E’ stato un inizio di anno complicato sui mercati, con i principali indici sia azionari che obbligazionari (vedi tabella sotto) che hanno perso (vedi ultima colonna) dal 4 al 10% a seconda della tipologia.
Vediamo oggi in particolare quali sono gli elementi che potrebbero impattare (nel bene o nel male) sui nostri investimenti nel 2022.
Inflazione
Ormai è un tema noto (è dallo scorso anno che dicevo che l’inflazione NON era affatto transitoria, le Banche Centrali hanno provato a negarlo fino all’ultimo, poi è diventato troppo evidente e quindi hanno fatto marcia indietro). L’ultima rilevazione per gli Stati Uniti parla di un +7.5% anno su anno, il livello più alto dal 1982. Questo anche grazie al petrolio e più in generale all’aumento delle materie prime (rivedere i miei riassunti settimanali del lunedì).
Eppure in questa baraonda, non credo torneremo a Weimar, con la gente che andava a comprare il pane con la carriola piena di banconote. Questo perché se estendiamo l’orizzonte all’inflazione attesa (5/10 anni) vediamo come il livello si stia gradualmente riducendo, seriamo per un ritorno alla normalità nel giro di un paio di anni (vedi immagine sotto).
Banche Centrali
Le Banche Centrali, in particolare le principali (Fed, BCE, BoE, PBoC), hanno iniziato, prima a parole poi nei fatti, a dare una svolta alla propria politica monetaria, grazie soprattutto all’aumento dell’inflazione, al forte calo nei contagi e (speriamo) quindi ad una ripresa economica e della vita in generale.
Soprattutto la Fed, Banca Centrale americana, dovrebbe spingere parecchio sia sul Tapering che soprattutto sul rialzo tassi. Il nostro strumento che monitora le probabilità dei rialzi dei tassi su Investing.com infatti, segnala come a dicembre la probabilità maggiore veda i tassi (oggi nel range 0 – 0.25%) nella fascia 1.50 – 1.75%, questo considerando che il singolo rialzo può valere 0.25/0.50, significa che appunto possiamo aspettarci 4-5 rialzi nel 2022.
La stessa BCE, ha fatto intendere che potrebbe già esserci un primo rialzo tassi nel 2022. Quindi questo cambio così repentino ha spaventato i mercati.
Questo impatterà principalmente sui mercati obbligazionari (da qui ricordo sempre di dosare bene la duration nel portafoglio tenendola non sopra i 6-7 anni).
Crisi Russia – Ucraina
La crisi in questo momento è appesa ad un filo, con la diplomazia che non riesce a trovare un filo conduttore, la Russia che schiera le sue truppe al confine con l’Ucraina e continua a fare esercitazioni, e gli alleati della NATO che minacciano sanzioni in caso di invasione (anche se l’Europa dipende al 40% del totale forniture di Gas proprio dalla Russia). Un conflitto probabilmente non conviene a nessuno, ma la Russia in questo caso (ricordo che l’Ucraina faceva parte dell’Unione sovietica tempo fa), mira probabilmente a recuperare sovranità.
Questo perchè la NATO, con la crisi dell’Unione Sovietica, ne ha approfittato per far entrare nel gruppo molti Paesi dell’Europa dell’Est, di fatto chiudendo all’angolo la Russia. Quest’ultima si è in parte ripresa qualcosa con la Crimea, per il controllo sul Mar Nero, ma evidentemente i conti sono ancora aperti.
Sicuramente questo evento condizionerà (in positivo o negativo a seconda degli esiti) tutta la prima metà del 2022.
Trimestrali 2022
I mercati nel corso del 2021, hanno spinto ulteriormente soprattutto grazie alle trimestrali molto positive per utili e fatturato (faremo la prossima settimana un approfondimento sul 4Q) e questo da un lato ha portato ad ottimi risultati, dall’altro ha gonfiato notevolmente le valutazioni che ora calano praticamente per una qualunque causa che possa ridimensionare i multipli.
Pertanto, come vediamo dall’immagine sopra, se queste trimestrali e la crescita utili (linea grigia) non avesse (cosa quasi sicura) la stessa spinta del 2021, questo potrebbe essere un altro elemento di storno dei mercati azionari.
Emotività
Infine il fattore più importante, ovvero la gestione emotiva. Dobbiamo necessariamente ampliare l’orizzonte, capire che se investiamo su logiche di 8-10 anni, tutto questo conterà poco niente nel risultato finale. Pertanto ciò che davvero farà la differenza, sarà riuscire a mantenere la calma nei periodi più difficili, e proseguire con la nostra strategia senza deviare dal percorso (ad esempio vendendo in perdita per la paura).
Alla prossima!
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