luogo, perché se investite con logiche di 5-8 anni, questa cosa qui sarà una delle tante vicende che vi capiteranno (e di cui nemmeno vi ricorderete), in secondo luogo perché a questo punto pensate a quante variabili (infinite) dovreste porre attenzione per capire quale strategia o quale asset sia migliore di altre, non ci riescono i professionisti con migliaia di dati a disposizione figuriamoci noi investitori “retail”.
Ad ogni modo, nelle mie analisi quotidiane cerco sempre di porre l’attenzione sulla logica e sulla razionalità, per evitare di farsi prendere dalle emozioni.
Qui sotto vi ho messo due tabelle (la prima per i bond e la seconda per le azioni) dove sono rappresentate le valutazioni attuali, rispetto agli estremi (minimo e massimo) ed alla media storica.
Bond
Come possiamo notare per la parte bond, i recenti rialzi nei rendimenti hanno riportati gli Spread (differenza rispetto ad un titolo privo di rischio) delle principali categorie di obbligazioni a livelli più normali. Come vediamo dal primo riquadro blu a sinistra per esempio, che rappresenta i bond “aggregate” (sia titoli di stato che societari) notiamo che lo spread attuale (46 bps) è più vicino alla media storica (52 bps).
Qui dobbiamo leggerlo come “più basso è lo spread”, più le valutazioni sono care (e viceversa). Vediamo quindi che in molte categoria, gli spread sono tornati interessanti.
Mercato azionario
Lato azioni vediamo che ad esempio le valutazioni attuali (il numero a sinistra di ogni rettangolo) si sono molto avvicinate alla media storica, ed anzi in alcuni casi siamo addirittura sotto. Qui parliamo di multipli P/E, di conseguenza più il numero grigio è alto più il mercato è caro.
Anche qui come possiamo notare, il recente calo ha riportato le valutazioni a livelli normali, pertanto anche qui evitare il mercato per paura di investire non ha davvero poco senso, se si adotta la giusta logica e ci si attiene ai fondamentali.
Anche a livello stagionale, sembra che giugno in un anno “midterm” sia il mese peggiore, ma (in teoria) febbraio e marzo dovevano essere positivi, perciò anche queste considerazioni a mio giudizio trovano il tempo che trovano.
Alla fine di tutto, la cosa principale quando si investe è cercare di farlo mettendo le probabilità dalla propria parte, il che ad esempio significa investire sul mercato azionario con orizzonti più lungi possibili.
La tabella sotto penso valga più di mille parole.
Alla prossima!
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"Quest'articolo è stato scritto a titolo esclusivamente informativo; non costituisce sollecitazione, offerta, consigli, consulenza o raccomandazione all'investimento in quanto tale non vuole incentivare in nessun modo l'acquisto di assets. Ricordo che qualsiasi tipo di assets, viene valutato da più punti di vista ed è altamente rischioso e pertanto, ogni decisione di investimento e il relativo rischio rimangono a carico"