Il greggio questa settimana resterà intrappolato nel braccio di ferro tra la potenziale seconda ondata di COVID-19 e la prevista ripresa della domanda di carburante nelle economie che stanno cercando di riaprire del tutto dopo le serrate dovute alla pandemia.
Il Brent a più di 42 dollari al barile ed il West Texas Intermediate a poco meno di 40 dollari potrebbero essere considerati costosi se si ritiene che la ripresa della domanda di carburante nelle ultime otto settimane sia stata nella migliore delle ipotesi solo all’inizio. Il Brent è inoltre schizzato del 170% dai minimi di aprile. Il WTI, nel frattempo, ha registrato un’impennata di ben il 300% nello stesso periodo, malgrado le scorte di greggio USA abbiano toccato i massimi storici con poco meno di 540 milioni di barili.
Grafico giornaliero future WTI
C’è, ovviamente, un rovescio della medaglia secondo cui il greggio sarebbe da considerare piuttosto economico. Questa teoria viene supportata dalle stime di Vitol, il più grande trader del greggio indipendente al mondo, che la scorsa settimana ha reso noto che l’uso globale di greggio sta salendo di 1,4 milioni di barili al giorno ogni settimana a giugno, portando la crescita di questo mese ad oltre 5,5 milioni di barili.
Trafigura, altro nome di spicco nel trading del greggio, afferma che la domanda è tornata al 90% dei livelli normali e si aspetta che i prezzi restino in range stretto a circa 40 dollari al barile.
Grafico giornaliero future Brent
Aumentano i timori di una seconda ondata
Ma tali convinzioni potrebbero scontrarsi con i crescenti timori che possa esserci una seconda ondata della pandemia.
Un nuovo modello dell’Università di Washington prospetta 200.000 morti per COVID-19 negli USA entro il 1° ottobre.
E questo con più di 2,1 milioni di americani contagiati dal coronavirus e vittime che superano le 116.000 unità. Almeno 22 stati stanno riportando un aumento dei casi man mano che continuano a riaprire le economie. In Arizona, i contagi sono schizzati del 54% in una settimana.
Il consigliere commerciale della Casa Bianca Peter Navarro ieri ha affermato che il governo Trump si prepara per una possibile seconda ondata di COVID-19 quest’autunno. 29 stati e territori USA hanno registrato un incremento della media su sette giorni di nuovi casi dopo aver allentato le restrizioni nelle ultime settimane.
Il segretario al Tesoro Steven Mnuchin, intanto, ha dichiarato che gli Stati Uniti non possono di nuovo chiudere l’economia, a prescindere dall’impatto del COVID-19. Il Presidente Donald Trump sabato ha annunciato che sta incoraggiando chi lavora nella risposta al coronavirus a rallentare i test, affermando che l’aumento dei test ha portato ad un aumento della scoperta di nuovi casi.
A livello globale, Corea del Sud e Cina stanno combattendo dei nuovi ostinati focolai, e lo stato australiano di Victoria ha prorogato i protocolli di controllo per altre quattro settimane. Anche la Nuova Zelanda si trova alle prese con un aumento dei casi nelle strutture di isolamento, con i cittadini che rientrano dall’estero.
Laurie Garrett, storica delle pandemie e vincitrice del Pulitzer, spiega:
“Il tipo di grave shock economico che vedremo andrà ben oltre le prescrizioni “cerotto” delle migliaia di miliardi di liquidità iniettati qua e là sui mercati”.
“O fermiamo questa epidemia o saremo al collasso economico”.
Jeffrey Halley, esperto di strategie di mercato della newyorkese OANDA, si dice d’accordo:
“Sebbene il greggio continui a stupire con la sua resilienza, sarà vulnerabile a correzioni al ribasso se ci saranno notizie negative sul COVID-19”.
Il greggio potrebbe tentare i 43-44 dollari
Il prossimo obiettivo tecnico del Brent è 43,40 dollari e, sopra di questo, potrebbe tentare di chiudere il gap sul grafico da inizio marzo e schizzare a 45 dollari, dice Halley.
Il WTI, intanto, ha tracciato un doppio apice a 40,40 dollari al barile, che probabilmente opporrà una dura resistenza all’inizio. Dopodiché, l’obiettivo tecnico si trova nell’area dei 44 dollari, seguita dai 45, la media mobile su 200 giorni, spiega.
Goldman Sachs afferma che la ripresa a lungo termine del greggio potrebbe dipendere, ironicamente, dal riportare in attività la stessa produzione di greggio da scisto USA che è stata chiusa in massa nelle ultime settimane.
“Il prossimo passo della ripresa del prezzo del greggio (sopra i 51 dollari nel 2021, oltre le aspettative) (risiede) più sul medio termine: riteniamo che la macchina dello scisto debba essere fatta ripartire nel 2021, in parte per via di un’inflessione sottostimata ad un contributo nettamente inferiore non-OPEC dalle scorte di greggio di scisto dei lunghi progetti del 2021 ed oltre”.
Oro al massimo di 5 settimane
L’oro ha registrato il massimo di cinque settimane questo lunedì, superando decisamente il livello di 1.775 dollari l’oncia, con gli investitori che hanno accumulato il metallo prezioso come potenziale rifugio da una seconda ondata di contagi da coronavirus.
Grafico giornaliero future dell’oro
L’oro segue inoltre un’altra previsione di Goldman Sachs di 2.000 dollari l’oncia nei prossimi 12 mesi. La banca ha anche alzato le previsioni a tre mesi sul metallo prezioso da 1.600 a 1.800 dollari. Le previsioni a sei mesi sono passate da 1.650 a 1.900 dollari.
Spiega Goldman:
“La domanda di investimento di oro tende a crescere nelle prime fasi della ripresa economica, spinta dai continui timori di una svalutazione (monetaria) e dai tassi reali più bassi”.
Gli analisti di TD Securities concordano:
“La continua normalizzazione della crescita dovrebbe essere ben accolta dai fan dell’oro, in quanto l’inversione dei flussi di asset rifugio dovrebbe essere controbilanciata dalla domanda di investimento, con i tassi reali significativamente soppressi”.
Nota: Barani Krishnan non possiede e non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.