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Crociere, aria di ripresa. Carnival punta sul nuovo Ceo più giovane

Pubblicato 28.04.2022, 14:11
Aggiornato 05.03.2021, 16:55
Lascia Arnold Donald, 67 anni, il manager che dallo scoppio della pandemia ha lottato per tenere a galla la società. Nel 2023 tornerà l’utile, ma sui conti resterà a lungo la zavorra di un debito triplicato. Il nuovo Ceo, 48 anni, è l’attuale Coo Josh Weinstein.

L’avvicendamento quando il settore sembra finalmente a un punto di svolta.

Dopo avere combattuto per due anni per tenere a galla la prima società al mondo di crociere, devastata economicamente dalla pandemia da Covid, il Ceo di Carnival (LON:CCL), Arnold Donald, ha ricevuto il benservito dall’assemblea degli azionisti che ha deciso di sostituirlo dal prossimo agosto con l’attuale Coo (Chief Operating Officer), Josh Weinstein, di 20 anni più giovane. Secondo indiscrezioni riportate da Cnbc, l’avvicendamento sarebbe stato promosso da alcuni investitori che avrebbero ritenuto eccessiva una remunerazione annua di 15 milioni di dollari per un manager di 67 anni.
Donald, uno dei pochissimi Ceo di colore fra le società dell’S&P500, ha preso il timone di Carnival nel 2013 e nei primi cinque anni della sua gestione la società ha prosperato raggiungendo profitti record mentre la quotazione di Borsa è raddoppiata, arrivando nel gennaio 2018 a segnare il massimo assoluto di 71 dollari.

Prenotazioni per le crociere in forte ripresa.


Quando a gennaio 2020 esplose la pandemia del Covid il titolo era già sceso a 51 dollari e nel giro di pochi mesi sprofondò a un minimo di 8,5 dollari. In tutti questi mesi Donald non ha mai smesso di dirsi ottimista sulle possibilità di ripresa di Carnival e in generale dell’industria delle crociere. Il suo pensionamento arriva quando finalmente il settore sembra giunto a un punto di svolta. Le prenotazioni per le crociere sono in netto miglioramento dall’inizio dell’anno e Carnival si aspetta che l’Ebitda mensile diventerà positivo all’inizio della stagione estiva. Tre settimane fa Carnival ha registrato il record delle prenotazioni in una settimana.
Da Miami, dove proprio in queste ore è in corso il Seatrade Cruise Global, la principale manifestazione del settore, arriva il messaggio ottimista di Clia, l’associazione internazionale dell’industria crocieristica, che prevede il ritorno dell’attività ai livelli pre-Covid entro la fine del 2023. “Abbiamo da tempo ripreso le operazioni e prevediamo che il numero totale dei passeggeri recuperi e superi i livelli del 2019 già entro il 2023, con il totale di crocieristi mondiale che dovrebbe arrivare poi a crescere del 12% entro il 2026 rispetto ai livelli pre-pandemia”, ha detto Kelly Craighead, presidente di Clia.

Analisti guardinghi, la raccomandazione prevalente è Neutral.


Per ora il mercato non sembra condividere tanto ottimismo. A Wall Street Carnival è scambiata a 17,41 dollari e la performance dall’inizio dell’anno è un calo del 18% e ha perso il 37% negli ultimi 12 mesi. Anche gli analisti sono guardinghi: su 21 esperti che coprono il titolo solo sette consigliano di comprare, 10 sono neutrali e quattro raccomandano di vendere. Il target price medio è 23 dollari, che implica un upside del 34%.
L’avvicendamento alla guida di Carnival è giudicato positivamente da Steven Wieczynski, analista di Stifel, che ha commentato. “Weinsten è più giovane e dovrebbe portare una ventata di energia fresca”.
Mentre il flusso delle prenotazioni si sta rafforzando, Carnival ha riportato in attività il 75% della flotta e punta a raggiungere il 100% entro la fine dell’anno. Il consensus degli analisti stima che i ricavi 2022 raggiungeranno quota 14,6 miliardi di dollari, dal livello tragico di 1,9 miliardi del 2021. Nel 2023 i ricavi dovrebbero salire ulteriormente a 22,1 miliardi, superando il livello del 2019. Sempre nel 2023 la società dovrebbe tornare a generare profitti (1,7 miliardi di dollari) dopo avere accumulato nei tre anni 2020-22 perdite per un totale di 22 miliardi di dollari.
Nei prossimi anni, però, Carnival resterà zavorrata dalla montagna di debiti che Donald ha dovuto fare per tenere a galla la società: a fine 2022 l’indebitamento netto sarà di 29 miliardi, il triplo di quanto era a fine 2019, e più della capitalizzazione di Borsa che oggi è di 19,7 miliardi.

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