Market Brief Decisioni del FOMC
Sui mercati dei cambi le contrattazioni sono state contrastate, perché la debole propensione al rischio ha fatto salire l’USD. Sull’onda delle trimestrali americane piuttosto deludenti e gli ordini di beni durevoli USA inferiori alle attese, gli investitori hanno liquidato gli asset a rischio. A settembre, negli USA gli ordinativi di beni durevoli sono calati dell’1,2% come da previsioni, mentre il dato di agosto è stato rivisto al ribasso, al -3%. A peggiorare le cose è arrivato l’indice sulla fiducia dei consumatori americani di ottobre, sceso a 97,6 punti rispetto ai 103 previsti. Negli USA, l’indice S&P 500 è sceso e anche le piazze regionali asiatiche hanno chiuso per lo più in territorio negativo. Il Nikkei ha guadagnato lo 0,67%, il Composite di Shanghai ha ceduto l’1,72%. Sul mercato dei cambi la coppia AUD/USD ha fatto registrare le oscillazioni maggiori dopo i dati sull’inflazione (IPC) inferiori alle attese. L’EUR/USD continua a scendere, intanto i titoli del Tesoro tedeschi (Bund) hanno raggiunto i minimi da cinque mesi. In Europa, ora gli operatori scommettono sulla possibilità di un taglio del tasso sui depositi e di un’espansione del paniere di bond idonei all’acquisto dalla BCE. Anche i rendimenti dei titoli USA reagiscono alla generalizzata avversione al rischio, la parte anteriore della curva è in calo (i titoli USA a 2 anni sono scesi di 0,34 punti base). Per quanto riguarda le materie prime, i prezzi del greggio hanno toccato il minimo da varie settimane, in scia alla notizia che gli USA venderanno 58 milioni di barili di greggio delle riserve strategiche nazionali. Con il calo dei prezzi del greggio sono aumentate le pressioni a vendere CAD, la coppia USD/CAD ha compiuto un rally fino a 1,3271. I prezzi del rame si sono stabilizzati, ma permane il sentiment ribassista a causa della domanda debole a instabile dalla Cina. Stando ai dati diffusi oggi, nel terzo trimestre l’inflazione australiana (IPC) si è attestata allo 0,5%, a fronte del previsto 0,6% e del precedente 0,7% (il dato annuale è sceso all’1,5% rispetto all’1,7% previsto). Il dato più debole ha indotto subito gli operatori a scommettere su un taglio dei tassi dalla RBA alla riunione della prossima settimana. L’AUD/USD è sceso bruscamente, da 0,7255 a 0,7123. Poiché la coppia viene scambiata sotto il livello che corrisponde al ritracciamento di Fibonacci a 0,7385, gli operatori mireranno a 0,6940/50 (minimi di settembre). Oggi la RBNZ annuncerà la sua decisione in materia di politica monetaria, gran parte dei partecipanti prevede che rimarrà invariata. Ciò nonostante, i dati deludenti dall’Australia potrebbero rappresentare un campanello d’allarme per i banchieri neozelandesi. Ci aspettiamo un comunicato accomodante, che suggerisca che un ulteriore allentamento rimane un’opzione. Poiché la situazione economica in Cina si è stabilizzata ma non si avverte ancora una ripresa, rimaniamo ribassisti sull’inseguire il rally dei prezzi delle materie prime o sul trincerarsi in lunghi sulle valute legate alle materie prime. L’evento chiave della giornata sarà la decisione sul tasso del FOMC e il comunicato che la accompagnerà. È opinione generalizzata che non vi saranno variazioni, il comunicato dovrebbe mostrare toni leggermente accomodanti. Secondo alcuni, un comunicato equilibrato farebbe rimanere sul tavolo la possibilità di un rialzo del tasso a dicembre.
Peter Rosenstreich, Chief FX Analyst,
Swissquote Europe Ltd