L’ottimismo che circondava l’attesissima “fase 1” dell’accordo commerciale USA/Cina un po’ svanito negli ultimi giorni. Il discorso di Trump di martedì ha riproposto la solita retorica aggressiva e potrebbero emergere degli intoppi. Pare che la Cina sia preoccupata per la natura unilaterale dell'accordo (dato il notevole aumento degli acquisti agricoli raddoppiandoli a circa $ 40 miliardi/$ 50 miliardi all'anno) e sia alla ricerca di clausole di uscita nel caso in cui i rapporti dovessero inasprirsi. Notizie che stanno spingendo il mercato verso asset rifugio.
Ieri abbiamo registrato un calo dei rendimenti obbligazionari USA col decennale che perdeva 10 pb dal massimo della scorsa settimana. Sarà difficile vedere ulteriori rally sui mercati azionari se i rendimenti continuassero a diminuire. Per quanto riguarda il forex, lo yen giapponese e il franco svizzero hanno nuovamente mostrato forza, mentre le valute legate alle materie prime appaiono sotto pressione. In quest’ultimo caso dobbiamo dire che la produzione industriale e le vendite al dettaglio cinesi continuano ad arretrare. Nei primi dati di oggi dobbiamo registrar un Q3 tedesco in crescita del + 0,1% e il paese ha evitato per per un pelo di entrare in recessione tecnica.
Wall Street è riuscita a mettere a segno dei guadagni marginali ieri, con l'S &P500 + 0,1% a 3094 punti, ma i futures si sono indeboliti. I mercati asiatici hanno mostrato un andamento contrastante, con il Nikkei -0,8% e lo Shanghai Composite +0,2%. Per quanto riguarda le materie prime, l'oro sta nuovamente trovando supporto mentre il petrolio ha ulteriormente rafforzato il rimbalzo di ieri, aggiungendo un altro mezzo percentuale.
Abbiamo già detto del PIL Tedesco, quello dell’Eurozona ha sostanzialmente rispettato le consegne, mentre nel primissimo pomeriggio avremo il PPI statunitense con il dato nominale che dovrebbe scendere a + 0,9% a/a (da + 1,4% a settembre), mentre il PPI core dovrebbe tornare a +1,5 % (da + 2,0%).
Poi riparlerà Powell al Congresso e dopo la testimonianza scritta seguiranno le domande. Parleranno anche 4 membri della Fed e saranno da tenere d’occhio perché hanno tutti potere decisionale sulla politica monetaria. Il Vice della Fed Fed Richard Clarida alle 15:10, insieme a Charles Evans. Alle 18 John Williams prima dell'ex dissidente James Bullard alle 18:20.