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2 motivi per cui il titolo di Snap non invertirà tanto presto il calo in picchiata

Pubblicato 24.05.2018, 12:51
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Sicuramente non c’è niente di bello nella performance del titolo di Snap Inc. (NYSE:SNAP) di questi giorni.

SNAP since IPO, March 2017

Da quando la compagnia ha annunciato gli utili del primo trimestre a inizio maggio, il titolo è sceso in picchiata, con un tonfo del 33%, trascinandosi dietro tutto l’ottimismo che era seguito alla pubblicazione del report del trimestre precedente, quando la compagnia aveva superato le stime sugli utili degli analisti per la prima volta nei suoi cinque trimestri di storia.

Quindi cosa potrà riservare il futuro all’operatore dell’app Snapchat, la piattaforma di condivisione di video popolare tra gli adolescenti e le celebrità da loro seguite?

Sfortunatamente, le previsioni non sembrano molto rosee, nemmeno dopo un crollo di tale portata.

Sebbene molti analisti parlino di un fondo del titolo, pensiamo che Snap non vada comprato, neanche a meno di 10 dollari ad azione. Ecco perché:

1. Non segue una strada verso la redditività

Non è mai stato semplice per gli analisti comprendere bene quale sia il modello di reddito di Snapchat, né capire come la compagnia potesse diventare una piattaforma social di successo senza cercare di attirare gli utenti del mercato di massa, seguendo cioè quella strada che Facebook (NASDAQ:FB), Google (NASDAQ:GOOGL) e gli altri colossi di Internet hanno già intrapreso.

Al momento dell’IPO dell’anno scorso, gli analisti avevano previsto che SNAP generasse 2 miliardi di dollari di utili nel 2018. Tuttavia, dopo un anno, è diventato chiaro che la compagnia ha un business model imperfetto; inoltre, non è per niente vicina a raggiungere la quantità di utili che si aspettava il mercato.

Secondo le stime medie degli analisti, Snap non raggiungerà quell’obiettivo nemmeno entro il 2019. L’ultimo report sugli utili della compagnia dimostra che ci sono molte cose che stanno andando male.

Nel primo trimestre del 2018 la compagnia ha riportato le perdite maggiori degli ultimi cinque trimestri, sia per quanto riguarda il margine operativo lordo (EBITDA) che il flusso di cassa.

Le perdite EBITDA riviste sono salite a 218 milioni di dollari dai 188 milioni dell’anno scorso.

Il flusso di cassa è stato persino peggiore, crollando a -268 milioni di dollari dai 173 milioni dello stesso periodo di un anno fa.

Questa carneficina è avvenuta proprio quando Snap era impegnata a ricompensare i dirigenti con generose retribuzioni. Sul trimestre, Snap ha pagato ben 133 milioni di dollari di compensi in azioni.

La sfida maggiore per Snapchat è mantenere un solido aumento del numero di utenti attivi giornalmente ogni trimestre. Ma la missione sembra impossibile se ai suoi fedeli utenti non stanno piacendo i cambiamenti che sta operando per tenere almeno in vita (senza preoccuparsi della competitività) la sua app.

L’ultima riprogettazione di Snapchat è stata disastrosa. Non è piaciuta né al pubblico generale né alle celebrità.

Sono crollate le visualizzazioni pubblicitarie e gli utili e il numero degli utenti di Snapchat si è ridotto a marzo. Ecco perché l’Amministratore Delegato Evan Spiegel ha di recente annunciato un deciso passo indietro rispetto alle parti peggiori della riprogettazione.

2. La minaccia di Facebook

Per gli investitori a lungo termine, ha senso investire in compagnie che hanno un grande “fossato economico”, un termine coniato da Warren Buffett per descrivere il potere competitivo delle imprese che hanno una forte barriera a difesa delle invasioni dei rivali nei loro territori. Snapchat non ha un fossato che lo difenda dai colossi dei social che al momento lo sovrastano, soprattutto dal suo nemico più grande: Facebook (NASDAQ:FB).

L’app Instagram di Facebook, con 800 milioni di utenti attivi mensilmente, rappresenta una minaccia esistenziale per Snapchat, per quanto velocemente la piccola compagnia possa riuscire a invertire la rotta.

Le Storie di Facebook, che sono un’esatta replica delle caratteristiche di base di Snapchat, hanno raggiunto 150 milioni di utenti attivi giornalmente.

È un numero abbastanza alto perché Facebook possa cominciare a monetizzare questa crescita.

Notizia ancora più brutta: a partire da questo mese le Storie di Facebook hanno iniziato a testare i primi annunci pubblicitari sulla piattaforma Instagram negli Stati Uniti, in Messico e in Brasile.

Facebook è inoltre abbastanza esperta da non voler ripetere gli errori di Snapchat: sta apportando alle sue Storie quella crescita di coinvolgimento futuro da parte del mercato globale che Snapchat ha scelto di ignorare per quattro anni.

Con 44 miliardi di dollari in contanti da parte sul suo conto in banca, Facebook può permettersi il lusso di aspettare che Snapchat dissangui lentamente il suo patrimonio.

Morale della favola

Scambiato a 10,65 dollari alla chiusura di ieri sera, il titolo di Snap inizia a sembrare meno attraente per molti analisti che ritengono che la compagnia stia facendo vari sforzi per invertire la rotta, compresa la decisione di fare un passo indietro rispetto ad alcune caratteristiche della riprogettazione, di passare ad un modello pubblicitario programmatico, di lanciare una nuova app Android e di snellire la struttura organizzativa.

Ciononostante, pensiamo che il titolo di Snap sia superiore di 12 volte al prezzo di vendita del 2018. In una prospettiva più ampia, non c’è niente che indichi che la compagnia sia fuori pericolo nell’immediato futuro, soprattutto se ha una lunga e difficile battaglia che la aspetta contro un rivale molto più grande: Facebook.

Gli investitori farebbero meglio a stare alla larga da questo coltello che cade.

È troppo difficile - se non impossibile - afferrarlo.

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