Stamattina le elezioni americane hanno raggiunto il loro epilogo, anche se i mercati non avevano previsto la vittoria di Trump, poiché la maggioranza dei sondaggi pronosticava la vittoria di Clinton.
È la seconda volta quest’anno, dopo il voto sulla Brexit, che i sondaggisti sbagliano.
I mercati finanziari non avevano quasi messo in conto la possibilità di una vittoria di Trump, ecco perché, a notte inoltrata, il susseguirsi di annunci sul vantaggio di Trump ha creato forte scompiglio sui mercati.
Durante lo scrutinio, il peso ha ceduto il 5% contro il biglietto verde.
Anche i titoli azionari globali sono in calo, soprattutto la borsa giapponese, che ha ceduto il 5%; finora i principali vincitori di queste elezioni sono stati l’Oro e l’Argento.
L’elezione di Trump inciderà molto probabilmente sulla politica monetaria della Fed.
Nelle prossime settimane ci saranno presumibilmente altri cali sui mercati, man mano che s’inizierà a mettere in conto le prime mosse di Trump.
La Fed sarà al centro dell’attenzione fino alla fine dell’anno, ora i mercati prevedono una probabilità del 51,2% di un rialzo del tasso a dicembre, perché il crollo delle borse probabilmente impedirebbe alla banca centrale USA di normalizzare la politica monetaria.
Trump, però, s’insedierà solo a gennaio e la Fed fino a quel momento avrà mani libere, nonostante le tante dichiarazioni del nuovo presidente USA.
A nostro avviso, è possibile che Donald Trump cerchi di diminuire il controllo della Fed.
La volatilità resterà elevata per un po’ di tempo.