Stamattina la Svizzera ha diffuso una nuova serie di dati.
Ad agosto, le vendite al dettaglio reali sono calate più del previsto, del -3,0% rispetto al -1,7% previsto e al -2,2% precedente, invece il PMI manifatturiero si è attestato a 53,2 punti, a fronte dei 51,8 previsti e dei 51,0 precedenti.
Infine, i depositi a vista presso le banche svizzere sono lievitati da 444,6 a 452,96 miliardi, confermando che l’impennata “sospetta” dell’EUR/CHF della scorsa settimana è riconducibile all’intervento della BNS.
L’incertezza intorno alla Deutsche Bank ha innescato un esodo dall’euro verso la valuta rifugio regionale preferita e la BNS è intervenuta regolarmente per frenare l’eccessivo apprezzamento del CHF.
L’ultimo grosso intervento sul forex è avvenuto dopo la Brexit.
Sebbene l’introduzione dei tassi d’interesse negativi decisa dalla BNS scoraggi gli investitori in fasi di volatilità normale, i movimenti isolati dettati dalla paura continueranno a beneficiare il CHF contro il volere della BNS.
L’economia svizzera continua a mostrarsi resiliente in un contesto macroeconomico caratterizzato da un calo della domanda e dal CHF più forte; tuttavia, s’intravedono segnali che il CHF sopravvalutato sta cambiando i comportamenti di spesa di consumatori e aziende.