Chi si interroga sulle sorti del dollaro, da qui a qualche mese, resterà con quesito insoluto. Come ben sappiamo il biglietto verde viene visto come asset rifugio e le voci sempre più insistenti di un accordo commerciale Cina-USA imminente potrebbe fermare le velleità dei tori. Di contro c’è un’economia USA che resta solida e in tal senso sarà fondamentale la giornata di venerdì.
In tema di negoziati commerciali il consigliere economico americano Larry Kudlow ha dichiarato appena ieri di aspettarsi ulteriori progressi. Come risposta abbiamo registrato un calo dell’indice del dollaro, anche se i rendimenti obbligazionari sono saliti, Dollar Index che ha appena interrotto una serie di due settimane di apprezzamento, basta guardare il grafico per rendersi conto che abbiamo avuto soltanto minimi crescenti. Una spinta alla propensione al rischio è arrivata anche dal China Caixin Services PMI ben superiore alle attese ovvero a 54,1 (52,3 il dato atteso, 51,1 il precedente). Il rischio positivo significa su l’azionario mentre lo yen giapponese è sotto pressione, idem il dollaro USA.
Passando un attimo alla Brexit, il Primo Ministro May sta cercando faticosamente un accordo con il leader dell'opposizione Corbyn in modo da sbloccare la situazione. I mercati stanno interpretando il dialogo come una mossa verso una Brexit più soft (l'Unione doganale ad esempio), ma i cinici direbbero che potrebbe essere solo uno stratagemma per trascinare il Parlamento nel caos così da anticipare le elezioni.
Se l’azionario continua a salire, anche in queste prime ore di contrattazione in Europa, sul forex abbiamo valute legate al rischio che stanno ben performando come ad esempio australiano e il kiwi. Sulle materie prime l'oro resta sotto la resistenza dei 1300 dollari mentre il petrolio greggio è ormai proiettato verso area 64 dollari anche grazie alle notizie secondo cui le forniture dell'OPEC stanno procedendo sui minimi degli ultimi quattro anni.
Per quanto riguarda i PMI relativi ai servizi, da segnalare il tonfo UK sotto la soglia 50 e quindi in territorio di contrazione. Ma occhio soprattutto alla variazione dell'occupazione ADP negli Stati Uniti delle 14:15 atteso a 170.000 in marzo (un po' più basso rispetto ai 184.000 del mese scorso). L'US ISM Non-Manufacturing delle ore 16 dovrebbe scendere a 58,0 (da 59,7 a febbraio) rimanendo ancora molto forte. Infine le scorte di Petrolio dovrebbero evidenziare un calo di -1,6 m di barili (+2,8 m di build la settimana scorsa).