Il greggio è sceso ieri, con le tensioni in Medio Oriente che sembrano essersi ridimensionate per il momento.
La domanda è se infrangerà il livello di supporto intorno a 66 dollari e, se sì, potrebbe scendere intorno a 55 dollari. Stiamo vedendo i prezzi del petrolio scendere mentre i tassi stanno salendo, il che sembra un controsenso.
In un certo senso, il calo dei prezzi del petrolio è perfettamente in linea con un dollaro più forte, e magari stiamo assistendo a un ritorno all’ordine naturale del mercato.
Storicamente, un dollaro più forte fa scendere i prezzi del petrolio. Può darsi che il mercato non consideri più il petrolio come faceva quando l’inflazione era alta, con il dollaro più forte che ora traina i prezzi del petrolio anziché il petrolio che traina i tassi e, di conseguenza, il dollaro.
Questo trend è in linea anche con il calo dei prezzi del rame.
Un altro fattore è l’aumento dei rendimenti reali, con il rendimento reale dei decennali che sale sopra l’1,98%.
Considerando l’aumento dei rendimenti reali e un dollaro più forte, questo mi suggerisce che i prezzi del petrolio e delle materie prime, in generale, avranno difficoltà.
Da notare che le aspettative sull’inflazione a 10 anni non sono scese, ma sono salite. Se i prezzi del petrolio stavano scendendo a causa di timori per la crescita, anche i pareggi sarebbero dovuti scendere. Invece, sembra che il mercato stia tornando a correlazioni più storiche.
Un altro fattore è che il premio a termine per il tasso nominale decennale sta salendo, raggiungendo 23 punti base, il massimo dall’anno scorso. Gli investitori stanno semplicemente chiedendo un tasso di interesse più alto.
Resta da chiedersi cosa succederà al mercato azionario, in quanto la correlazione tipica tra titoli e tassi reali è cambiata. Storicamente, quando il TIP ETF è sceso, il QQQ ETF l’ha seguito.
Tuttavia, questa correlazione è cambiata verso il collasso di SVB a marzo 2023. Questo cambiamento è probabilmente la questione più importante di tutte. Chiaramente, i tassi reali stanno salendo e i titoli non stanno scendendo, almeno non ancora.
Il rally dell’S&P 500 si ferma. E ora?
Ieri è stato uno di quei giorni in cui, se non si prestava attenzione, non sembrava di essersi persi molto. I future S&P 500 sono saliti, ed essenzialmente tutto qui. Sono stati scambiati lateralmente per il resto della seduta.
Forse è stata una reazione ai prezzi del petrolio più bassi, ma è sembrato un altro di quei misteriosi rally dei future che non sempre hanno senso.
Malgrado sia sembrata una giornata tranquilla, l’ampiezza del Bloomberg 500 è stata piuttosto positiva, con più di 350 titoli saliti e circa 150 scesi.
Stessa storia per il NASDAQ, tranne che i future NASDAQ hanno registrato un rally maggiore, cedendo quasi tutti i guadagni entro la fine della seduta.
Finora, i pattern tecnici per i future S&P 500 non sono cambiati: continuano a muoversi lateralmente nel tempo, passando da un lato del cuneo ascendente all’altro.