Negli ultimi anni abbiamo avuto l’opportunità di colloquiare con una miriade di investitori in oro, soprattutto acquirenti asiatici.
Nonostante in Asia ci sia una forte tradizione nell’investimento in Oro fisico, negli ultimi anni è prolificata un’abbondante offerta di prodotti derivati finanziari agganciati alle quotazioni dei metalli preziosi.
Pertanto, cogliamo l’occasione per approfondire la questione dell’oro finanziario e dei suoi derivati.
Se prendi in considerazione di investire in questi prodotti che fanno riferimento all’oro e all’argento, specifica a quale peculiare veicolo d’investimento la controparte si riferisca.
Semplifichiamo prendendo come esempio alcuni prodotti di istituzioni asiatiche. In ogni caso, che siano fondi o istituzioni finanziarie asiatiche o europee, se vuoi investire in oro finanziario è sempre meglio chiarire i termini del contratto che ti propongono prima di procedere alla firma dello stesso.
Pertanto, mettiamoci nei panni di un risparmiatore dell’Asia che voglia impiegare parte dei propri capitali in questi prodotti finanziari.
- 1) Vendete oro fisico o certificati rappresentativi di oro fisico?
In Asia, una grossa fetta di banche offre prodotti finanziari denominati “certificati rappresentativi di oro fisico” (paper gold) oppure “libretti di risparmio rappresentativi di metalli preziosi” (passbook gold), oppure ”contratti pagherò oro e argento“ (pool accounts).
Fai attenzione perché tutte e tre le tipologie di prodotti non sono oro fisico (monete da investimento o lingotti) ma sono prodotti finanziari, rappresentativi di oro fisico da investimento.
- 2) Che cosa sono i “certificati rappresentativi di oro fisico”?
Il “certificato di carta rappresentativo di oro fisico” (paper gold), a livello giuridico attesta che il possessore dello stesso ha in mano un titolo sostitutivo di oro fisico.
Con un certificato rappresentativo di oro non possiedi oro. In molti casi non hai neppure il diritto alla conversione in oro fisico dello stesso certificato.
In termini giuridici anglo-sassoni, significa che sei creditore nei confronti di una terza parte (ovvero quella che vi ha rilasciato il certificato), la quale è soggetta a una miriade di rischi di controparte, e potrebbe essere esposta anche a rischio di fallimento per bancarotta.
Esempi di certificati di carta emessi da banche o istituzioni finanziarie sono i “libretti di risparmio rappresentativi di metalli preziosi” (passbook gold), “fondi partecipativi ai mercati futures” e altri prodotti conosciuti come ETF (Exchange-Traded-Funds).
Sebbene questi prodotti siano realmente influenzati dai prezzi dell’oro di cui sono rappresentativi, questi veicoli finanziari spesso non danno il diritto alla conversione in oro del certificato in vostro possesso.
Prodotti finanziari Derivati di Oro e Argento fisico
Ci concentriamo e analizziamo alcune tipologie di prodotti finanziari proposti dalle banche asiatiche (potremmo ugualmente estendere l’analisi a prodotti finanziari proposti da banche europee o statunitensi, per comodità utilizziamo le asiatiche di cui abbiamo diretta conoscenza).
- La Hang Seng Bank di Hong Kong, offre dei “paper gold account” i quali sono soggetti al rischio di fallimento della Banca. Non offrono alcuna protezione nel caso di default dell’istituzione finanziaria e nel caso di insolvenza l’investitore è soggetto alla perdita dell’intero capitale.Questi depositi non sono soggetti alla giurisdizione del Deposit Protection Schene di Hong Kong (Fondo di protezione dei depositi). Nel caso di bancarotta il pagamento dei depositi non è garantito dall’Autorità Governativa di Vigilanza di Hong Kong, la Hong Kong SAR Government’s Exchange Fund.
- La Shangai Commercial Bank di Hong Kong, offre certificati di deposito in oro con i quali non è nemmeno previsto l’acquisto di oro fisico. Non si ha il diritto alla conversione in oro fisico del proprio deposito. Il contratto si risolve in una serie di scommesse sul prezzo dell’oro. Anche in questo caso non vi è alcuna protezione giuridica nel caso di fallimento della banca. In quel caso, potreste perdere l’intero capitale.
