“Hai un dente solo? Sorridi almeno con quello” (Proverbio africano)
Il picco dell’inflazione USA è stato raggiunto? Secondo gli esperti interpellati da Class CNBC il peggio è alle spalle. Ad agosto la benzina in Usa è calata del 12% per i consumatori. Non succede quasi mai durante la driving season. Anche al netto della componente energia, il picco potrebbe essere stato raggiunto. Attualmente siamo al 6% rispetto all’8,3% del dato complessivo (ad agosto). Un passo indietro della FED, nel breve termine, è improbabile, almeno sino a quando non ci saranno indicazioni statistiche, che anche la crescita dei salari abbia invertito la tendenza. Purtroppo sino a novembre però non ci saranno dati importanti in questo senso. Ciò premesso il tasso terminale della FED è stimato, oggi al 3,75/4%, e oramai ci siamo. Da li si può iniziare a scendere, il problema è quando. Questa incertezza temporale mantiene viva la volatilità, che ieri si è ripresa la scena dopo la delusione sui dati relativi all’inflazione, superiori alle attese (poco per la verità ovvero +0,1% vs -0,1% su base mensile). I falchi tornano a fare la voce grossa chiedendo un rialzo di 100 punti in occasione della prossima riunione della FED.
Torna la propensione al rischio?
Il mese di luglio ha mostrato segnali di ripresa per l’industria del risparmio gestito con un aumento netto delle masse di €2,6 miliardi. Un dato che non riflette il cambio di tendenza, sui mercati, nel mese di agosto, ma comunque un segnale di fiducia sull’uscita da bear market. Se il risparmio si sposta dalla liquidità alla gestione significa che la propensione al rischio è in aumento. A spingere verso gli investimenti in asset finanziari, il BTP decennale italiano che sfiora il 4%, un rendimento, in assoluto molto interessante. La differenza la fa l’orizzonte di investimento: almeno 12 mesi in questa fase. Il tema della sostenibilità del debito, al momento non si pone, perché la BCE interverrebbe sugli spread con lo “scudino”. Ne capiremo però di più a ottobre, con l’insediamento del nuovo Governo. Che in tempi record dovrà licenziare la nuova legge di bilancio mantenendo la disciplina economica e gli impegni presi con la UE. Il sentiero di stabilizzazione dei conti pubblici deve essere mantenuto, diversamente c’è il rischio di un forte aumento degli spread.
Il recupero dei listini prosegue
L’inverno pareva rigido e invece settembre è iniziato con un clima mite. Gli investitori erano troppo pessimisti? L’ipotesi di recessione nel breve termine non si può più escludere, ma se sarà soft landing, come ipotizzato fa Janet Yellen, allora il peggio dovrebbe essere nei prezzi. L’ottica di investimento dovrebbe essere quindi quella di accumulare approfittando di valutazioni azionarie sotto la media storica, a meno di un drastico taglio delle stime degli analisti ad oggi poco probabile. In questo contesto da privilegiare settori difensivi: consumi necessari, sanità, tecnologia (in maniera selettiva) e infine l’obbligazionario che, almeno in USA, potrebbe recuperare anticipando il trend di ribasso dei tassi. Attenzione al dato sull’indice dei prezzi alla produzione in Usa ad agosto in uscita oggi alle 14:30 visto in calo dello 0,1% rispetto al -0,5% della rilevazione precedente.