Con un fine settimana caratterizzato da vendite, si evidenziano pressioni continuative sul comparto bancario.
La comunicazione al mercato di First Republic che a bilancio nei tre mesi del 2023 mostra una discesa dei depositi pari al 35,5% su base annuale, a 104,5 miliardi di dollari, insinua nuovamente la possibilità di una crisi sistemica in atto con una portata ancora non quantificabile.
C’è già la massima attenzione per la prossima riunione della BCE, i cui esponenti sono favorevoli ad un rialzo dei tassi anche a maggio. Philip Lane dichiara che non sarebbe appropriato mantenere il costo del denaro al 3%, visti i dati finora pubblicati.
Anche, il Governatore della Bank of France, Francois Villeroy de Galhau, ha ribadito l’obiettivo della BCE di riportare l’inflazione al 2% entro la fine del 2024 e che i prezzi del cibo dovrebbero rallentare nella seconda parte del 2023: ciò implica dunque una coesione di idee con il succitato capoeconomista della BCE in merito al trend da seguire.
Dichiarazioni ancora più “aggressive” provengono da Isabel Schnabel: un incremento da 50 punti base non può essere escluso e le turbolenze del comparto bancario andranno prese in considerazione nelle prossime decisioni.
Per l’Italia, si accende un campanello d’allarme visto il debito pubblico e non solo: è da segnalare che il nostro Paese è l’unico che rischia la perdita del rating “investment-grade” per Moody’s. Il rallentamento della crescita e l’aumento dei tassi continuano ad influenzare negativamente la posizione fiscale. Occhio dunque sempre alle strategie sui BTP!
Interessante infine la dichiarazione del manager della Casa di Gestione La Financière de l’Echiquier. Premesso che nello S&P 500, meno del 25% dei componenti dell'indice ha sovraperformato negli ultimi tre mesi rispetto a una media del 50% circa, il manager dichiara che “Si tratta del livello più basso dal 2005 almeno ed evidenzia una certa fragilità. Da un lato, testimonia che il rialzo si basa su un numero ridotto di titoli. Dall’altro, dal momento che ci si riferisce ad aziende ad elevatissima capitalizzazione, potrebbe evidenziare che i flussi di acquisto derivino in gran parte da logiche basate sugli indici alimentate da fondi o algoritmi trend follower piuttosto che da un ottimismo diffuso degli investitori, soprattutto quelli che adottano l’analisi fondamentale”.
Dunque con il persistere di tale incertezza cosa fare? Chi volesse partecipare al rialzo del mercato azionario europeo, rappresentato in questa sede dall’indice EURO STOXX Select Dividend 30 Price EUR (SD3E Index), potrebbe valutare il seguente certificato emesso da Unicredit (BIT:CRDI) per Finecobank (BIT:FBK) con lotto minimo 1.000,00 euro, in collocamento fino al 10/05/2023.
Con il capitale protetto al 100% a scadenza, durata 4 anni, il certificato renderà nello scenario migliore una performance pari a quella del suddetto indice, aumentata grazie al fattore di partecipazione pari al 140%! E’ chiaro che per avvenire tutto ciò, a fine dei 4 anni l’indice dovrà avere un prezzo nella data di osservazione finale, superiore a quello dello strike iniziale.
Lo scenario peggiore invece è la restituzione del capitale investito senza alcun rendimento.
Se dunque si cerca una performance azionaria senza perdite potenziali del capitale, tenendo sempre in mente i rischi insiti nella negoziazione di strumenti complessi come i certificates, può questo certificato essere un’ottima opportunità.
Contattami per maggiori informazioni, buon Investing!