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Brexit, c'è l'accordo ma non convince. Dollaro debole dopo l'inflazione

Pubblicato 15.11.2018, 07:20
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Buongiorno ai lettori di Investing.com.

Gli operatori sembrano essere profondamente incerti su come interpretare gli sviluppi della Brexit. L’accordo sembra essere stato trovato, ma sembrano esserci ancora delle riserve significative. Ieri si sono susseguite notizie su notizie, a un certo punto sembrava potesse persino arrivare la mozione di sfiducia verso la May, ma dopo circa 6 ore di riunione si è giunti alla conclusione positive. Il prossimo passo è quello del 25 Novembre allorquando il summit UK-EU dovrebbe ratificare l’accordo. Ma poi si arriverà alla camera dei comuni, attorno al 6 dicembre, e sarà il vero banco di prova – definitivo – della Brexit. C’è già chi ipotizza la caduta del Governo una volta conclusa questa tediosa vicenda. Tutta questa incertezza si sta ripercuotendo sulla Sterlina ed è il motivo per cui la valuta Britannica proprio non riesce a partire definitivamente al rialzo.

Chiaro che se l’accordo dovesse superare anche la prova della camera dei comuni allora sì che si potrebbe osservare un movimento stabile e duraturo . Spostandoci dalla Brexit, la giornata di ieri ha consegnato movimenti interessanti lato dollar. Con l'IPC USA di base in calo rispetto alle attese, sembrerebbe che l'inflazione sia ancora il grande punto interrogativo sull’accelerazione della Fed. I rendimenti dei Treasury sono calati e vediamo differenze di rendimento che non favoriscono forza del biglietto verde. Ciò ha provocato un rally dell’euro nonostante le preoccupazione legate alla vicenda italiana. Nel frattempo durante la notte apprendiamo di una lettera inviata dal governo cinese agli Stati Uniti in risposta alle richieste americane sul tema commerciale. Sebbene i contenuti della lettera non siano ancora stati rivelati, qualsiasi elemento che possa facilitare il processo verso un accordo potrebbe portare ulteriore debolezza di dollaro e forza di equity.

Wall Street ha chiuso la giornata di ieri al ribasso con l’S&P 500 -0,8% a 2701 punti, ma con i futures che hanno trovato support guadagnando lo 0,2%. La sessione asiatica è stata mista (Nikkei + 0,2%, Shanghai Composite + 1,3%) mentre i mercati europei hanno già cambiato direzione (dopo un’apertura positive). Nelle materie prime la correzione del dollaro sta aiutando l'oro e l'argento a guadagnare qualcosa, mentre è interessante osservare come il petrolio stia cercando disperatamente supporto dopo il recente violento deprezzamento.

Per quanto riguarda la giornata odierna, il calendario proporrà le vendite al dettaglio sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti. Le vendite al dettaglio UK dovrebbero mostrarci crescita del +0,2% per ottobre, il che significherebbe un aumento delle vendite annualizzate al + 3,3% r(dal + 3,2% di settembre). Per quanto riguarda gli USA sono attesi tutta una serie di dati importanti a partire proprio dalle vendite al dettaglio per le quali si prevede un aumento delle vendite ex-auto del + 0,5% dopo un calo mensile di -0,1% registrato a settembre. Ci sono anche un paio di indicatori del sentiment della Fed, il Manufacturing della Fed di New York (Empire State), che dovrebbe scendere leggermente a +20.0 (da +21.1), mentre il Philly Fed Business Index dovrebbe tornare a +20,0 (+22,2). Attenzione alle scorte di petrolio che dovrebbero attestarsi a + 2.6m (+ 5.8m la settimana scorsa), i distillati dovrebbero scendere di -2,0 milioni di barili (-3,5 milioni la scorsa settimana) mentre le scorte di benzina dovrebbero perdere -1,7 milioni (+ 1,9 milioni la scorsa settimana).

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