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Oro richiesto tra notizie sulla Corte Suprema USA; greggio sta attento ai sauditi

Pubblicato 21.09.2020, 16:35
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L’oro potrebbe essere richiesto questa settimana, con la crisi alla Corte Suprema USA che si trasforma in un possibile elemento di svolta per le elezioni presidenziali di novembre, aumentando la posta in gioco sia per il Presidente Donald Trump che per il suo sfidante Joe Biden in una corsa il cui esito potrebbe diventare sempre più difficile da prevedere.

Il greggio, intanto, potrebbe registrare dei rialzi limitati questa settimana e persino diventare negativo, nell’incertezza per la situazione politica libica e le speculazioni che il re saudita Salman sia gravemente malato, alimentando i timori su quanto rapidamente l’erede al trono, il principe Mohammad bin Salman, possa succedergli, se necessario.

I prezzi dell’oro sono stati misti negli scambi ridotti della seduta asiatica di questo lunedì, con i future in calo ed i lingotti in salita, mentre Trump e Biden sono arrivati ad un’epica resa dei conti di fine campagna elettorale sul futuro della Corte Suprema dopo la morte del giudice Ruth Bader Ginsburg.

La resa dei conti al Congresso alza la posta in gioco per elezioni e mercati

Al Congresso, la Presidente Nancy Pelosi, Democratica, non ha escluso un impeachment del Presidente Trump o del Procuratore Generale William Barr se Biden dovesse vincere le elezioni di novembre ed il Senato guidato dai Repubblicani dovesse spingere per la sostituzione di Ginsburg in una sessione ridotta prima delle elezioni.

“Il tono negativo dei future azionari USA indica un’apertura debole a Wall Street, che potrebbe far ben sperare per il metallo prezioso”, scrive in un blog su FX Street l’esperta di grafici sull’oro Dhwani Mehta. A Wall Street, i future degli indici Dow Jones, S&P 500 e NASDAQ puntano tutti al ribasso prima dell’apertura di New York.

L’oro potrebbe anche trarre vantaggio dall’eventualità che Wall Street affronti un serio test di fiducia in occasione della testimonianza al Congresso da parte del presidente della Federal Reserve Jay Powell. Il presidente della Fed terrà una serie di interventi per tre giorni di fila a partire da domani, una maratona di discorsi che viene definita dai mercati “Powell-a-thon”.

Mehta afferma che l’oro e i mercati azionari prenderanno indizi dal primo discorso di Powell atteso alle 10:00 ET (14:00 GMT) di oggi. Scrive:

“Qualunque indizio sull’andamento futuro della politica monetaria della Fed avrà una portata significativa sull’oro valutato in dollari”.

L’oro USA con consegna a dicembre scende di 3,50 dollari, o dello 0,2%, a 1.958,19 dollari l’oncia alle 05:30 GMT. Ha registrato un guadagno nominale di 2 dollari la scorsa settimana, abbastanza da rientrare in territorio positivo.

L’oro spot, che replica gli scambi in tempo reale dei lingotti, sale di 1,63 dollari, o dello 0,1%, a 1.952,15 dollari alle 14:28 GMT, recuperando tutto il calo di giovedì. Sulla scorsa settimana, i lingotti segnano un rialzo dello 0,7%.

Gold Daily

Grafico giornaliero oro

I tori dell’oro stanno cercando di riaccendere lo slancio del metallo giallo dal tonfo del mercato dal massimo storico di agosto quasi 2.090 dollari l’oncia sul COMEX e di 2.073 dollari per i lingotti.

Ma sono stati frustrati soprattutto dalla strana forza del dollaro, tra le tensioni USA-Cina e la mancanza di nuovi stimoli negli USA per contrastare i problemi economici dovuti alla pandemia che hanno inavvertitamente reso il biglietto verde più allettante come rifugio per alcuni investitori.

Persino con l’indice del dollaro sceso sotto il livello rialzista chiave di 93, i prezzi dell’oro hanno avuto problemi a schizzare.

L’oro spera in un breakout del range di 1.930-1.970 dollari

A meno che non ci siano grandi cambiamenti questa settimana, l’oro potrebbe restare intrappolato nel range di 1.930-1.970 dollari.

“Se il cambio XAU/USD dovesse infrangere i 1974 dollari, allora il trend (in salita) potrebbe tornare”, afferma Rajan Dhall, altro esperto di grafici sull’oro, in un blog su FX Street dopo l’attestazione di venerdì.

Sul fronte del greggio, la National Oil Corporation libica nel fine settimana ha revocato lo stato di forza maggiore da quelli che ritiene porti ed impianti petroliferi sicuri.

Ma il blocco sul resto del greggio nel paese nordafricano in cui si trovano schierati i combattenti del generale Haftar sembra ancora in vigore.

Un accordo di pace tra il governo e le forze libiche guidate da Haftar potrebbe portare sul mercato un altro milione di barili di greggio e non farebbe probabilmente felice l’OPEC, considerato che il cartello sta ancora faticando a convincere alcuni membri a rispettare i tagli alla produzione.

La crisi saudita va ad aggiungersi all’incertezza per il greggio

A Riad, l’84enne re Salman sarebbe malato e, secondo i social, le sue condizioni sarebbero gravi. L’erede al trono, il principe MbS, il suo sesto figlio, è il successore favorito ma, fino a quando non si insedierà, regnerà un po’ di incertezza circa i giochi di potere che potrebbero emergere a corte.

Il greggio West Texas Intermediate scambiato a New York, il riferimento dei prezzi del greggio USA, scende di 18 centesimi, o dello 0,4%, a 41,14 dollari al barile. Sulla scorsa settimana, il WTI è schizzato di 3,78 dollari, o del 10,1%.

Oil Daily

Grafico giornaliero del greggio

Il greggio Brent scambiato a Londra, il riferimento globale del prezzo del greggio, scende di 19 centesimi, o dello 0,4%, a 42,96 dollari al barile prima della seduta di New York. Il Brent ha registrato un’impennata di 3,32 dollari, o dell’8,3%, la scorsa settimana.

Il rally del greggio della scorsa settimana è stato incentivato dal vertice dell’OPEC+ durante il quale il ministro del petrolio saudita, Abdulaziz bin Salman (un altro figlio di re Salman) ha minacciato di rendere la vita “un inferno” a chiunque scommetta contro il cartello. E questo poco prima dell’accordo di pace libico offerto dal generale Haftar.

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