Crollo o correzione dei mercati? In ogni caso, ecco cosa fare adessoVedi i sopravvalutati

Dati USA più deboli, vendere USD

Pubblicato 10.08.2016, 12:42

Allo stato attuale, le previsioni di un rialzo del tasso della Fed a settembre si attestano a uno scarno 26%.

Secondo noi, la decisione dipenderà dagli ultimi dati prima del discorso di Yellen a Jackson Hole. Ne consegue, pertanto, che l’importanza del rapporto positivo sulle buste paga di venerdì diminuirà in vista di dati più recenti. Aumentano i segnali che, al di là di alcune aree chiave come il settore immobiliare e il mercato del lavoro, l’economia USA sta rallentando.

Ieri, sebbene i nuovi cantieri residenziali siano aumentati, attestandosi a 198 mila unità rispetto alle 191 mila previste, la produzione ha continuato a calare.

Per il terzo trimestre consecutivo, la produttività USA è calata, del -0,5%, rispetto allo 0,4% previsto (dal -0,6% del rilevamento precedente).

Questi dati suggeriscono che le prospettive di crescita per l’economia USA sono calate in modo significativo.

La mancanza di crescita della produttività indica che le retribuzioni reali rimarranno verosimilmente ferme e che non ci sarà l’aumento che molti prevedono sulla scia di un mercato del lavoro più contratto.

Oggi i mercati avranno a disposizione il rapporto sulle posizioni aperte (JOLTS) di giugno per fare maggiore chiarezza sullo stato del mercato occupazionale statunitense.

Il calo del dato JOLTS di maggio potrebbe fornire un’indicazione su un possibile allentamento del solido mercato del lavoro.

Ciò potrebbe, a sua volta, far calare ulteriormente le attese di un restringimento della politica della Fed a settembre.

Ciò nonostante, il presunto accumulo di protezione in vista del discorso di Yellen indica l’incertezza persistente (la bassa volatilità, inoltre, ha fatto calare gli oneri di copertura) e una potenziale sottovalutazione del rischio. I prossimi dati chiave negli USA su cui si concentreranno gli investitori saranno le vendite al dettaglio, in uscita venerdì.

Mantenendo il nostro scenario di base, che non prevede un rialzo a settembre, e sulla scia di voci di una liquidità eccessiva in USD, prevediamo che il dollaro rimarrà debole e le valute dei mercati emergenti troveranno buone richieste, perché continua la caccia sfrenata ai rendimenti.

Inoltre, storicamente ad agosto gli scambi calano, circostanza che favorisce le operazioni di carry trade.

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