Matteo Paganini, 10 luglio 2014
INTRO
Il mercato sta attendendo. Sta attendendo qualche motivazione valida a sostegno di potenziali movimenti per rimediare a questa situazione di bassa volatilità che rende l’operatività, soprattutto intraday, abbastanza difficile. Oggi, con la BoE, qualcosa potrebbe cambiare.
BoE: rialzo di tassi?
L’ex governatore della Bank of Canada Carney, ora passato al timone della Bank of England, si è pronunciato più volte sulla possibilità che l’istituto centrale britannico possa procedere con un rialzo di tassi prima che il mercato se lo attenda (il che significa il primo trimestre 2015). Questo, oltre al fatto che si sia fatto intendere al mercato che non è tanto importante la questione di quanti basis point si rialzeranno i tassi ma è più critico il momento di azione ed il ritmo di incremento, ha creato delle aspettative all’interno degli operatori, analisti ed investitori, che oggi alle ore 13 potrebbero guardare con occhi diversi le comunicazione del numero uno dell’istituto di Londra e del suo board. Noi, personalmente, ci schieriamo tra coloro che si attendono un nulla di fatto, ma siamo abbastanza navigati per comprendere come il non-evento cui ci potremmo comunque trovare davanti (le reazioni del mercato sono mancate durante tutti gli appuntamenti degli ultimi mesi) potrebbe trasformarsi in aumenti di volatilità da poter sfruttare (o da cui proteggersi in base ad eventuali posizioni che dovessero essere già aperte al momento della comunicazione delle decisioni). Se ragioniamo, una fetta del mercato si attendeva delle modifiche al piano di QE (riduzione degli acquisti a sostegno dell’economia) o un rialzo di tassi, attese che se rispettate avrebbero presumibilmente sostenuto la valuta inglese. Dopo la pubblicazione dei dati cui abbiamo assistito l’altro ieri però (la produzione industriale ha fatto registrare una variazione mensile negativa dello 0.7% sul mese di maggio, facendo arrivare il valore di variazione annuale al 2.3%, contro un precedente 2.9% ed attese che superavano i tre punti percentuali di miglioramento, mentre quella manifatturiera ha mostrato un peggioramento più marcato, con un peggioramento a livello mensile pari all’1.3% ed un miglioramento annuale soltanto del 3.7%, contro attese che superavano i cinque punti percentuali e con una rilevazione precedente pari a 4.3%), molte di queste aspettative si sono ridimensionate, e da un sondaggio portato vanti da noi tra le diverse sale trading e cambi, le attese per un’azione da parte della BoE si sono ridotte e si posizionano intorno al 15/20%. Questo sta a significare che in caso di un nulla di fatto la sterlina possa in qualche modo tentare delle reazioni ribassiste che potrebbero svanire in poco tempo per lasciare spazio ad un’eventuale rivalutazione sulla scia di quello che stiamo notando da diverso tempo e che ha avuto conferma con la ripartenza post dati sulla produzione, ossia la forza indiscussa della valuta di sua maestà. Seguiremo, come sempre, i livelli tecnici di mercato prima di decidere qualsiasi tipo di operatività.
Il resto del mercato
Partiamo dal dollaro australiano, l’unico (insieme ai cugini dollaro neozelandese e dollaro canadese) in grado di reagire con senso ai dati macroeconomici pubblicati (anche il dollaro americano sta entrando a far parte di questa schiera, si vedano gli articoli passati a cominciare da quello di ieri per comprendere il perché). Questa notte, di fronte alla pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro, che hanno mostrato un miglioramento sul fronte dei posti di lavoro creati (15.9k contro attese di 12K) con un lieve peggioramento del tasso di disoccupazione, (passato dal 5.9% al 6%) l’aussie ha reagito tentando una risalita oltre l’area di 0.9450, per poi girare a ribasso, andando ad interpretare in maniera corretta la release che vede un iniziale entusiasmo per il dato migliore rispetto alle attese che mostra 3k posti di lavoro in più creati, ma che a livello complessivo (in un Paese dove ilo grado di partecipazione alla forza lavoro risulta ancora significativo) ha visto un piccolo peggioramento, non tale da far rompere i supporti più importanti però. Aumenti di volatilità che seguono una logica ma che non spostano, dunque, gli equilibri di medio periodo. Per quanto concerne l’euro siamo ancora di fronte a prove di forza contro il dollaro americano, spiegabili secondo le logiche viste fin’ora, con uno yen ancora in fase laterale e correlato con l’andamento delle borse, che ieri non hanno mostrato movimenti particolari, con soltanto dei tentativi di recupero alla ricerca delle resistenze per le europee, con le americane che hanno già trovato quelle di breve periodo e che si trovano sui supporti, andando a creare due potenziali scenari, uno di risalita, da valutare in caso di tenuta di area 1,965.00, ed uno di discesa, sotto tale zona.
QUADRO TECNICO
EUR/USD: l’area di resistenza passante tra 1.3625 e 1.3640 è stata raggiunta dai prezzi, ma il fatto che lo stocastico orario non si sia portato in area di ipercomprato on ci ha fatto aprire alcuna posizione corta. Ora ci troviamo con i prezzi sopra la media a 21 oraria che insieme a 1.3625 (livelli statici) potrebbe rappresentare una buona area di supporto sulla quale valutare eventuali acquisti di euro, con l’idea che ritorni sotto 1.3610 possano portare al raggiungimento a step di 1.3590 e 1.35 ¾. Approfondimenti sopra area 1.3665 divengono necessari (questo il primo target in caso di tenuta dei supporti) per pensare ad estensioni verso 1.3680.
