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Credit Suisse potrebbe essere la prossima?

Pubblicato 15.03.2023, 11:38
Aggiornato 09.07.2023, 12:32

Secondo Robert Kiyosaki, il prossimo istituto finanziario che potrebbe cadere, è Credit Suisse (NYSE:CS). Robert Kiyosaki, per chi ancora non lo sapesse, ha avuto il merito di prevedere il crollo di Lehman Brothers.

Secondo il parere di Kiyosaki, il problema è legato alle obbligazioni e Credit Suisse ha confermato “debolezze sostanziali” nelle sue attività, pubblicando ieri il suo rapporto annuale che ha rivelato una perdita di circa 8 miliardi di dollari per il 2022.

Molti addetti ai lavori hanno affermato che l'istituto svizzero è regolamentato in modo molto più rigoroso rispetto a SVB. La società di revisione contabile PwC ha però espresso un parere negativo sull'efficacia dei controlli interni del gruppo.

I credit default swap sulla banca, prodotti finanziari che consentono di assicurarsi contro il fallimento di una società (usati spesso anche a scopi puramente speculativi) hanno toccato un costo record superando i 450 punti.

Secondo la banca svizzerà i deflussi, iniziati nell'ultimo trimestre del 2022 sono rallentati in modo significativo ma non si sono fermati, ad oggi si parla di oltre 120 miliardi ritirati, costringendo la banca ad un utilizzo parziale dei cuscinetti di liquidità, scendendo al di sotto di certi parametri normativi legali.

Il Ceo Ulrich Koerner ha inoltre comunicato un notevole taglio dei costi con circa 9 mila licenziamenti. Ma prevede un netto miglioramento dell'utile, anche se non ancora come vorrebbero. Nel settore della gestione patrimoniale l'azienda ribadisce però le previsioni di perdita in questo primo trimestre.

Queste circostanze hanno aumentato e potrebbero continuare ad aumentare i rischi. Inoltre, prosegue il CEO, "ci si aspetta che la riduzione degli asset in gestione porti a minori introiti netti da interessi e da commissioni ricorrenti per il gruppo, il che potrebbe a sua volta influenzare negativamente i nostri obiettivi di posizione patrimoniale. Il non riuscire ad invertire questi deflussi e a ristabilire le nostre masse in gestione e i nostri depositi potrebbe avere significativi effetti avversi sui nostri risultati e sulla nostra condizione finanziaria".

La banca ha dovuto ritardare la pubblicazione della relazione annuale la scorsa settimana a causa di alcune domande sollevate dalla SEC sui rendiconti dei deflussi di cassa avvenuti tra il 2019 e il 2020.

Come se non bastasse la FINMA, l’autorità federale svizzera di vigilanza sui mercati finanziari, ha detto a Reuters che "Credit Suisse deve adottare processi di controllo adeguati. Quando vengono identificate debolezze nei controlli, ci aspettiamo che vengano tempestivamente corrette. Siamo in contatto con la banca su questa questione”.

Il 2022 si è chiuso in modo orribile con una perdita di 7 miliardi, costringendo la banca a varare un difficile piano di ristrutturazione del suo business per ridurre il livello di rischio complessivamente e focalizzarsi sulla gestione di grossi patrimoni. Sempre nel 2022 è stato completato un aumento di capitale pari a 4 miliardi.

Tuttavia, Koerner ha cercato di riportare la calma, almeno per il momento, spiegando che Credit Suisse non è a rischio a causa del crac di Silicon Valley Bank. Parlando a un incontro con gli investitori organizzato da Morgan Stanley (NYSE:MS), come riportato da Bloomberg, il Ceo ha spiegato che "la nostra esposizione verso Svb non è rilevante", visto che, in quanto una banca sistemica, Credit Suisse segue "standard molto diversi" in termini di solidità patrimoniale, capacità di finanziamento e liquidità.

Ha spiegato inoltre, che il Cet1 dell'istituto è al 14,1% nel quarto trimestre 2022 e il rischio di liquidità (lcr, liquidity coverage ratio) è al 144% e da allora è cresciuto. «L'altro punto è che il volume dei nostri titoli a reddito fisso a termine come parte del nostro portafoglio HQLA non è assolutamente rilevante», ha continuato, indicando che «l'esposizione ai tassi di interesse è completamente coperta».

Basteranno queste dichiarazioni per riportare il sereno, per ora sembra di no, visto che dopo il crollo di lunedi, le dichiarazioni effettuate il 14 avevano di fatto portato il titolo a chiudere sostanzialmente in parita, oggi però le vendite sono riprese e in questo momento il titolo lascia sul terreno quasi 10 punti percentuali, soprattutto dopo che i principali azionisti hanno escluso in modo categorico di dare ulteriori sostegno all'istituto svizzero dopo la ricapitalizzazione di 4 miliardi di euro completata lo scorso autunno.

Continuerò a monitorare la situazione...

Ultimi commenti

vi saprò dire che fine faranno i miei 10k in bond xs1354962273 che scadranno nel 2026
TBTF 😏
x cortesia non fate sempre domande
un grandissimo bluff pilotato da wall street e i suoi ladri...si rilascia una dichiarazione giusto il giorno dopo che ci si è messi short...si fa crollare il titolo e poi si ricopre...classico. non fallirà nulla
Che la Svizzera si frughi le tasche
una cosa è certa, con quei numeri li, il mondo finanziario ed a maggior ragione il sistema bancario europeo non può permettersi di mandare in default il Credit Suisse; se cade Credit Suisse viene giù il mondo
allora dovrebbe sobbarcarsi il debito di una banca extraeuropea che si é sempre fatta gli affari suoi?
 ma vede, più che extraeuropea, la svizzera, come la gran bretagna, sono stati diversamente europei. Per ciò che riguarda il farsi carico, le faccio presente che le banche centrali, come prestatrici di ultima istanza si fanno sempre carico di istituti bancari che si son fatti gli affaracci loro, altrimenti non si troverebbe in quello stato. Purtroppo per una questione di moral hazard, alla fine queste banche si devono salvare per salvaguardare l'integrità del sistema bancario. Vedremo, ma certamente le masse gestite da Credit Suisse sono enormi: Credit Suisse è la 6° investment banking al mondo, la 7° marchan bank al mondo. Vedremo, vedremo, ma un default del genere nel cuore dell'europa lo vedo difficile.
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