Buongiorno ai Lettori di Investing.com.
Siamo nel bel mezzo di accordi, negoziazioni, tensioni commerciali che vedono gli Stati Uniti contrapporsi al resto del mondo. Argomenti caldissimi, che come ben sappiamo hanno pesato non poco sull’andamento dei mercati nel corso degli ultimi mesi. In particolare le relazioni USA-Cina sono state le più controverse tanto che anche l’accordo tra Stati Uniti e Messico, annunciato ieri, sembra non destare particolare attenzione. La reazione iniziale, valutando gli asset più rischiosi, sembra essere stata positiva ma sono gli eventuali effetti sul dollaro che ci diranno qualcosa in più.
I rendimenti obbligazionari sono leggermente cresciuti (sebbene la curva continui ad appiattirsi, col differenziale 2-10 anni che ora è inferiore a 20 punti base), mentre il biglietto verde sembra aver trovato un attimo di pace dopo le vendite massicce degli ultimi giorni. Osservando attentamente la struttura tecnica su alcuni cambi e sull’Indice del Dollaro, iniziano a maturare dubbi sulla longevità di un rally rialzista a medio termine. Va detto comunque che l’accordo USA / Messico è importante perché a breve potrebbe riguardare – così come è stato detto da entrambe le parti – anche il Canada.
Nel frattempo il Presidente Trump, non curante delle vicende personali che lo riguardano, afferma che "non è il momento giusto" per negoziare con la Cina. In questo quadro stona un po’ l’azionario, che evidentemente ha apprezzato i toni “accomodanti” di Powell di venerdì scorso e che continua a spingere aggiornando massimi assoluti (eccezion fatta per il Dow). Altro elemento chiave, del quale s’è discusso lunedì, è l’incertezza legata ai mercati emergenti che ha pesato non poco sull’andamento del biglietto verde.
Come detto Wall Street ha registrato un altro record assoluto sull'SP 500 (+ 0,8% a 2897 punti), ma i futures sembrano non voler proseguire la strada al rialzo. Anche i mercati asiatici hanno chiuso leggermente in positivo col Nikkei + 0,1% mentre sui mercati europei l’apertura è all’insegna della cautela. Molto dipenderà dal DAX, che potrebbe risentire delle continue minacce americano d’imposizione tariffe sulle auto. Per quanto riguarda le valute, detto del dollaro segnaliamo la debolezza della Sterlina ed anche delle valute legate alle materie prime ( AUD e NZD) sintomo di un sentiment non così ottimista in queste prime ore di contrattazione. Nelle materie prime segnaliamo una fase di consolidamento dell’oro, idem il Petrolio (dopo le sedute precedenti all’insegna del “verde”).
Sul fronte macro economico la mattinata sarà tranquilla, mentre al pomeriggio – ore 14 – si partirà con l’indice S&P Case Shiller House Price che dovrebbe attestarsi al + 6,5% (+ 6,5% anche il mese scorso). Si prevede che la fiducia dei consumatori di agosto del Conference Board delle ore 15 rimarrà elevata a 126,80, anche se tale valore risulterebbe inferiore al precedente 127,40 e sarebbe il più basso da aprile. L'indice Richard Fed Composite, sempre alle ore 15, dovrebbe scendere leggermente a +18 (dal +20 del mese scorso).