USD/JPY: cambio che è arrivato nei prezzi dei target che ci si aspettava (non abbiamo raggiunto 101.40 ma ci siamo fermati a 101.50), dopo aver tentato il superamento dell’area che abbiamo valutato per posizionare degli stop e reverse (parliamo di 101.85, toccato e non superato). Ora ci troviamo con i prezzi sotto la media a 21 oraria ma il fatto che non abbiamo assistito ad aumenti di volatilità significativi che hanno allontanato i prezzi dalla media in questione non ci fa considerare quest’area come potenziale resistenza. Preferiamo attendere eventuali raggiungimenti dei minimi passanti per 101.40 prima di pensare ad eventuali vendite di dollaro (per target umili, intorno a 101.20 data la bassa volatilità stimata, un 7%). In caso di ritorno sopra area 101.65 i prezzi potrebbero tentare degli allunghi verso il livello che ha tenuto ieri (101.85) che soltanto se superato potrebbe lasciare spazio verso 102 figura.
EUR/JPY: il mercato ha resistito sotto l’area di resistenza studiata ieri per tutta la mattina, senza andare ad estendere a ribasso e frenando sulla media mobile a 21 periodi oraria, andando dunque a formare un minimo superiore rispetto al precedente che è stato propedeutico ad una ripartenza che non ha però superato la zona rappresentata da 138.75, oltre la quale avremmo valutato dei posizionamenti long per il raggiungimento di 138.90 e 139.10. Ci troviamo ora in una situazione poco chiara tecnicamente parlando, con un orario impostato potenzialmente a rialzo, con prezzi sopra i punti statici precedenti ed in correzione all’interno di una figura di congestione che in caso di tenuta di area 138.40 o di rottura a rialzo di 138 ¾ potrebbero tentare allunghi verso i target visti ieri e con un 4 ore che potrebbe fornire dei suggerimenti ribassisti, in caso di tenuta di 138.75 (area dove passa la media a 100, sopra la 21), ribassi che potrebbero prendere corpo sotto 138.30, con target verso la figura. L’idea è dunque quella di attendere eventuali ripartenze verso 138.75 per cercare di capire come comportarsi (seguiremo insieme queste evoluzioni sul forum DailyFX).
GBP/USD: ripartenza degna di nota sulla sterlina come suggerito da un quadro tecnico a 4 ore ieri. Ci troviamo di fronte ad un mercato ancora estremamente congestionato a livello orario, con un 4 ore a comandare ancora l’operatività. Qui, abbiamo trovato le resistenze statiche che hanno per il momento contenuto le quotazioni, livelli che se dovessero tenere, con uno stocastico girato a ribasso) potrebbero spingere i prezzi all’interno di correzioni verso 1.7100, che rimane il supporto ideale da seguire ed oltre il quale il mercato potrebbe tentare il raggiungimento di area 1.7060 e 1.7040. In caso di arrivo sui supporti si crea un buon R/R per pensare ad acquisti di pound (tenendo conto delle strategie difensive appena viste, il livello di trigger a ribasso è intorno a 1.7083). Se i prezzi dovessero ripartire direttamente a rialzo, crediamo che 1.7185 possa rappresentare un’area oltre la quale poter assistere al raggiungimento di 1.7200 ed in estensione 1.7230.
AUD/USD: ancora estremamente confusa la situazione tecnica sia oraria che a 4 ore del dollaro australiano, soprattutto dopo gli aumenti di volatilità di stanotte che hanno sporcato il grafico. L’idea vista ieri di seguire eventuali appoggi sui supporti identificati dalla media mobile a 100 oraria che insieme a 0.93 ¾ avrebbero potuto rappresentare una buona zona su cui pensare ad acquisti di dollaro australiano è stata buona anche se non ha portato a nessuna operatività, essendosi il movimento verificatosi intorno alle 20 di sera. Poniamo ora attenzione a time frame intraday a 15 minuti per valutare eventuali pull back della media a 21 che potrebbe fungere da resistenza, con l’attenzione a qualsiasi divergenza possa andare a formarsi su questo time frame di riferimento (la prima, potrebbe essere rialzista ed accompagnare le quotazioni verso la media, area dove valutare eventuali ingressi short).
Ger30 (DAX): ci abbiamo messo tutta la giornata di ieri, ma alla fine abbiamo raggiunto l’area di resistenza passante per 9,830/40, area che per il momento sta tenendo. Qui è possibile pensare ad un’operatività short, per ritorni verso i minimi (primi target a 9,790 e secondi a 9,750, con la possibilità di estendere verso 9,740 se lo stocastico orario, con i prezzi sui target, dovesse mantenersi lontano dall’ipervenduto. Un superamento rialzista di area 9,870 potrebbe lasciare spazio verso 9,930, una volta superato lo scoglio di 9,890.
XAU/USD (Oro): rialzi avvenuti infine sull’oro, con il raggiungimento di area 1,330.00, zona critica oltre la quale il mercato potrebbe tentare estensioni verso 1,342.00. E’ possibile valutare delle vendite per sfruttare la possibilità di rimanere all’interno della zona di congestione vista fin’ora (buon R/R), tenendo conto che un superamento a rialzo di area 1,332.80 potrebbe lasciare spazio a rialzi.