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Il sentiment generale dei mercati azionari il 15 Marzo ha toccato il suo punto piu’ basso del 2022. Nello specifico il Nasdaq Composite registrava una perdita del 23.10 % rispetto ai massimi assoluti, il Dow Jones del 11.50 % , l’SP500 quotava a -14.30% dai propri record e il Dax evidenziava una perdita del 23.60%.
A deprimere l’umore degli investirori concorrevano vari fattori:
1. L’invasione della Russia in Ucraina era entrata nella fase piu’ intensa.
2. L’inflazione negli USA viaggiava vicina all’8%.
3. La FED sia apprestava a comunicare 7 rialzi dei tassi nel corso del 2022.
Da quei minimi il mercato ha invertito la tendenza in maniera prepotente facendo registrare in 11 giornate di Borsa un rialzo del 17% e 18% rispettivamente per DAX e NASDAQ e rialzi un po’ piu’ moderati per Dow che quota a +8% da quei minimi ed SP500 che quota a +12%.
Cosa ha provocato questo ribaltone nel sentiment degli investitori? Due fattori principali:
1. La FED ha confermato la lotta all’inflazione confermando 7 rialzi nel corso del 2022 e paradossalmente il mercato ha letto in maniera positiva una comunicazione che pochi giorni prima creava forti preoccupazioni.
2. I colloqui Russia – Ucraina si sono intensificati facendo presagire una fine piu’ vicina del conflitto.
In realta’ nonostante i vari colloqui tra la delegazione russa e quella ucraina e nonostante l’apertura di quest’ultima a diventare un Paese neutrale e quindi a non far parte della NATO una soluzione del conflitto non sembra auspicabile in tempi brevi.
In queste 2 settimane abbiamo inoltre registrato un forte aumento dei prezzi di materie prime quali il WTI che e’ passato dai 96 $ del 15 Marzo ai 108 $ attuali e il Natural Gas che quota 5.40$ dai 4.55 $ di 15 giorni prima.
Ricordiamoci che l’aumento dei prezzi delle materie prime e’ una delle principali cause dell’aumento dell’inflazione.
La situazione macro e geopolitica rispetto a due settimane fa non ha subito nessun cambiamento radicale tale da giustificare questo impulso rialzista. Non a caso il rendimento delle obbligazioni statunitensi a 2 anni e’ al 2.31% contro il 2.38% del decennale con un differenziale di appena 70 punti base a conferma che il mercato percepisce un rischio maggiore nel breve termine. Quando il differenziale tra rendimenti a breve e a lungo termine si restringe diciamo che la curva dei rendimenti si appiattisce. Un appiattimento della curva anticipa una recessione che mediamente puo’ arrivare nei 3-4 mesi successivi.
Tenuto conto delle considerazioni sopra ci aspettiamo nelle prossime settimane un forte aumento della volatilita’ e importanti correzioni nei mercati azionari.
Il team Di AlphaFxConsulting
Première trasmessa il giorno 27 mag 2023...Buongiorno,Su SPX vi dicevo anche nello scorso video che potevano fare ancora di tutto? Possono infatti salire per completare un mensile...
Un saluto a tutti e buon inizio di settimana. Oggi, alla luce del recentissimo accordo raggiunto sul debito americano voglio primariamente dedicare questo articolo per farne una...
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