- La HSBC offre dei “libretti di deposito rappresentativi di oro” (passbook gold) con i quali si intende “limitare il rischio relativo al possesso di oro fisico”. Al posto di possedere oro fisico correndo una serie di rischi correlati (rischio di essere trafugato, problemi nello stoccaggio ecc. potete acquistare dei libretti di deposito rappresentativi di oro, con i quali limitare questi rischi. In questo caso, con la giustificazione di limitare alcuni potenziali danni derivanti dal possesso di oro fisico, ci si espone al rischio di controparte (default dell’istituzione finanziaria) senza la possibilità di convertire i risparmi presenti sui libretti, in oro fisico.
- La UOB Singapore, propone degli speciali “conti di risparmio in oro” tramite i quali si possono effettuare transazioni nei mercati finanziari di metalli preziosi durante le settimane finanziarie, con i quali speculare sui rialzi e ribassi del metallo giallo ma senza maturare il diritto al possesso dell’oro. I depositi non sono soggetti alla protezione del Deposit Insurance Act (Cap. 77a). Nel caso di default del soggetto finanziario, si rischia l’intera perdita del capitale depositato sul conto risparmio in oro.
- La ICBC Industrial e Commercial Bank of China, offre “conti deposito in oro“, anche in questo caso, con la clausola che non potrai mai convertire il denaro presente sul conto in oro fisico.
- La ANZ di Singapore propone “conti correnti in oro” anche in questo caso come nel precedente, senza la possibilità di tramutare il denaro in oro fisico.
- La Bank of China, mette a disposizione dei “precious metals passbook account” ovvero libretti di deposito in metalli preziosi, dove si specifica in modo chiaro che “le somme depositate non rappresentano il diritto alla conversione in metalli preziosi delle stesse.”
Vi abbiamo descritto le principali caratteristiche di questi prodotti finanziari, che sintetizziamo come segue:
- non consistono in oro fisico e metalli preziosi, bensì sono solo rappresentativi di essi sul piano finanziario;
- non danno il diritto alla conversione in metalli fisici dei depositi sui conti o libretti di risparmio;
- sono soggetti al rischio di controparte (rischio di default della Banca o Istituzione Finanziaria che li ha distribuiti);
- a livello giuridico di tutela del risparmio, non sono soggetti ad alcun fondo di protezione contro il rischio fallimento di controparte (che invece sussiste per i normali conti correnti).
Theodore Butler, di Butler Research, in merito a questi prodotti ha dichiarato: “queste sono soltanto promesse cartacee o soltanto scritture contabili“.
Adesso, senza voler fare alcun riferimento diretto ai prodotti di cui abbiamo approfondito sopra, grazie anche agli studi di esperti del settore dei metalli preziosi (come il già menzionato Ted Butler, ma anche James Turk e Mike Maloney) possiamo affermare che il grosso problema con i certificati e le società che li gestiscono è che in via generale sono prive di metalli, nonostante affermino di possedere i “vaults” ovvero i “caveaux.
Quando acquisiscono denaro da un depositante generalmente non acquistano oro o argento fisico. E’ come vendere i metalli preziosi allo scoperto. Il vero problema nasce all’atto del disinvestimento.
Se il prezzo è salito di molto rispetto a quello contratto all’acquisto, queste istituzioni dovranno correre sul mercato a comperare il metallo al prezzo corrente, oppure dovranno pagare la differenza in contanti.
Secondo Ted Butler, molte di queste istituzioni finanziarie, all’atto del disinvestimento del singolo risparmiatore ricorrono ai denari dei nuovi investitori per pagare i vecchi in uscita. Questo costituisce un pericoloso schema di Ponzi.
Una volta che il prezzo dell’oro sarà salito molto, più investitori vorranno disinvestire rispetto a chi vorrà entrare nel fondo: a quel punto l’emittente (o il fondo) rischia di implodere per mancanza di fondi.
Quindi, prima di concludere contratti inerenti queste tipologie finanziarie di prodotti, bisogna rendersi conto che a differenza del possesso di oro e argento fisico questi prodotti sono concepiti con un’ottica speculativa di breve termine, che non è esente dal rischio di controparte.
Ricordiamo inoltre che tali prodotti finanziari non danno diritto alla conversione in metalli fisici dei depositi.
E' quindi chiaro che solo il possesso di Oro e Argento fisico è esente dal rischio di controparte.
Alcuni paragrafi di questo articolo sono informazioni riprese da un articolo apparso su un sito specializzato.