“Il silenzio dell’invidioso fa molto rumore” (Khalil Gibran)
I mercati azionari europei hanno chiuso in rialzo venerdì, con settori come auto e componenti, retail e immobiliare in evidenza. Seconda seduta consecutiva al rialzo dopo la giornata di giovedì. Anche negli Stati Uniti, le borse hanno continuato la loro corsa positiva, con l’S&P 500 e il Nasdaq che puntano a cinque sedute consecutive in rialzo dopo il calo significativo della settimana precedente. L’S&P 500 si trova ora a meno dell’1% dal record di luglio. Sul fronte obbligazionario, i Treasury sono in rialzo, con la curva che si irripidisce, anche se al di sotto dei livelli migliori. Il Bund è rimasto stabile al 2,15%. Il Dollar Index è sceso dello 0,4%, con lo yen che continua a brillare come valuta principale. L’oro ha guadagnato lo 0,9%, continuando a crescere in territorio record, mentre i futures del Bitcoin sono leggermente in rialzo dello 0,2%. Il petrolio ha guadagnato lo 0,9%, segnando una settimana positiva dopo quattro consecutive di cali. Dopo il taglio dei tassi della BCE di 25 punti base di giovedì, l’attenzione si è ora spostata sulla decisione della Fed. I report della stampa indicano una battaglia serrata tra un taglio di 25 pb o di 50 pb. L’ex presidente della Fed, Dudley, ha dichiarato in un evento notturno che c’è una forte argomentazione a favore di un taglio da 50 pb. Lo scoprire martedì 18 settembre, giornata market mover della prossima settimana.
Trump impact
A complicare ulteriormente il quadro, Barclays (LON:BARC) ha recentemente pubblicato un’analisi sugli effetti potenziali di una seconda presidenza Trump. I proposti dazi sulle importazioni, che includerebbero una tassa del 10-20% su tutti i beni importati e un 60% di tariffa sui prodotti cinesi, potrebbero portare a una contrazione dei profitti delle società europee in una singola cifra percentuale, cancellando gran parte della crescita dell’EPS prevista oltre il 10% per il 2025. L’impatto diretto delle tariffe potrebbe essere limitato grazie all’adattamento delle aziende, ma gli effetti secondari come la riduzione della crescita e l’aumento dell’inflazione potrebbero essere più gravi. Settori come beni durevoli, automobili, alimentari, semiconduttori e chimica sono stati identificati come i più vulnerabili. Germania e Italia, date le loro eccedenze commerciali con gli Stati Uniti, potrebbero essere particolarmente colpite. In uno scenario di piena guerra commerciale, Barclays stima una possibile riduzione del 0,7% del PIL dell’Eurozona. Va messo in evidenza che UBS ha precedentemente indicato che sia Harris che Trump rappresentano rischi di mosse protezionistiche, ma Harris comporterebbe minori rischi per la crescita economica europea. In materia di difesa, Trump potrebbe accelerare la necessità di un aumento della spesa per la difesa europea. UBS ha anche suggerito che i settori dell’energia, delle finanze e dei beni di lusso europei potrebbero beneficiare di regolamentazioni più permissive sotto Trump, mentre la green tech e il tabacco potrebbero subire l’effetto contrario sotto Harris. Con il ciclo di tagli che prende piede in Europa e un quadro geopolitico sempre più complesso, ora tutti gli occhi sono puntati sugli Stati Uniti, dove la Fed potrebbe essere costretta a rispondere alle pressioni del mercato.
Effetto Draghi
Titoli italiani in prima linea con il Rapporto Draghi. Dopo una lunga attesa è stato presentato alla Commissione Europea l’approfondita analisi curata dall’ex Presidente del Consiglio italiano che ha fatto il punto su alcune delle sfide più urgenti per il futuro economico dell’Unione: transizione energetica, digitalizzazione e la creazione di un vero mercato unico dei capitali. La relazione non ha solo messo in evidenza i trend globali, ma ha anche posto l’accento su come l’Europa e, in particolare, l’Italia, debbano rispondere per rimanere competitive. Un’ottima notizia per alcune delle aziende quotate in Borsa Italiana, che sono già ben posizionate per trarre vantaggio da questi cambiamenti strutturali. Per alcune l’occasione di consolidare il giudizio già positivo del mercato. Per altre, l’occasione di essere riscoperte dagli investitori, il cui appetito per il rischio sta calando a causa delle preoccupazioni sulle prospettive del ciclo economico del prossimo anno. L’offerta è piuttosto ampia: Enel (BIT:ENEI), Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) e STMicroelectronics (EPA:STMPA), per citare solo i campioni nazionali nelle rispettive “categorie” tracciate da Draghi.
