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Gas naturale: continua la crisi di Freeport, ma arriva nuova capacità di GNL

Pubblicato 23.06.2022, 15:45
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Alla luce della crisi di Freeport LNG, Cheniere ha deciso di aggiungere 10 milioni di tonnellate di gas naturale liquefatto all’anno all’attuale capacità del suo impianto Corpus Christi LNG. Natural Gas Daily

L’espansione, da completarsi entro fine 2025, porterà il GNL domestico USA a crescere ad una capacità di esportazione di oltre 22 miliardi di piedi cubici (bcf) al giorno entro la fine del 2026, dagli attuali 13 bcf/d.

La fase 3 di Corpus Christi arriva in scia all’annuncio del 25 maggio di Venture Global LNG di prendere una decisione finale di investimento per costruire il proposto impianto di esportazione Plaquemines LNG in Louisiana.

Il Plaquemines è il primo progetto di GNL USA a raggiungere la chiusura finanziaria dal Calcasieu Pass di Venture Global nell’agosto 2019. Calcasieu ha consegnato il suo primo GNL all’inizio di quest’anno.

Venture Global ha dichiarato di avere accordi ventennali per vendere GNL che coprono circa l’80% dell’intero progetto Plaquemines 20-MTPA.

Una decisione finale di investimento relativa ad uno di questi impianti potrebbe portare la capacità di esportazione di GNL oltre i 26 bcf/d entro la fine del 2026.

“L’attuale tensione del mercato del GNL ha avvantaggiato questi progetti, portandoli avanti rapidamente nel processo di sviluppo delle infrastrutture USA”, ha scritto ieri in una email ai clienti, vista da Investing.com, l’agenzia di Houston Gelber & Associates.

Con l’Europa che si allontana dal gas russo preferendo il GNL, gli Stati Uniti dovrebbero giocare un ruolo importante in quanto grande esportatore di gas naturale.

Gelber, tuttavia, aggiunge che ci sono ancora delle incognite circa la nuova capacità USA di GNL in arrivo.

“Resta da vedere se 1) ci sia sufficiente crescita della produzione per rifornire questi impianti e 2) se questi terminali saranno in grado di restituire profitti in un ambiente più “normale” in cui ci saranno meno intoppi per il GNL”, scrive l’agenzia nella email, aggiungendo:

“A prescindere, le aspettative di ulteriore domanda hanno fatto salire l’estremità della curva forward oltre il 2025 e probabilmente aumenteranno l’esistente contango negli anni successivi”.

Prima della crisi di Freeport, i future Henry Hub oscillavano vicino ai massimi di 14 anni, con il contratto con consegna il mese successivo che ha raggiunto il picco di 9,66 dollari l’8 giugno, il giorno prima dell’incendio.

Ora, lo stesso contratto oscilla sotto i 7 dollari.

I grafici suggeriscono che lo slancio sul breve termine del contratto Henry Hub è intrappolato in un range stretto tra 6,97 e 6,55 dollari, spiega Sunil Kumar Dixit, a capo delle strategie tecniche di skcharting.com. E spiega:

“Una sostenuta rottura sopra 6,97 dollari aiuterà i prezzi a salire e ritestare la resistenza orizzontale di 7,24 dollari e la media mobile esponenziale su 50 giorni di 7,67 dollari”.

“Ma una debolezza sotto 6,55 dollari potrebbe estendere le vendite a 6,07 dollari e alla EMA su 50 settimane di 5,57 dollari”.

Alcuni analisti intervistati da naturalgasintel.com affermano che le consegne di gas agli impianti di GNL USA sono scese a circa 10,5 bcf/d. Lo strumento LNG Export Tracker del portale, intanto, rivela una ripresa dei volumi di gas a circa 11,2 bcf/d, suggerendo che la domanda altrove sta rimpiazzando la mancanza di processazione all’impianto di Freeport.

“Con il mercato del gas sofferente per il prolungato problema di Freeport LNG, qualunque segnale di aumento delle scorte potrebbe alimentare il ribassismo e le pressioni alla vendita” prima della scadenza del contratto di luglio dell’Henry Hub, scrive nei commenti su naturalgasintel.com l’analista senior di EBW Eli Rubin.

Natural Gas Storage

Fonte: Gelber & Associates

Intanto, l’aggiornamento settimanale sulle scorte di gas della US Energy Information Administration dovrebbe rivelare un aumento molto minore, di 65 bcf, col clima caldo che probabilmente ha fatto salire la quantità di gas necessaria per i condizionatori, secondo le stime degli analisti seguiti da Investing.com.

Secondo i dati di Refinitv, ci sono stati circa 89 CDD la scorsa settimana, sopra la media trentennale di 63 CDD per il periodo. I CDD misurano di quanti gradi la temperatura media giornaliera è superiore ai 65 gradi Fahrenheit e vengono usati per stimare la domanda per il raffreddamento di abitazioni e uffici.

L’aumento da 65 bcf, se corretto, va paragonato all’incremento di 49 bcf della stessa settimana di un anno fa e della media quinquennale (2017-2021) di un iniezione di 82 bcf.

Nella settimana precedente, le utenze hanno aggiunto 92 bcf di gas nelle scorte.

L’iniezione prevista per la settimana terminata il 17 giugno porterebbe le scorte a 2,160 mila miliardi di piedi cubici, circa il 13,6% al di sotto della media quinquennale ed il 12,7% al di sotto dei livelli di un anno fa.

Nota: Barani Krishnan utilizza una varietà di opinioni oltre alla sua per apportare diversità alla sua analisi di ogni mercato. Per neutralità, a volte presenta opinioni e variabili di mercato contrarie. Non ha una posizione su nessuna delle materie prime o asset di cui scrive.

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