L’avanzamento dell’S&P500 (+1,00%) a nuovi massimi storici registrato lunedì mostra ancora una volta che gli investitori vedono solo ciò che vogliono vedere. Il rally dell’azionario di ieri è stato sostenuto dall’ottimismo per il trattamento del virus dopo che, nel fine-settimana, la FDA ha approvato l’uso del plasma di pazienti convalescenti, per situazioni di emergenza, su pazienti ricoverati. Anche se, per un investitore medio senza un background medico, l’impatto di questo annuncio è difficile da valutare, non è la prima e sicuramente non sarà l’ultima notizia di questo genere. Hong Kong ha invece registrato il secondo caso di re-infezione, per noi più facile da capire, che indica che una contaminazione precedente, e anche un vaccino, potrebbero non fermare la diffusione del virus. La notizia positiva è che nel paziente di Hong Kong i sintomi del secondo contagio sono stati più leggeri, anche se ovviamente non ci sono elementi sufficienti per dire che sarà così per tutti.
A nostro avviso, le notizie non sono quindi particolarmente positive, anche se il sentiment di mercato sembra esserlo. È in corso una forte inflazione dei prezzi azionari e la domanda di debito pubblico resta solida, anche se un numero sempre maggiore di investitori importanti avverte che i rendimenti del debito pubblico, abbassati artificialmente, non compensano più l’aumento dei rischi di default dei governi. Ancor più preoccupante è il fatto che, a breve, le aspettative di inflazione in aumento si rifletteranno sui livelli d’inflazione reali, con un pesante impatto negativo sui rendimenti del debito. Questa situazione potrebbe devastare i mercati del debito sovrano e innescare una rapida ondata di vendite su quella che gli investitori considerano una classe di asset “sicura”. La liquidità a buon mercato sta dunque facendo salire i rischi su tutti i mercati, non solo sull’azionario, dove per molti titoli il rapporto prezzo/utili (P/E) non ha più senso.
Tesla (NASDAQ:TSLA), per esempio, ha un rapporto P/E appena sotto 1000, a fronte del rapporto medio dei produttori di auto pari a 15. Zoom scambia su livelli 1600 volte superiori agli utili. Sopravvalutato?
D’altro canto, la liquidità in eccesso deve essere incanalata da qualche parte e il contesto di mercato instabile spinge la liquidità nei grandi nomi.
Lunedì i titoli delle compagnie aeree e dei beni di consumo hanno registrato i rialzi maggiori. Il Nasdaq (0,60%) è rimasto indietro.
Martedì le borse asiatiche hanno avuto un andamento per lo più positivo. L’ASX (+0,17%) e il CSI (+0,24%) hanno registrato rialzi contenuti, il Nikkei ha guadagnato l’1,77%, invece il Composite di Shanghai (-0,19%) e l’Hang Seng (-0,53%) hanno ceduto parte dei rialzi di lunedì.
L’attività sui future del FTSE (+0,30%) e del DAX (+0,73%) segnala un consolidamento del forte progresso di lunedì.
L’USD rimane stabile vicino al livello a 93 e il rendimento dei decennali USA è pressoché invariato, intorno al manico dello 0,66%.
Lo stesso vale per EUR/USD e GBP/USD, dove le oscillazioni sono legate interamente alla propensione per l’USD.
L’EUR/USD ha testato al ribasso 1,1780, ma martedì è rimbalzato oltre il livello a 1,18. I dati definitivi sul PIL tedesco, pubblicati stamattina, hanno confermato una flessione del 9,7% nel secondo trimestre, valore leggermente migliore della contrazione del 10,1% stimata dagli analisti. L’euro ha reagito positivamente d’istinto, ma l’ottimismo per i dati non è durato a lungo. Poiché il rapido aumento dei casi di coronavirus, soprattutto nei paesi dell’Europa meridionale, potrebbe smorzare l’entusiasmo dei trader che scommettono su una relativa accelerazione della ripresa in Europa, si potrebbe presto assistere a una flessione più sostenibile dell’euro contro il biglietto verde. La Germania ha emanato un “travel warning”, ossia un invito a non recarsi nelle regioni francesi dell’Ile-de-France e della Costa Azzurra vista la rapida diffusione di nuovi casi. Il prossimo obiettivo per gli orsi dell’euro si attesta a 1,1685, livello minore che corrisponde al 23,6% del ritracciamento sul rimbalzo da marzo ad agosto.
Il cable è oscillato nella fascia 1,3050/1,3150. Le prospettive di medio termine per la sterlina restano negative sulla scia dei rischi per l’economia britannica legati alla pandemia e alla Brexit, per cui continuiamo a vedere nei rialzi di prezzo interessanti opportunità di vendita sui massimi per i trader che si aspettano poi una flessione sotto la soglia a 1,30, che dovrebbe avvenire non appena la sterlina diventerà artefice del suo destino.
L’oro ha annaspato vicino ai $1930 all’oncia, con gli investitori che si sono buttati sui mercati finanziari sulla scia della fiammata, pur poco convincente, di ottimismo. È difficile dire se l’attuale stagnazione dei prezzi dell’oro condurrà a un ulteriore calo, o a un rimbalzo. Ma il binomio costituito da rendimenti tirati e aspettative di aumento dell’inflazione offre ai tori una solida argomentazione per spingere l’oro al rialzo nel medio termine, anche sugli attuali livelli elevati.
Il greggio WTI resta pressoché invariato vicino ai $42,50 al barile e mostra per la quinta seduta consecutiva massimi sempre più bassi, andamento che segnala un movimento ribassista più marcato verso i $40 al barile. Oggi chi investe nel petrolio monitorerà i dati API. Un calo più marcato delle scorte di petrolio USA potrebbe fornire un argine alla debolezza del petrolio, mentre un aumento sosterrebbe un’ulteriore flessione del prezzo.