I mercati azionari europei hanno chiuso in rialzo venerdì, con settori come auto e componenti, retail e immobiliare in evidenza. Seconda seduta consecutiva al rialzo dopo la giornata di giovedì. Anche negli Stati Uniti, le borse hanno continuato la loro corsa positiva, con l’S&P 500 e il Nasdaq che puntano a cinque sedute consecutive in rialzo dopo il calo significativo della settimana precedente. L’S&P 500 si trova ora a meno dell’1% dal record di luglio. Sul fronte obbligazionario, i Treasury sono in rialzo, con la curva che si irripidisce, anche se al di sotto dei livelli migliori. Il Bund è rimasto stabile al 2,15%. Il Dollar Index è sceso dello 0,4%, con lo yen che continua a brillare come valuta principale. L’oro ha guadagnato lo 0,9%, continuando a crescere in territorio record, mentre i futures del Bitcoin sono leggermente in rialzo dello 0,2%. Il petrolio ha guadagnato lo 0,9%, segnando una settimana positiva dopo quattro consecutive di cali. Dopo il taglio dei tassi della BCE di 25 punti base di giovedì, l’attenzione si è ora spostata sulla decisione della Fed. I report della stampa indicano una battaglia serrata tra un taglio di 25 pb o di 50 pb. L’ex presidente della Fed, Dudley, ha dichiarato in un evento notturno che c’è una forte argomentazione a favore di un taglio da 50 pb. Lo scoprire martedì 18 settembre, giornata market mover della prossima settimana.
Trump impact
A complicare ulteriormente il quadro, Barclays (LON:BARC) ha recentemente pubblicato un’analisi sugli effetti potenziali di una seconda presidenza Trump. I proposti dazi sulle importazioni, che includerebbero una tassa del 10-20% su tutti i beni importati e un 60% di tariffa sui prodotti cinesi, potrebbero portare a una contrazione dei profitti delle società europee in una singola cifra percentuale, cancellando gran parte della crescita dell’EPS prevista oltre il 10% per il 2025. L’impatto diretto delle tariffe potrebbe essere limitato grazie all’adattamento delle aziende, ma gli effetti secondari come la riduzione della crescita e l’aumento dell’inflazione potrebbero essere più gravi. Settori come beni durevoli, automobili, alimentari, semiconduttori e chimica sono stati identificati come i più vulnerabili. Germania e Italia, date le loro eccedenze commerciali con gli Stati Uniti, potrebbero essere particolarmente colpite. In uno scenario di piena guerra commerciale, Barclays stima una possibile riduzione del 0,7% del PIL dell’Eurozona. Va messo in evidenza che UBS ha precedentemente indicato che sia Harris che Trump rappresentano rischi di mosse protezionistiche, ma Harris comporterebbe minori rischi per la crescita economica europea. In materia di difesa, Trump potrebbe accelerare la necessità di un aumento della spesa per la difesa europea. UBS ha anche suggerito che i settori dell’energia, delle finanze e dei beni di lusso europei potrebbero beneficiare di regolamentazioni più permissive sotto Trump, mentre la green tech e il tabacco potrebbero subire l’effetto contrario sotto Harris. Con il ciclo di tagli che prende piede in Europa e un quadro geopolitico sempre più complesso, ora tutti gli occhi sono puntati sugli Stati Uniti, dove la Fed potrebbe essere costretta a rispondere alle pressioni del mercato.
Effetto Draghi
Titoli italiani in prima linea con il Rapporto Draghi. Dopo una lunga attesa è stato presentato alla Commissione Europea l’approfondita analisi curata dall’ex Presidente del Consiglio italiano che ha fatto il punto su alcune delle sfide più urgenti per il futuro economico dell’Unione: transizione energetica, digitalizzazione e la creazione di un vero mercato unico dei capitali. La relazione non ha solo messo in evidenza i trend globali, ma ha anche posto l’accento su come l’Europa e, in particolare, l’Italia, debbano rispondere per rimanere competitive. Un’ottima notizia per alcune delle aziende quotate in Borsa Italiana, che sono già ben posizionate per trarre vantaggio da questi cambiamenti strutturali. Per alcune l’occasione di consolidare il giudizio già positivo del mercato. Per altre, l’occasione di essere riscoperte dagli investitori, il cui appetito per il rischio sta calando a causa delle preoccupazioni sulle prospettive del ciclo economico del prossimo anno. L’offerta è piuttosto ampia: Enel (BIT:ENEI), Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) e STMicroelectronics (EPA:STMPA), per citare solo i campioni nazionali nelle rispettive “categorie” tracciate da Draghi.