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Fed: è in arrivo una tempesta economica?

Pubblicato 26.04.2021, 12:42

Il Federal Open Market Committee non dovrebbe annunciare alcun cambiamento della politica al termine dei suoi due giorni di vertice questa settimana, né dare indicazioni concrete su quando comincerà a ridurre gli acquisti di asset come anticipazione dell’aumento dei tassi.

Gli economisti si aspettano che i policymaker della Fed alzino le previsioni sulla crescita economica, rassicurando al contempo gli investitori, come hanno fatto negli ultimi mesi, che non interromperanno lo stimolo monetario fino a quando non ci sarà un maggiore miglioramento dell’occupazione, compresa l’occupazione strutturale. Continuano a dire che l’inflazione non è un problema.

Larry Lindsey, direttore del Consiglio Economico Nazionale durante il governo del Presidente George W. Bush e governatore della Fed negli anni Novanta, pensa che la Fed stia sottovalutando il rischio di inflazione. La domanda viene alimentata dalle massicce spese governative, che difficilmente si ridurranno il prossimo anno in vista delle elezioni di metà mandato, mentre l’offerta è sempre più limitata dalle carenze.

Inoltre, secondo lui, queste carenze comprendo la forza lavoro specializzata. I funzionari della Fed possono anche voler migliorare l’uguaglianza nell’occupazione, ma non possono dare ai lavoratori non specializzati la formazione di cui hanno bisogno per rispondere alle esigenze delle aziende. Ciò significa che le aziende dovranno offrire stipendi più alti per assumere i lavoratori che desiderano e che l’ambizione della Fed di arrivare ad una massima occupazione in generale potrebbe essere frustrata dall’inflazione.

UST 10Y Weekly 2018-2021

Grafico settimanale rendimento UST a 10 anni 2018-2021

Lindsey, che ha conseguito il dottorato in economia all’Università di Harvard, ritiene che il rendimento dei Buoni del Tesoro USA a 10 anni, un indicatore dei timori degli investitori per l’inflazione, toccherà almeno il 3% entro la fine dell’anno, circa il doppio del livello attuale.

Questo non lo sentirete dire al Presidente della Fed Jerome Powell quando parlerà ai giornalisti mercoledì. Parlerà dei benefici dello stimolo fiscale, della presenza di rischi ribassisti, del bisogno di una massima occupazione e dell’impegno della Fed di continuare su questa strada anche se dovesse esserci un aumento dell’inflazione.

La Banca del Canada la scorsa settimana ha deciso di ridurre gli acquisti settimanali di bond di un miliardo di dollari canadesi a 3 miliardi ed ha suggerito che l’economia potrebbe aver bisogno di un aumento dei tassi di interesse entro il secondo semestre del prossimo anno. Alcuni analisti hanno considerato la mossa della banca centrale canadese un’eccezione, ma per altri potrebbe essere un’anteprima di ciò che saranno costrette a fare tutte le grandi banche centrali.

La Banca del Canada ha il semplice obiettivo di limitare l’inflazione al 2%, ma ora si aspetta un aumento dei prezzi del 2,4% entro il quarto trimestre del 2023.

La Banca Centrale Europea, invece, ha aumentato gli acquisti di bond a marzo a 74 miliardi di euro, in salita dai 60 e dai 53 miliardi dei primi due mesi dell’anno. La Presidente della BCE Christine Lagarde ha dichiarato che la banca centrale della zona euro manterrà il tasso di acquisti più veloce per supportare la rallentata economia europea. Ha stanziato 1,85 mila miliardi di euro per gli acquisti di asset fino al marzo del prossimo anno.

Gli Stati Uniti annunceranno la stima preliminare sulla crescita del PIL del primo trimestre giovedì, con una previsione pari al 6,5% rispetto al 4,3% del trimestre precedente. Ma gli economisti di ING spiegano che il tasso di crescita annuo potrebbe superare il 7% e raggiungere la doppia cifra negli altri trimestri di quest’anno. Vedono anche un’inflazione vicina al 4% a maggio.

Se dovessero avere anche lontanamente ragione, questo tipo di dati potrebbe spingere la Fed a pensare seriamente ad una riduzione degli acquisti di asset e ad anticipare le previsioni sugli aumenti dei tassi. E la Fed ha imparato nel modo più difficile di dover comunicare le sue intenzioni agli investitori con largo anticipo. Con il prossimo vertice del FOMC in agenda a metà giugno, il vertice di politica monetaria di questa settimana potrebbe essere l’ultimo monotono che vedremo per un po’.

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