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Che conseguenze avranno le trattative commerciali USA – Cina sulle valute?

Pubblicato 22.08.2018, 09:00
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Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management.

Per quanto possano sembrare allettanti i cambi verso euro, sterlina e altre principali valute, sarebbe più saggio trattenersi dal prendere grandi posizioni nelle prossime 24 ore. I negoziati sulla Brexit stanno andando bene, ma l’esito delle trattative commerciali USA – Cina ancora non è chiaro e gli aggiornamenti post vertice potrebbero facilmente ribaltare l’andamento delle valute. Se Cina e Stati Uniti lasceranno il tavolo delle trattative senza pianificare un nuovo incontro, allora i tori prenderanno un duro colpo. L’indice S&P 500 scenderà dai recenti livelli record, i cambi principali come EUR/USD scenderanno e il dollaro USA ritornerà a ruggire. Ma se Cina e USA dichiareranno che le trattative sono andate bene e che ci saranno altri vertici, allora l’impennata continuerà.

Il Presidente Trump non crede che questo vertice possa avere degli sviluppi così importanti e forse ha ragione, ma l’asticella non è alta. Gli investitori sono ottimisti e anche un accenno di una buona notizia potrebbe essere sufficiente per i tori. Se Stati Uniti e Cina semplicemente decideranno di parlarne nuovamente, sui mercati si accenderà la speranza che i dazi di fine mese saranno bloccati. Se così fosse, tutte le principali valute vedranno un’impennata ed il cambio USD/JPY, potrebbe raggiungere quota 111. Anche i verbali della Fed sosterranno il biglietto verde confermando i piani di un inasprimento a settembre.

Intanto, la valuta che martedì ha registrato la migliore performance è stata la sterlina. La valuta britannica è volata dopo che Michel Barnier, responsabile UE dei negoziati sulla Brexit, ha dichiarato che le trattative hanno raggiunto lo stadio finale e che andranno avanti in maniera continua da adesso in poi. Il segretario per la Brexit Dominic Raab si è detto fiducioso verso il raggiungimento di un accordo entro il summit del Consiglio Europeo del 18 ottobre. Lo slancio di Barnier verso una maggiore cooperazione potrebbe essere la scusa perfetta per un’impennata short-covering. Nonostante il movimento del cambio GBP/USD si sia fermato alla media di 20 giorni, crediamo che possa superare il livello di 1,30. Per quanto riguarda il cambio EUR/GBP vediamo bene la vendita, a causa dei problemi in Italia non ancora risolti che potrebbero far scendere l’euro contro la sterlina. Il cambio EUR/USD è salito da 1,15 a 1,1601 su base giornaliera. Senza dati o notizie provenienti dalla zona euro, la variazione è stata dettata interamente da short covering, stop e dall’aumento del rischio.

Il dollaro australiano è particolarmente sensibile all’esito delle trattative tra Stati Uniti e Cina. Se ci si accorderà su un nuovo vertice, il cambio AUD/USD potrebbe superare i 74 centesimi. Se invece i dialoghi non porteranno da nessuna parte, il cambio AUD/USD potrebbe tornare ai livelli di 0,7250. I verbali della RBA hanno avuto un impatto davvero limitato sulla valuta. A destare preoccupazione tra gli investitori, il brusco calo dei prezzi del minerale di ferro e la tiepida vittoria del Primo Ministro Turnbull. Il dollaro neozelandese è andato piuttosto bene, nonostante il forte calo registrato dai prezzi dei prodotti caseari. Non c’è tregua per uno dei settori più importanti del paese e il secondo maggiore calo registrato negli ultimi cinque mesi non farà bene all’economia, nonostante il cambio attualmente sia spinto dallo short covering. I dati sulle vendite al dettaglio attesi per martedì sera potrebbero portare il cambio NZD/USD a 67 centesimi.

In ultimo, ma non per minore importanza, il dollaro canadese che mercoledì sarà in ballo in attesa dei dati sulle vendite al dettaglio. Nonostante l’andamento positivo del mercato del lavoro, il forte calo di martedì nelle vendite all’ingrosso fa pensare che i dati sulle vendite al dettaglio saranno piuttosto deboli. Gli economisti si attendono una contrazione della spesa dopo il forte aumento di maggio, ma il recente aumento del dollaro canadese suggerisce che gli investitori non si attendono dati deboli. Se le vendite al dettaglio scenderanno più del previsto, potremmo vedere il cambio USD/CAD scendere facilmente a 1,31.

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